Premessa: sono andato a vedere Terminator Genisys a digiuno di tutti gli altri capitoli, o meglio, ho guardato il primo Terminator (1984) poco prima di andare al cinema (Ahi! Fermi con quei sassi!). Questo potrebbe essere, però, un punto a mio favore, perché mi ha permesso di guardare il film senza alcun tipo di affezione e nostalgia, quella che ha fatto dire a tutti gli altri che erano con me “vabè dai, in fondo mi aspettavo di peggio”, sì perché con numerosi rimandi a Terminator e Terminator 2, Genisys è tornato a scaldare un po’ i cuori dei fan, ormai delusi da tutto ciò che c’è stato dal 3° capitolo in poi.
Siamo nel 2029: John Connor (Jason Clarke) e i suoi uomini sferrano l’attacco decisivo a Skynet, la rete di supercomputer che dal 1997 ha preso coscienza propria e ha deciso di sterminare l’umanità, vincono, ma succede l’inaspettato: un Terminator T-800, cyborg programmato per uccidere, viene spedito nel 1984 per uccidere Sarah Connor (Emilia Clarke aka Daenerys), la madre di John, e fare in modo che lui non nasca mai e non possa insegnare agli altri uomini come ribellarsi. Kyle Reese (Jai Courtney) si offre come volontario per viaggiare anch’egli nel passato e proteggere Sarah dal Terminator, ma durante le operazioni John viene attaccato da qualcuno. Questo crea un nodo temporale che porterà Reese in un 1984 alternativo, dove Sarah non è una cameriera, ma una guerriera, accompagnata dal “papà” Terminator T-800 (Arnold Schwarzenegger), inviatole da non si sa chi per proteggerla da quando aveva 9 anni, che nel frattempo si è occupato della sua controparte più giovane facendola fuori. I nostri eroi decidono di eliminare Skynet prima che possa dare il via all’apocalisse, ma anziché nel 1997, andranno nel 2017 per via di alcune visioni avute da Reese durante il viaggio temporale. Qua, Skynet è conosciuto come Genisys, ed è un sistema operativo in procinto di essere attivato su qualsiasi dispositivo esistente sulla terra. Scopriamo che dietro Genisys c’è la mente di John Connor, nel frattempo trasformatosi in un Terminator T-5000 composto interamente di nanobots, che ha tutta l’intenzione di impedire la distruzione del sistema.
Pensate che abbia fatto troppi spoiler? Ebbene, tutto questo è presente nel trailer ufficiale (lo trovate in fondo alla recensione) e, credetemi, non ci sono grandi colpi di scena al di fuori di quelli già mostrati, oppure ci sono, ma telefonatissimi.
Terminator Genisys è in fondo l’ennesimo rilancio di una vecchia saga di cui nessuno sentiva realmente il bisogno, da parte di una Hollywood ormai sempre più a corto di idee che non sembra far altro, quindi parte già con un piede nella fossa, eppure non è completamente da buttare. Tutta la prima parte del film è assolutamente interessante e godibile, ci ricapitolano non pallosamente la storia dell’apocalisse a causa di Skynet e la guerra tra umani e macchine del futuro. L’adrenalina comincia a salire nel primo scontro tra il T-800 giovane (un attore a cui è stato “innestato” digitalmente il viso di Schwarzy da ragazzo) e il T-800 vecchio, ossia Arnold Schwarzenegger in carne ed ossa, per la cui anzianità riescono a dare anche una spiegazione plausibile. Segue un altrettanto entusiasmante combattimento contro un modello T-1000 mimetizzato da poliziotto, e rimandi al primo Terminator dell’84 come se piovesse, ma ci stanno tutti, visto che è esattamente lì che si trovano. Nel primo momento di relax, facciamo conoscenza con la nuova Sarah Connor, che all’inizio ci sembrerà un po’ troppo “bambolina”, ma si rivelerà inaspettatamente agguerrita; abbiamo anche modo di appurare che, invecchiando, i T-800 si danno a battute spicciole e tormentoni (che funzionano, per carità), oltre a sviluppare istinti simil-paterni, e questo è anche il momento in cui ci rendiamo conto che il nostro Kyle Reese, col suo faccione da triglia lessa, non potrà mai darci l’idea di soldato o guerriero per tutta la durata del film.
Ottima l’idea di rendere Skynet un sistema operativo (Genisys) unificato a cui tutti donano volontariamente i propri dati, che tutti vogliono e di cui non possono fare a meno, praticamente una sorta di Google malvagia, guidata da John Connor che come cattivo è piuttosto efficace, sebbene abbastanza stereotipato. Dalla seconda metà del film comincia a sbrodolare un po’ tutto, da discorsi piuttosto inutili e piatti, a rimescolamenti confusi di timeline parallele e sovrapposte. Spesso i combattimenti sono talmente esagerati e ridondanti che finiscono per stufare, tanto che in più di un’occasione mi sono ritrovato a fare sontuosi sbadigli, anche perché si fa un uso spropositato, e non sempre ottimale, della computer grafica: in molte situazioni mi è sembrato di assistere a delle cutscene di un videogioco! A un certo punto mi è diventato talmente tedioso che mi chiedevo continuamente quando finisse, ed effettivamente dura la bellezza di 2 ore, decisamente troppe, culminanti in un finale quasi alla “..e vissero tutti felici e contenti” che ti fa venir voglia di dare fuoco al cinema. Per fortuna in molti momenti arriva Schwarzy a risollevare il morale dello spettatore, perché lui, signori, è la colonna portante di questo blockbuster, il motivo principale che porta a dire “In fondo mi aspettavo peggio”: i momenti comici e le scene d’azione di cui è protagonista fanno sì che il tutto non crolli miseramente, nonostante non si riesca ad elevare al di sopra di una certa mediocrità.
Ora, lo so bene che a molti Genisys è piaciuto, ma se provate a togliere Arnold e il nome Terminator dal tutto, potreste rendervi conto che tutto sommato non avete visto niente di particolarmente esaltante. Quello che cercano di fare con questo tipo di film, è far leva sui sentimenti dei vecchi fan, con continue strizzate d’occhio ai primi capitoli che sembrano dire “Ti ricordi, vecchio mio, come ti ho entusiasmato negli anni ’80/’90? Ma sì che ti ricordi, guarda questa scena, ascolta la colonna sonora, abbiamo fatto tornare anche il tuo attore preferito, che vuoi di più ;)”. Queste, però, sono fondamenta piuttosto fragili, che crollano davanti ai non nostalgici di questa saga come me. La stessa sera ho visto il film dell’84 e questo.. il Terminator di Cameron vince a mani basse e se pensiamo che all’epoca costò solo 6,5 milioni di dollari, questo a confronto diventa ridicolo. Diciamo basta all’accanimento terapeutico sui vecchi cult!
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