Mi scuso a nome dei Dylan’s Dogs per non aver sparato alcuna recensione il mese scorso: vari impegni hanno gravato pesantemente su tutti noi del team, ma ciancio alle bande e passiamo ad esaminare questo numero ottobrino, che il sottoscritto ha particolarmente a cuore in quanto celebrante l’unica festività che smuove un po’ il suo senso “religioso”.
La prima storia, “Halloween Express”, è infatti propriamente dedicata ed ambientata alla notte di Halloween: un simpatico teatrino di defunti in festa scorre con le pagine, strizzando l’occhio allo splatter grazie anche al fantasma del buon vecchio Jack lo squartatore, unico vero “cattivo” del plot, ma non sono solo sangue e risate quello che la storia offre: nelle ultime pagine si rivela infatti essere l’amore il vero protagonista, incarnato in una ragazza abbastanza refrattaria a concedersi a mr. Dog – e il perché è proprio la chiave della trama. Degno di nota il duo Groucho-Cromwell (o meglio il suo fantasma), ma anche i vari personaggi storici resuscitati per l’occasione non scherzano, da Faraday a Nelson. Un’operetta assolutamente vincente celebrata però da dei disegni, mi duole dirlo, indegni: amo sempre ripetere che non me ne intendo, ma il tratto di questo Pontrelli ha un che di abbozzato, infantile e confusionario, e trova la sua massima espressione nel rappresentare la nebbia come una colecisti piena di calcoli biliari. Vabbè, passiamo oltre.
Molto evocativa e trascinante anche la successiva “Sul Filo Della Spada”, storia in cui momenti molto cruenti si succedono spietatamente, ruotando attorno ad una mostra che ci porta all’epoca dei samurai. Il nostro Old Boy non è particolarmente in forma nello sbrogliare una mistica matassa “made in Japan” e, per quanto possa averne già viste di tutti i colori, devo dire che a volte le sue reazioni risultano poco credibili; a complicare il tutto c’è il rapporto con Bloch, che per l’ennesima volta bistratta l’indagatore dell’incubo invitandolo a non raccontare balle. Questo passaggio mi ha colpito molto: dopo tanti anni che Dylan conosce l’ispettore, ha senso che speri ancora di convincerlo nell’esistenza del sovrannaturale? Ho pensato che forse il mandarlo in pensione è stata una soluzione vincente ed elegante a questo dilemma, e se consideriamo la testata in esame come “cristallizzata” nel fumetto com’era in passato, dobbiamo anche cancellare il mio “dopo tanti anni”, quindi in sintesi perdoniamo e chiudiamo un occhio, scusandoci magari anche per la pignoleria che però rende, come dicevo, il pensionamento di Bloch particolarmente funzionale. speriamo però che la prossima volta che Dylan veda un uomo auto-fagocitarsi (non so come altrimenti rendere l’idea senza spoilerare troppo), faccia qualcosa di più che urlare “giuda ballerino!” Comunque, la risoluzione della trama è interessante e, non picchiatemi, mi ha fatto pensare al Signore degli Anelli per il comune messaggio implicito. Gradevolissimi i disegni del mitico Luca Dell’Uomo (“Diabolo il grande”).
Premessa doverosa invece per l’ultima storia, “A Cena Con Il Morto”: prima che la leggessi avevo incontrato il collega Nonplus, e c’eravamo trovati concordi (stranamente!!) sulle prime due storie. Mi aveva tuttavia ragguagliato sulla pessima qualità dell’ultima. Ebbene, più andavo avanti nel leggerla più pensavo che no, io e Nonplus non potremmo mai concordare in tutto e per tutto su un’uscita di ben 3 storie!! Difatti, l’intreccio iniziale è ben articolato in quanto pone al centro delle vicende un ristorante a tema “violenza” e una ragazza odiosissima che da sola mette voglia di continuare a leggere nella speranza di vederle tra le vittime di questi improvvisi serial-killer. A rimarcare quanto detto su “Sul filo della spada”, anche qui Bloch è perfettamente calato nel solito ruolo di scettico in difficoltà. Ebbene ragazzi, aveva ragione Nonplus? Sì, sì e ancora SI’. La risoluzione di questa storia è quanto di più stupido e banale io ricordi in 20 anni che leggo questo fumetto. Non so se, perdonate il semi-spoiler, sia uno sfottò tra le righe a tutte le stronzate che si sentono in giro sui discorsi dell’alimentazione, ma in tal caso potevano impegnarsi di più, visto che un ristorante che serve lupi in padella, squali marinati e coccodrilli allo spiedo (in una parola= carnivori) durerebbe molto poco, non tanto per i pregiudizi delle persone quanto più per la scarsezza di queste carni in digeribilità e gusto (ora sapete cosa rispondere quando il vegano rompipalle di turno verrà a chiedervi “perché non mangi il tuo cagnolino?”). Una storia che in qualche modo resterà impressa, perché un finale così idiota non può passare inosservato. Deludente è la parola più azzeccata, tanto che fino a una ventina di pagine dalla fine la storia scorre molto molto bene, complice l’antipatia della signorina di cui sopra e le dinamiche psicotiche ed allucinate degli omicidi. Bah, veramente un peccato.
Avrei qualcosa di positivo da dire sui disegni, ma taccio per protesta, nella speranza che nessuno in futuro si presti a mettere su carta una tale scemenza!
Nel complesso l’albo vale assolutamente l’acquisto e forse si distingue dai recenti predecessori, nel bene e nel male!!
Happy happy Halloween (in leggerissimo ritardo..!)
Dolan Dox
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