Dopo l’acquisizione della Lucasfilm da parte della Disney e l’annuncio di una nuova trilogia che avrebbe fatto da seguito della prima a distanza di 30 anni, tutti ci chiedevamo che senso avesse portare avanti una storia del tutto conclusa (e in fondo non ce l’ha) e lo scetticismo sulla riuscita di un buon film serpeggiava tra i fan, forse ancora un po’ scottati dai prequel. Man mano che uscivano fuori poster, trailer e piccoli backstage, però, la fiducia nei confronti di questo progetto è andata crescendo sempre più, finché il risveglio della Forza abbiamo cominciato a percepirlo davvero e l’hype è diventato incontrollabile.
Mi ritengo un grande fan della saga cinematografica e, per me come per qualche altro milione di persone, più che un semplice film questo è stato un evento di grandissima importanza, tanto da costringerci a prendere i biglietti del cinema con largo anticipo (non mi era mai successo prima) e chiuderci in bunker anti-spoiler per non mandare all’aria tutti i mesi di attese, dubbi, domande e teorie svariate sulla trama e i personaggi. Nonostante queste premesse, una volta accomodatomi sulla poltroncina ho svuotato completamente la mente da qualsiasi tipo di aspettativa, cercando di zittire quella parte di me che urlava solo yeeee pew pew spade laseeeer! Quindi sono pronto a darvi delle opinioni su Il Risveglio Della Forza influenzate il meno possibile dall’emotività del momento, rigorosamente senza spoiler.
Dopo la caduta dell’Impero, una nuova forza oscura tenta di seguire le sue orme attentando alla pace della galassia, diventando ogni giorno più potente, trattasi del Primo Ordine guidato da Kylo Ren, alla cui minaccia si oppone la Resistenza col supporto della nuova Repubblica. Tra i due fuochi si ritrovano improvvisamente coinvolti uno stormtrooper del Primo Ordine con crisi di coscienza di nome Finn e Rey, una ragazza che vive alla giornata sul pianeta Jakku vendendo rottami, le cui strade si incrociano per via del droide sferico BB-8. Quello che i ragazzi non sanno è che si ritroveranno presto faccia a faccia con cose che prima pensavano fossero solo leggende.
Nelle prime inquadrature di Jakku notiamo immediatamente quanto il regista J.J. Abrams, anch’egli grande fan storico di Star Wars, abbia avuto a cuore il rimanere fedele alla saga originale riproponendo un cinema tangibile, fatto di veri set, popolati da veri attori in costume e animatronics, uniti ovviamente anche alle nuove tecniche digitali, ma il tutto è orchestrato talmente bene che in parecchie inquadrature è difficile capire dove finiscano i pupazzoni e dove inizi la computer grafica. Jakku è un pianeta addirittura più in degrado di quanto Tatooine non sia mai stato, una vera e propria discarica dove è possibile trovare le rovine di vecchie astronavi imperiali e il commercio di pezzi e rottami sembra l’unica forma di economia. Polvere, sporco, alieni strani e alle volte disgustosi, ma credibili: questo è lo spirito giusto! Le scenografie, i costumi, gli effetti speciali e tutto ciò che contribuisce a rendere vivo e riconoscibile l’universo di Star Wars è curato nei minimi particolari e lascia trasparire la passione degli addetti ai lavori per ciò che stavano creando.
Ho particolarmente apprezzato tutto ciò che riguarda le scene d’azione: Disney ha mostrato il suo “lato oscuro” dando in diverse occasioni spazio a una maturità che sinceramente non mi sarei mai aspettato. Durante gli scontri a fuoco si riesce a percepire la violenza del momento, i blaster e le bombe fanno visibilmente male e gli stormtrooper vengono scaraventati anche a diversi metri di distanza a causa degli impatti. Le astronavi sono credibili sia quando sfrecciano nello spazio che quando precipitano rovinosamente al suolo. L’uso della Forza e delle spade laser sono ciò che mi ha lasciato più senza fiato: mai come in questo capitolo la Forza è stata resa in maniera così visivamente potente e maestosa, mentre le spade laser non sembrano più semplici fasci di luce ma vere armi e come tali pericolose (in particolare quella di Kylo Ren), difatti le vediamo sciogliere metalli, trapassare corazze in maniera brutale o far sublimare la neve al contatto, che è uno dei dettagli che ho apprezzato maggiormente. Riguardo le battaglie con quest’ultime, è finito il tempo dei balletti della trilogia prequel, ricordate invece lo scontro finale tra Vader e Luke? Siamo tornati su quei toni, cioè azioni più sgraziate, ma violente e cariche di pathos.
La trama nel complesso funziona e i numerosi déjà vu e riferimenti a Star Wars IV sono resi in maniera tale da non intaccarne la qualità, ma solo rafforzarla. Sono presenti numerosi colpi di scena relativi soprattutto alle origini dei personaggi più uno che, sebbene emotivamente molto forte, durante la visione diventa facilmente prevedibile. Essendo una produzione Disney non mancano di certo anche dei piccoli momenti comici, che alle volte sono perfetti, altre stonano abbastanza in un film che si prende così sul serio.
In alcuni punti si assiste anche a delle forzature e illogicità che proprio non ho potuto mandare giù, conoscendo anche i vari presupposti alla base della saga: di sicuro alcune situazioni potevano essere sviluppate in maniera migliore, ma credo che a quel punto non sarebbero riusciti a compattare il tutto in un solo film dalla durata complessiva accettabile. La pellicola difatti dura ben 2 ore e un quarto, che però filano lisce grazie a un ritmo sempre alto e zero punti morti: non c’è un solo momento in cui si dia possibilità alla noia di prendere il sopravvento.
Per quanto riguarda i personaggi, ho apprezzato molto Rey, una ragazza forte e in grado di badare a sé stessa, ma non per questo priva di femminilità, uno di quei personaggi che negli ultimi anni stanno spuntando nel panorama cinematografico contribuendo a mandare in soffitta tutta una serie di stereotipi ormai sulla via del tramonto. Uno dei miracoli di Star Wars dalla sua prima apparizione è stata, poi, quella di conferire una forte personalità anche a un ammasso di metallo e circuiti che comunica attraverso suoni incomprensibili ed anche stavolta ci sono riusciti egregiamente col droide BB-8, che già dalle conferenze precedenti all’arrivo in sala del film aveva conquistato il pubblico con il suo particolare modo di spostarsi rotolando (e vi ricordiamo che si tratta di vero robot radiocomandato, niente computer grafica), ma sarà addirittura uno dei personaggi che vi rimarrà di più nel cuore.
Uno di quelli che ho apprezzato di meno e trovato quasi irritante è Finn, poiché per come la vedo io ha un carattere non coerente con il suo background e spesso si ritrova ad essere una sorta di comic relief mal riuscito. Poi ci sono altri come Phasma o Poe Dameron da cui mi aspettavo di più e invece non è stato dato loro uno spazio tale da poterli approfondire in maniera corretta, cosa che sicuramente avverrà nei seguenti capitoli di questa nuova trilogia (o almeno me lo auguro).
Non a caso mi sono lasciato per ultimo il piatto forte, il personaggio che più di tutti ha destato curiosità e interesse, ossia Kylo Ren: come villain si è dimostrato davvero minaccioso, potente e senza scrupoli, ma ancora immaturo e mosso da ambizioni quantomeno discutibili, come il voler eguagliare ciò che Darth Vader aveva rappresentato per il Lato Oscuro prima di lui, ma questo rientra perfettamente nell’ottica del “Sith” dominato da forti sentimenti, armato in questo caso anche di una spada laser dal fascio instabile quanto il suo carattere, quindi sono molto curioso di scoprire come andrà ad evolversi più avanti.
Una menzione speciale va ad Han Solo, Chewbacca, Leia e C-3PO, che rimangono comunque i personaggi storici che abbiamo imparato ad amare, semplicemente invecchiati (droidi a parte), ma sempre fantastici.
Senza stare a elogiare l’ovvia bravura di attori come Harrison Ford, tutto il cast si è dimostrato all’altezza di una pellicola di tale portata. Mi ha fatto un sacco piacere, inoltre, la presenza di attori tutti ancora poco conosciuti (almeno finora!) nei vari ruoli dei nuovi personaggi, che è un po’ ciò che accadde anche con la trilogia originale. Insomma, non so se si è capito quanto questo sia una una sorta di Una Nuova Speranza 2.0, infatti pur essendo un sequel ha anche un po’ il sapore del remake, ma credetemi, funziona alla grande, perché è esattamente questo che i fan volevano ora: uno Star Wars che innovasse senza snaturare. Forse avrei gradito anche qualche tema originale in più nella colonna sonora, che per carità è sempre magnifica, ma composta per la maggiore dai brani classici rivisitati.
Tirando le somme, la Forza si è risvegliata o no? Assolutamente sì! Star Wars è tornato in tutto il suo splendore, accontentando i fan di vecchia data e raccogliendone di nuovi. Questo settimo capitolo si è dimostrato ottimo, seppur non un capolavoro per via di alcuni scivoloni qua e là, come anche una scena finale che per me rimane abbastanza inutile e puzza di solo fan service a chilometri.
Per il resto sono state lasciate tante porte aperte per lo sviluppo della trama, ma ci toccherà attendere fino a Maggio 2017 per Star Wars VIII. Nel frattempo, che la Forza sia con voi, sempre.
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