E’ probabile che i critici cinematografici più influenti del pianeta si siano riuniti attorno ad un tavolo con l’unico intento di trovare la sequenza di parole più adatta per distruggere questo film, già nei giorni che hanno preceduto la sua distribuzione nelle sale. Possiamo riassumere il pensiero generale con le parole di Joshua Rothkopf del Time Out New York, secondo il quale il film è una “pietra tombale per un genere cinematografico che ha un disperato bisogno di una pausa“; però ci sono anche quelli del Rolling Stone che hanno twittato: “Il Cavaliere Oscuro contro L’Uomo d’Acciao: tutti quanti vincono”, ma quelli del Rolling Stone ormai hanno Rihanna in copertina, quindi non so fino a che punto siano da considerare affidabili. Ma ragazzi, quando è stata l’ultima volta che siete andati al cinema senza sapere assolutamente nulla del film? E’ il quesito che ci poniamo io e Tom Bond, autore di un articolo sul sito di cinema Little White Lies, per il quale l’intensa promozione dei film, fatta con mesi d’anticipo, sta rovinando il cinema e l’esperienza di chi va al cinema a vedere i film: la promozione crea aspettative troppo alte che quasi mai vengono poi soddisfatte e, nel farlo, rovina e anticipa troppe cose.
L’unico parere che io ho trovato sensato è quello di Eric Kohn di Indiewire, per il quale “il film è più che altro un lungo teaser il cui scopo principale è porre le premesse per i prossimi film dell’universo DC”. Effettivamente i riferimenti alle trame successive sono stati inseriti in maniera neanche troppo sottile e la maggior parte degli spettatori non le ha colte. In questo caso, sebbene io non sopporti fare distinzioni tra chi ha visto solo il film e chi legge anche i fumetti, questi ultimi hanno sicuramente apprezzato di più lo storytelling parallelo, e non solo.
Ma andiamo con ordine: come spesso accade nella vita reale, le aspettative troppo alte vengono deluse e la verità sta sempre nel mezzo. Affidatevi ordunque a noi di Nerdevil, signori incontrastati delle recensioni spoiler-free, per scoprire insieme quali sono i punti forti e i punti deboli di Batman v Superman: Dawn of Justice!
What’s good:
Ben Affleck
Un saggio diceva “Per mettermi i piedi in testa ci vuole Ben Affleck!” ed aveva ragione. L’attore, seppellito da tonnellate di critiche non appena è stata annunciata la sua partecipazione al film, ha sorpreso tutti: «Mettersi nei panni di un gigante come Batman mi intimoriva non poco e così ho dovuto lavorare molto a livello psicologico per prepararmi a questo. Dal punto di vista fisico, invece, ho dovuto fare semplicemente una montagna di esercizio» ha detto Affleck a Variety sul black carpet allestito per la premiére di Batman v Superman «Il pubblico si aspetta che tu assomigli a un supereroe e questo mi ha richiesto un anno di allenamenti». Dalle sue parole si intuisce che Ben ci teneva particolarmente ad interpretare impeccabilmente questo ruolo: insieme al regista Zack Snyder (300, Watchmen) è un grande fan della graphic novel di Frank Miller (che, tra parentesi, ha ammesso di detestare tutti gli adattamenti cinematografici dell’uomo pipistrello); ma cosa dirà adesso Miller del nuovo Batman? E’ innegabile che Snyder abbia tratto ispirazione proprio dai suoi lavori e non solo per il costume: Affleck dà vita ad un Batman più in là con gli anni, selvaggio, incazzoso e brutale, ancora sopraffatto dal rancore per la morte dei suoi genitori. Mentre la morale del film è incentrata proprio sul ruolo dell’eroe tra umano e divino, Batman non si fa troppi problemi ad uccidere i suoi nemici, conquista senza difficoltà i riflettori, prende l’iniziativa ed è pronto ad affrontare qualsiasi pericolo pur di far fuori colui ritiene una minaccia senza controllo: Superman. Rispetto a quest’ultimo, il nostro giustiziere mascherato ha molto più da raccontare ed è qui che torniamo alla premessa di questa recensione: i lettori dei fumetti, forse anche lo stesso Miller, hanno potuto apprezzare meglio l’interpretazione di Affleck e il film nella sua interezza.
L’introduzione di Batman
Il film inizia con il racconto delle origini di Batman (pensate che anche mio nonno con l’Alzheimer non riesce a dimenticarle), tuttavia la bellissima narrazione ad opera di Jeremy Irons (il nostro fedele Alfred) riesce soprendentemente a rendere interessanti questi minuti visti e rivisti. Subito dopo vediamo Batman che guida per le strade affollate tra i resti della terribile battaglia con la quale si era concluso L’Uomo d’Acciaio: un eroe diverso, in agguato nell’ombra, che non mostra alcuna pietà per i criminali di Gotham.
Wonder Woman
Ad un certo punto del film le incongruenze diventano troppe, la struttura narrativa non sta in piedi come dovrebbe ed è proprio allora che ci viene in soccorso lei, Wonder Woman. Finalmente anche noi donne veniamo rappresentate da un personaggio forte, che generalmente manca sul grande schermo nel mondo dei super eroi (sì Marvel, mi riferisco a te).
L’attrice israeliana Gal Gadot non ci ha per nulla delusi. Ha il viso giusto, il costume giusto e l’atteggiamento giusto! Dopo due ore di note cupe e drammi apocalittici, arriva lei a cambiare letteralmente musica: la colonna sonora si fa più rock e il personaggio dimostra delle credibilissime abilità di combattimento oltre ad un tratto marcatamente umano. L’atmosfera generale cambia, tanto da regalarci l’unica gag in due ore e mezza di film.
Le scene di combattimento
Ce lo aveva già dimostrato ampiamente in 300: le scene di combattimento firmate Zack Snyder sono brutali. Il grande dibattito, anche prima che il film venisse annunciato, è sempre stato: come può il Cavaliere oscuro battere l’ultimo figlio di Krypton? Batman è consapevole che uno scontro fisico lo vedrebbe inesorabilmente sconfitto, quindi ha deciso di puntare sulla strategia e ha completamente pianificato di suo pugno l’intera battaglia. «Superman non è un giocatore di scacchi quanto lo è Batman. Fa un passo e quando Superman si lancia verso di lui l’arpione è proprio lì». dice Snyder. Lascio a voi il gusto di scoprire come Batman riuscirà a condurre Superman sul campo di battaglia scelto da lui, dove lotterà con una violenza inaudita, mai percepita negli altri adattamenti cinematografici; inoltre, il costume del nostro Bruce, che potrebbe sembrare ingombrante, si presta molto bene a questa sequenza di scene. Tuttavia, la sceneggiatura nel gestire le vicende ha delle falle evidenti: la nostra politica no-spoiler ci impedisce di svelarvi altro, sappiate però che in un punto cruciale le intenzioni di Batman verso Superman cambiano drasticamente per una coincidenza a dir poco banale e ingiustificata a mio parere.
What’s meh:
Lex Luthor
Se c’è un elemento che non ci ha del tutto convinti è Lex Luthor, oserei dire che ha fatto quasi rimpiangere quello di Smallville. Anche se Jesse Eisenberg aveva l’eredità pesante di Gene Hackman e Kevin Spacey, ciò non giustifica la versione Joker in completo nerd che ci hanno propinato: nonostante sia stato più umanizzato rispetto ai precedenti, l’attore recita un po’ troppo sopra le righe, manca di carisma e di certo non è stato aiutato dai dialoghi volutamente pretenziosi, disordinati e contraddittori. Insomma, un’interpretazione troppo carica, al limite del noioso.
What’s bad:
Il cattivo
Prima ancora dell’uscita del film, c’erano state molte critiche già a partire dal trailer sull’imponente e terrorizzante cattivo in CGI, che richiede l’attenzione di tutti e tre i protagonisti contemporaneamente. L’identità di questo mostro è rivelata nel film, quindi non ci soffermeremo sulle sue origini, ma possiamo dire che la sua presenza non ci fa né caldo né freddo: le sequenze in cui lottano tra loro Batman, Superman e Wonder Woman sono visivamente e tecnicamente eccellenti, ma le scene di combattimento in cui compare il villain ci hanno lasciati perplessi e confusi. Non capiamo dove si svolge l’azione e non riusciamo ad apprezzare le abilità dei nostri eroi presi singolarmente: se durante la battaglia finale del primo Avenger ci venivano mostrate le doti peculiari di ciascuno dei protagonisti, qui non riusciamo a capire chi e come usa le sue armi e i suoi poteri. Insomma, zero emozioni e un potente mal di testa se avete avuto la brillante idea di vederlo in 3D.
Un universo DC “pesante”
Batman v Superman non è un film a se stante, ma inserito in universo di lungometraggi DC Comics che ha produzioni fissate già per il 2020, tra questi Suicide Squad, i film su Aquaman, Flash e Wonder Woman, ma soprattutto Justice League; significa che un film del genere non parla solo al presente ma anche al futuro: deve “seminare” personaggi, indizi di trame e situazioni, che a livello narrativo pesano non poco. Abbiamo capito DC, vuoi recuperare il tempo perduto e andare di pari passo con la Marvel, ma non puoi buttare a caso così tanti personaggi in una sola trama.
Quindi, apparentemente, Metropolis e Gotham non distano molto l’una dall’altra: non stiamo parlando di distanze da supereroi, ma di 15 minuti di macchina, Chieti-Pescara per intenderci. Il Bat Segnale è visibile dai grattacieli di Metropolis, tuttavia ci chiedono di non farci troppe domande se fino ad ora Bruce e Clark non si erano mai incontrati prima.
Le visioni
Il Batman di Snyder ha delle visioni proprio nei momenti più opportuni, ovvero quando la pigrizia del regista ha preso il sopravvento sull’inventiva: questi sogni ad occhi aperti infatti, sono un espediente usato per giustificare i buchi della trama, anticipare ciò che avverrà nei film successivi ed appesantire ulteriormente le sequenze narrative.
Per concludere, il problema quando si affronta una storia in cui Batman e Superman devono dividersi la scena, è che i due personaggi definiscono già con la loro presenza generi differenti, ovvero il noir e il fantasy/sci-fi. C’è dunque la necessità di condividere un terreno comune, in cui un miliardario mascherato e un alieno onnipotente possano non solo coesistere, ma addirittura lottare uno contro l’altro. Se il film di Snyder è riuscito in questo intento, perde però il filo per necessità che sono molto poco narrative e molto industriali, ovvero la volontà della Warner di fondare un universo cinematografico in stile Marvel, popolato tanti personaggi e tanti poteri diversi, ed è qui che il noir e il fantasy smettono di resistere in un corpo unico, nei primi indizi dei futuri rappresentanti della Justice League.
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