Era il 1999 quando internet veniva inondato per la prima volta, in maniera massiccia, di materiale promozionale per l’uscita di una pellicola nelle sale statunitensi, ed era anche la prima volta in cui si sperimentava seriamente quel viral marketing che avrebbe decretato la fortuna del primo The Blair Witch Project e di numerosi film dello stesso genere. Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez riuscirono nell’intento di incutere timore senza mostrare alcunché sino ai titoli di coda, lasciando gli spettatori in un costante stato di apprensione per tutta la durata del film.
L’anno seguente si tentò di bissare il successo con Blair Witch 2, un seguito che distrugge ogni premessa iniziale (l’utilizzo del mockumentary in primis) e si affilia clandestinamente al primo capitolo, pur condividendo con esso solo la tematica trattata. Sono passati sedici anni dall’ultimo spauracchio nel bosco di Blair ed era notizia di pochi mesi fa la messa in cantiere di un progetto horror intitolato The Woods, diretto da Adam Wingard (già regista di un paio di episodi degli antologici V/H/S e V/H/S 2, oltre che del bel You’re Next e del prossimo Death Note).
Soltanto ieri la Lionsgate, società distributrice della pellicola sul suolo americano, ha rivelato il vero nome del progetto, taciuto fino ad oggi. Si tratta di Blair Witch, un sequel del primo capitolo che andrebbe ad eliminare il terribile tonfo commerciale e narrativo realizzato dal secondo film. Il trailer ci mostra il solito gruppo di ragazzi del college in gita “campestre”, ma riaggiornato e arricchito da una buona dose di sano splatter. Gli americani sanno come farci passare per fessi, commercialmente parlando.
Il 16 settembre si avvicina, siete pronti per tornare nel bosco di Blair?
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