Gears of War 4 (Xbox One)

Voto:

Immaginate uno sparatutto dalla trama solida, con personaggi carismatici e una trama solida, aggiungete un nemico tosto e in costante evoluzione e spolverate con un pizzico di armi ignoranti. Se avete dosato attentamente il multiplayer dalle dinamiche frenetiche e non avete esagerato con le possibilità di personalizzazione, avrete ottenuto Gears of War 4.

La serie dei titoli Gears, tra le esclusive più amate e vendute di casa Microsoft, si è stabilita in cima alle classifiche degli sparatutto per Xbox 360 per le sue meccaniche innovative e si è dimostrata  piuttosto longeva, arrivando a contare una trilogia, un prequel (per quanto abbia fatto storcere il naso, Judgement conta) e una remastered del primo capitolo per Xbox One che è servita a lenire per un po’ l’attesa di questo nuovo seguito, stavolta sviluppato dai The Coalition.

Inizialmente sviluppata da Epic Games, la serie vede la luce nel lontano 2006 distinguendosi subito per una trama avvincente e due protagonisti burberi ma carismatici, oltre alla possibilità di poter giocare in cooperativa con un amico. Il secondo episodio uscito nel 2008 continua a cavalcare l’onda del successo del primo grazie anche all’utilizzo di una versione potenziata dell’Unreal Engine in uso, l’Unreal Engine 3.5. Il terzo episodio, ultimo della trilogia originale, viene pubblicato l’8 novembre 2011 e ponendo fine alla lotta tra la Coalizione e le Locuste (oltre a dar vita al momento più strappalacrime della storia videoludica…sniff!). Nel 2015 poi il franchise è tornato finalmente a far parlare di sé con il teaser di un nuovo capitolo che mostrava dei nuovi personaggi, delle nuove ambientazioni e dei nuovi e strani nemici facendo sorgere il dubbio su quali orrori aspettarci (oltre a congetture su chi fossero questi nuovi virgulti armati fino ai denti). 

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È tempo di uccidere qualche Locusta!

Premetto che io ho passato giornate intere a giocare online con Gears of War 3 arrivando quasi a livello di “Giocatore Competitivo”, spesso e volentieri prendendo immani batoste da campioni nazionali e stranieri, ma cercherò di essere il più obiettivo possibile per quanto stia parlando di un franchise che adoro.

Non appena ho avuto tra le mani la mia copia del gioco, ho deciso che il metodo migliore per testarlo fosse quello di sbattere le mie arrugginite natiche di ex giocatore in un bel match online. Con piacere ho avuto modo di constatare che le cose non sono cambiate molto dagli ultimi capitoli: soliti bug e glitch (tra cui il temutissimo “Wall Bouncing”), le mappe più o meno sempre uguali come tematiche (anche se in questo caso più complesse ed articolate) e l’utenza sempre composta da colossali mucchi di materia fecale (si scherza, su). Dopo essermi fatto menare per benino ed aver constatato anche le migliorie in termini di fluidità dell’immagine, tempi di risposta dei comandi e potenza dei server, ho deciso di immergermi nella modalità storia a giocatore singolo.

La trama ci porta avanti di 25 anni rispetto all’ultimo capitolo: ormai delle temibili Locuste è rimasto solo il ricordo e gli eroi della guerra passata sono trattati con rispetto ed ammirazione dal nuovo regime. Durante l’avvincente filmato iniziale che mostra alcuni vecchi personaggi della trilogia (troppi ricordi), veniamo gettati in pasto ad un flashback ambientato durante le guerre Pendulum (nostalgia canaglia) per poi passare ad un secondo flashback  questa volta ambientato durante l’Emersion Day (altro nostalgia time da lacrime) e infine essere gettati in pasto al gioco attraverso i nuovi protagonisti alle prese con una missione delicata. Sul resto non mi voglio dilungare molto perché preferisco che abbiate le vostre sorprese e i vostri infarti senza rovinarvi nulla, ma spenderei giusto due paroline sulla scrittura: la trilogia originale e il prequel si erano distinti per una trama avvincente e ben scritta condita con personaggi carismatici e divertenti a differenza di questo capitolo che sembra più puntare a recuperare vecchi giocatori con citazionismo e fanservice invece di accattivarne di nuovi (cattiva Coalition, non si fa!). I nuovi personaggi, forse complice il doppiaggio italiano piuttosto mal fatto, appaiono bidimensionali e stereotipati tanto da non sembrare umani in grado di provare emozioni complesse (salvo alcune eccezioni e alcune scene che risollevano le sorti). Di per sé il protagonista e i suoi compagni non riescono a risultare credibili e a trasportare il giocatore nella vicenda, finendo per far assomigliare il gioco al classico sparatutto su binari da sala giochi.

Il protagonista in tutta la sua "espressività"
Il protagonista in tutta la sua “espressività”

La modalità multiplayer, invece, qualche gioia la regala: nuove mappe (assieme alla promessa di un’espansione tramite DLC), nuove possibilità di personalizzazione (perché da che mondo e mondo, in Gears of War ammazzare gente con le skin più improbabili è un must), nuove armi dalle meccaniche strane e a prima vista poco intuibili (e che comunque vorrete accaparrarvi prima dei vostri avversari) e il nuovo e all’inizio poco intuitivo sistema di esecuzione da copertura. Coalition riconferma l’utilizzo di server e non di host privati per il supporto delle partite e introduce quella che ormai sembra essere diventata la norma per tutti i videogiochi multiplayer: le microtransazioni. Attraverso crediti acquisibili attraverso l’esperienza multiplayer, si possono acquistare pacchetti di diverso valore che permettono di sbloccare nuovi personaggi e nuove skin per gli stessi e per le loro armi (a meno che non vogliate shoppare come matti e avere tutto subito, io di certo non vi giudico). Menzione d’onore nel comparto multiplayer va al revamp di una modalità storica del franchise: l’Orda 3.0. Sostanzialmente si tratta di sopravvivere con un team di altri quattro giocatori ad un certo numero di ondate di mostri via via sempre più numerosi e difficili da uccidere mentre si cerca di difendere il proprio fabbricatore, strumento polifunzionale in grado di creare armi, munizioni e strutture di difesa. La nuova modalità prevede l’introduzione di un sistema di classi tra cui scegliere ognuna con la propria specializzazione e un sistema a carte (ricordate il discorso sulle microtransazioni? Boom, baby!!) atte a modificare in maniera più o meno permanente il vostro personaggio e trasformarlo nella perfetta arma ammazza-locuste.

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Morite Battiterra!

Dulcis in fundo passiamo al  comparto tecnico. Il gioco si presenta come una sexy bomba grafica, per merito del nuovo e più evoluto Unreal Engine 4 che permette di creare ambienti più complessi soprattutto a livello di illuminazione, mentre il design dei personaggi con le loro immancabili armature a led ritorna in grande stile e i volti sembrano più vivi che mai (anche se sull’espressività  bisognerebbe ancora lavorarci su). Gli scenari variano da ville di stampo fiorentino a tunnel minerari passando per ambientazioni di tipo industriale sempre care alla serie. Microsoft ha confermato che questo nuovo capitolo avrà delle prestazioni attestate sui 1080p a 30 fps nella modalità giocatore singolo mentre chi, come me, adora giocare in multiplayer beneficerà di tutti i 60 fps disponibili (anche se il lag dei server ogni tanto si fa sentire).

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Nel complesso, pur non avendo apportato migliorie significative e massicce alla serie, Gears of War 4 si attesta come il gran gioco che tutti ci aspettavamo: scenari mozzafiato, una storia che seppur fortemente autoreferenziale riesce a scorrere senza troppi intoppi e un sacco di violenza si bilanciano in un’esperienza che nonostante tutto è in grado di concedere numerose ore di divertimento (ovviamente condito con le profanità del caso).

Perciò, miei piccoli Gears, fate il pieno al vostro fucile Lancer perché si torna ad affettare Locuste!

    Asmael Articoli
    Chiamatemi Asmael. Sono un impiegato di decimo livello al servizio del Nerdiavolo e sono stato mandato sulla terra a studiare gli usi e costumi di voi mortali. Amo i videogiochi, il ramen, la birra e tutte le cose strane e deviate che definite "Nerd".

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