Westworld – stagione 1

westworld recensione

Voto:

Che epoca quella del Far West, dominata dalla legge del più forte, tanto selvaggia e brutale quanto affascinante e fonte d’ispirazione di numerosi film e romanzi. Westworld permette di riviverla appieno e in tutta sicurezza: si tratta di un parco a tema di un futuro immaginario, dove visitatori molto facoltosi possono immergersi in una dettagliata ricostruzione storica del periodo e fare tutto ciò che vogliono, che sia vestire i panni di eroi o criminali, o semplicemente andare a prostitute ed alcolizzarsi per tutto il tempo, ammazzando gente a caso quando capita. La particolarità sta nel fatto che il parco è popolato interamente da androidi (gli host), talmente perfetti in aspetto, azioni e parole da essere indistinguibili dalle persone reali, con la differenza che sono gli unici a poter morire o farsi del male. Inutile dirvi che tutta questa sicurezza ad un certo punto sarà messa in dubbio.

Se qualcosa in tutto questo vi suona vagamente familiare è perché questa serie è basata sull’omonimo film del 1973 (in italiano “Il Mondo dei Robot“) di Michael Crichton, lo stesso che ha scritto il romanzo di Jurassic Park da cui poi Spielberg ha tratto il film che tutti conosciamo. Forse Crichton nutriva qualche profonda inquietudine nei confronti dei parchi a tema.

westworld william e logan

Quello che vi ho sintetizzato è solo il concetto di base, ma non aspettatevi affatto una trama semplice, tant’è che la serie è scritta (assieme a Lisa Joy) da Jonathan Nolan (fratello del regista Christopher), uno a cui dobbiamo quel capolavoro di Memento, e che ha partecipato alla sceneggiatura di film come Interstellar e The Prestige. Insomma quelle robe belle che prendono il cervello, ci giocano a ping-pong e dopo averlo sballottato per bene lo scaraventano nella stratosfera con colpi di scena micidiali.

Nel corso di questa prima stagione vengono portate avanti più storyline legate a diversi personaggi, e coinvolgono eventi che hanno luogo sia all’interno che all’esterno del parco, nella “sala di comando” per intenderci. Apparentemente non sembrano avere troppo a che fare tra di loro, ma verso le ultime puntate scoprirete che tutto è collegato, in un intreccio che faccio fatica a capire come possa essere stato concepito. Davvero, un lavoro del genere richiede dedizione e talento unici, ed è chiaro come il sole che tutta la stagione sia stata scritta e pensata come un unico, gigantesco film, anche perché buchi di trama veri e propri non ci sono, niente di quel che si vede è lasciato al caso e c’è una cura dei dettagli tale da fornire agli spettatori più attenti spunti per capire, o almeno teorizzare, come si andranno a sciogliere certi nodi.

Sporadicamente è possibile notare anche easter egg riguardanti il film del ’73, che mi hanno fatto sorridere di gusto. C’è da dire che se vogliamo proprio trovare un difetto alla serie, è quello di essere piuttosto lenta, il che potrebbe spazientire più di qualche spettatore, ma fatevi il favore di andare fino in fondo perché, ripeto, è tutto fatto apposta. E per “fino in fondo” intendo anche dopo i titoli di coda dell’ultima puntata.

westworld abernathy

La serie ripropone a modo suo annose questioni filosofiche legate al tema dell’intelligenza artificiale. Nel parco i visitatori sono liberi di ammazzare, stuprare, e in generale sfogare i più bassi istinti sulle “attrazioni”, che a fine giornata vengono semplicemente risistemate e resettate, per riprendere i propri pattern prestabiliti il giorno seguente. Gli androidi vivono quindi in un loop infinito, costretti a ripetere le stesse azioni e parole ogni giorno e subire ogni genere di violenza. Sembra un inferno, ma tutto sommato è per questo che sono stati costruiti, sono soltanto macchine al servizio dell’uomo, oggetti e nulla più.

Il problema è che per ottenere il massimo del realismo, sono stati programmati anche per provare emozioni, quindi che accadrebbe se per qualche ragione gli host dovessero ricordare quanto subito, se iniziassero a prendere coscienza di sé? Non aggiungo altro per non rivelarvi troppo, e tutto sommato fin qui non siamo lontani da tante altre opere di fantascienza, ma vi basti sapere che non si tratta solo di questo, gli spunti di riflessione tirati in ballo sono molti e profondi, e io sto ancora rimuginando sul finale e su tutto ciò che ho visto in questa stagione. Quando accade questo per me è la prova di essermi trovato davanti a qualcosa di speciale.

I confini qui sono sempre molto labili: giusto o sbagliato, buoni o cattivi, nulla è mai completamente una cosa o l’altra, ci sono tantissime sfumature. C’è un confine sottile anche tra umani e macchine, e nello spettatore vengono instillati costantemente dubbi su cosa sia reale o meno.

westworld ford anthony hopkins

Il raffinato lavoro di scrittura di Westworld non si ferma solo alla trama, ma include anche i personaggi. Le evoluzioni che questi subiscono nel corso della storia sono sorprendenti, alcuni che sembrano secondari diventano centrali e viceversa, altri ci vengono mostrati in un certo modo per poi stravolgere l’idea che ci siamo fatti di loro, in sostanza veri e propri personaggi a tutto tondo, che colpiscono e rimangono impressi vividamente nella memoria.

Per un risultato del genere però servono anche gli attori giusti, e il cast di questa serie è fenomenale. Primo fra tutti, il monumentale Anthony Hopkins nei panni del fondatore del parco Robert Ford, un ruolo che sembra cucito su misura per lui: enigmatico, razionale e sempre inquietantemente sereno. Straordinario Ed Harris che interpreta un misterioso “uomo in nero“, un visitatore abituale del parco che stavolta vi si reca con un obiettivo ben preciso, e per perseguirlo si comporta da spietato villain. Ottima performance anche per la bella Evan Rachel Wood nel ruolo dell’host Dolores, personaggio chiave della storia. Non mi dilungo oltre con la lista per non diventare noioso, semplicemente tutti gli attori sono stati formidabili e hanno dato vita a personaggi scritti divinamente.

Dal cast si evince l’altissimo budget messo in campo da HBO per la produzione della serie (tra l’altro annovera J.J. Abrams tra i produttori esecutivi), ma non solo, anche la realizzazione tecnica generale è eccellente, e ad un certo punto non potevo credere ai miei occhi nel vedere il personaggio di Hopkins ringiovanito in un flashback. Ecco, questo è il modo giusto di realizzare una cosa del genere, non come in Rogue One.

westworld dolores e uomo in nero

Westworld ha preso l’idea eccellente, ma non sfruttata appieno, del film originale e l’ha elevata all’ennesima potenza, anche grazie ai mezzi e le conoscenze robotiche e informatiche moderne, che permettono di avere un risultato più verosimile e meno naive agli occhi di chi guarda, il tutto però restandone fedele in molti aspetti.

La serie si prende i suoi tempi, disorienta lo spettatore trascinandolo in un labirinto narrativo, solo al termine del quale tutto assume davvero un senso e diventa chiaro, e questo può farla risultare indigesta a molti, ma resta comunque imprescindibile per tutti coloro che amano le opere di fantascienza, soprattutto quelle più profonde nello stile di Isaac Asimov e Philip K. Dick.

Questa prima stagione è terminata lasciando diverse questioni in sospeso ed HBO ha già confermato la seconda, prevista per il 2018. Nel film di Crichton (che ad ogni modo vi consiglio caldamente di recuperare) la compagnia in possesso di Westworld, Delos, aveva nel suo “complesso vacanze” anche altri mondi, più precisamente uno dedicato all’antica Roma e l’altro al medioevo europeo. Nel finale di questa stagione ci viene fatto esplicitamente intendere che nella prossima vedremo altri mondi a tema, anche se diversi da quelli del film.

Francamente tolto questo particolare non ho idea di come abbiano intenzione di continuare la serie. Nel frattempo mi divertirò a fare ipotesi e cercherò di rimettere a posto la mascella che m’è caduta violentemente.

Qui sotto vi lascio la meravigliosa sigla d’apertura e il trailer in italiano, che però vi consiglio di non guardare qualora vogliate evitare qualsiasi tipo di spoiler.

Trailer:

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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