Inizio col dire che una parte di me è molto affezionata ad Haemimont Games, in quanto per merito loro mi sono avvicinato al gaming su PC, grazie ad uno dei miei RTS a stampo storico preferiti: Imperivum – Le Grandi Battaglie di Roma. Era un bel po’ che non giocavo ad un loro titolo, considerando che poi i miei gusti sono andati a cambiare col tempo e che la serie Tropico su di me non suscitava alcun interesse. Mi sono quindi buttato sulla loro nuova “mascotte” Victor Vran, un action RPG isometrico, che in questa edizione denominata Overkill Edition contiene tutti i DLC usciti, ossia Mötorhead Through The Ages e Fractured Worlds.
Il gioco ci permette sin da subito di scegliere da quale dei 3 mondi iniziare la nostra avventura. Com’è giusto che sia, visto che si trattava del mio primo approccio col titolo, sono partito da quello di base, ovvero Zagoravia. Arrivato in città per cercare un suo compagno scomparso, il cacciatore di demoni Victor Vran capisce ben presto che in questo regno c’è decisamente qualcosa che non va. Dopo la cutscene iniziale faremo la conoscenza dei comandi di gioco e con molto piacere ho notato subito la grande agilità del protagonista: abbiamo a disposizione una comoda rotolata, che ci permetterà di sfuggire dalle grinfie dei nemici o spostarci più velocemente, ed il salto, utile per evitare alcuni attacchi come il veleno lasciato sul suolo, soprattutto contando che le armature non ci proteggeranno granché dai danni. Tutto ciò è condito da una telecamera ruotabile a 360° che ci permette di visionare la zona dove ci stiamo muovendo con una buona chiarezza.
Giunti finalmente al castello della regina Katarina dopo aver fatto la prima strage di mostri, scopriremo che proprio questo luogo farà da hub centrale per le nostre scorribande del regno. Qui possiamo trovare il classico commerciante di armi, una postazione per la Trasmutazione di armi e altri oggetti (disponibile dal livello 16), un baule per depositare i nostri oggetti più rari senza fare confusione nel nostro inventario, ed infine un ultimo mercante specializzato nelle Destiny Cards. Queste carte sono delle vere e proprie abilità passive del personaggio, che offrono soluzioni interessanti per le vostre build e la cui quantità equipaggiabile aumenta col salire del livello.
Le armi però sono il vero fulcro del gioco, grazie in particolare ad buona varietà che spazia dalla semplice spada al mortaio. Ognuna dispone di due abilità che si ricaricano con un cooldown di un paio di secondi, inoltre ne possiamo equipaggiare due diverse e sono alternabili con estrema facilità. Peccato però che ci sia un’arma che non tiene conto del tempo di ricarica delle abilità, ovvero il tomo magico: i suoi attacchi base rilasceranno dei globi arcani da raccogliere (fino ad un massimo di 5) ed ogni volta che useremo una delle due abilità dell’arma, questi verranno consumati senza che poi ci sia il classico cooldown, così basterà semplicemente colpire il primo nemico, ricevere il globo, recuperarlo e continuare in questo modo a fare strage di nemici e boss (sì, ho completato il gioco unicamente con quest’arma).
Ho parlato di boss non a caso, in quanto come in un classico RPG ne troveremo un paio e tutti originali nelle loro meccaniche. Anche i semplici demoni che troveremo in giro per la mappa non sono da sottovalutare, in quanto possiedono dei ranghi che ne indicano la pericolosità, un po’ come in Diablo. Detto questo, il gioco saprà intrattenervi per un discreto quantitativo di ore: ne ho impiegate circa 6 per completare la main quest, che vanno ad aggiungersi alle sfide nel post game insieme ai DLC.
Ora veniamo alla parte un po’ più debole della mia esperienza col gioco: i DLC. Dopo aver concluso la campagna di Zagoravia, sono tornato al menù principale per cambiare mondo (un vero peccato che non si possa accedere ai DLC tramite la mappa di gioco, ma tant’è), quindi ho catapultato Victor in quello di Mötorhead: Through The Ages che, lo dico subito, tra le due espansioni è la migliore, e offre persino due nuove armi: la chitarra elettrica (che fornisce al nostro beniamino un bel quantitativo di tamarragine) e il revolver. Ma parafrasando la famosa strofa di una canzone di Jo Squillo e Sabrina Salerno: oltre le armi c’è di più. Difatti il DLC include anche nuovi boss, e sebbene siano pochi bisogna dire che lo sforzo di Haemimont Games è evidente, in quanto sono originali e soddisfacenti da affrontare (anche qui il tomo ha mietuto vittime). Oltre a questo, nella nuova mappa di gioco abbiamo dei monumenti a forma di chitarra elettrica che se “purificati” ci doneranno ricompense di vario tipo, un’aggiunta carina che sicuramente non guasta.
Se la prova è stata soddisfacente per quanto riguarda l’espansione dedicata ai Mötorhead (anche se è stata completata in circa 3 ore), non posso dire lo stesso di Fractured Worlds. Questo DLC è pensato per dare una vera e propria sfida al giocatore, e fin qui non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che rispetto all’altro qui non ci sono novità. Troveremo delle semplici missioni con dei demoni di livello campione da sconfiggere, senza che ci vengano proposti nuovi boss o almeno dei reskin, il che tende ad appiattire l’esperienza. Un altro problema che affligge questo contenuto è la quantità di campioni “allo stato brado” presenti: prima di arrivare alla parte finale della missione troveremo una quantità sproporzionata di campioni con relativi demoni minori al seguito. Questo mi ha portato al game over un numero elevato di volte, nonostante le schivate ossessive o i tentativi di pulire la zona: tutto vano, in quanto il danno infertomi era sempre troppo consistente. Posso capire il proporre una sfida molto più “hardcore” rispetto al titolo base, ma qui si sfocia nella frustrazione, anche perché al fine di creare una sfida maggiore, sono stati semplicemente inseriti i nemici più odiosi, potenziati ed in gruppi numerosi. Una scelta di design a mio parere sbagliata: avrei preferito nuovi demoni con caratteristiche tali da permettermi di sfruttare al meglio o diversamente le abilità di Victor.
Victor Vran: Overkill Edition nonostante alcuni problemi di bilanciamento risulta un gioco piacevole, con dialoghi che alle volte riescono a far sorridere e dotato di un interessante comparto multiplayer. Per essere la prima avventura di Victor, non mi è sembrata affatto male, speriamo solo che in un eventuale sequel Haemimont corregga gli errori per regalarci un prodotto ancora migliore.
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