Il calendario segnava l’anno 1991, la prima volta che i videogiocatori della gloriosa generazione 8/16 bit videro correre sul proprio schermo un riccio blu. Era l’epoca della Console War – quella vera, che vedeva Nintendo e Sega affrontarsi senza esclusione di colpi per conquistare i cuori dei giocatori e, per esteso, il mercato videoludico; Sega aveva bisogno di una carta decisiva da contrapporre alla corazzata Nintendo e al baffuto (e popolare) idraulico che la rappresentava. Nacque così Sonic the Hedgehog, che ottenne diversi risultati: fornire a Sega una mascotte ufficiale dall’immagine “cool” e accattivante, sfornare un gioco che mettesse in risalto le capacità tecniche del Sega Mega Drive e al tempo stesso varare un platform di nuova concezione, il cui gameplay fosse incentrato su una velocità per l’epoca assolutamente impressionante. L’enorme successo di Sonic mise in discussione il predominio Nintendo per anni, e come prevedibile il riccio blu si trovò ad essere protagonista di una lunga serie di sequel e spin-off.
Col passare degli anni, mentre Sega andava inesorabilmente incontro al suo declino e al definitivo tramonto, Sonic accumulava giochi su giochi con incerte fortune: praticamente nessuno dei titoli “successori”, anche a distanza di generazioni, è più riuscito a ricalcare l’impatto ed il successo della trilogia originale – ad oggi meritatamente considerata l’apice della serie. Adesso, nel 2017, Christian Whitehead, Headcannon e PagodaWest Games si cimentano nell’epica impresa di ridare lustro ad una serie che ha fatto la storia dei videogiochi e che giunge a noi acciaccata da anni ed anni di titoli mal riusciti e sontuose porcherie. Saranno riusciti a bissare l’ottimo successo di Sonic Generations, titolo targato 2011 che – esattamente come Mania – fece dell’amarcord il suo punto di forza? Scopriamolo: una volta terminato il download avviamo il gioco, ci guardiamo la deliziosa e breve intro che sembra ripercorrere gli eventi di Sonic 3, e come per magia…
…poffare, ma quella è Green Hill! Se non ci fosse di mezzo il menù principale del gioco a sdoganare fin da subito le animazioni fluidissime, si sarebbe quasi tentati di credere di stare giocando al primissimo Sonic the Hedgehog: lo scenario, gli sprite dei nemici, persino la specifica posizione (!) di anelli e power-up sembrano condurci per mano in un viaggio nel passato. Tuttavia la modernità di questa nuova produzione si rivela fin da subito: basta muoversi un po’ attraverso i vari livelli per scoprire che ovviamente non tutto è come lo ricordavamo, quasi come se i nostri stessi ricordi fossero stati distorti dal potere che il malvagio Dottor “Eggman” Robotnik utilizza nel gioco per piegare la realtà al suo volere.
Tutto è costruito come un’autentica lettera d’amore per i vecchi titoli, riuscendo egregiamente a restituire le precise sensazioni di tanti anni fa: la fisica di Sonic, con i suoi continui rimbalzi, inerzie, rotazioni e – ovviamente – accelerazioni vi farà pensare di aver posato il controller del Mega Drive solo qualche giorno fa, mentre una colonna sonora assolutamente fantastica remixerà i brani scolpiti nella vostra memoria, alternandoli a nuove composizioni; persino i puri e semplici effetti sonori sono gli stessi dei vecchi capitoli, dal “boing” dei salti di Sonic fino al familiare tintinnare degli anelli.
È ovviamente sbagliato credere che Sonic Mania sia una remastered o qualcosa di simile: ci troviamo di fronte ad un titolo del tutto nuovo, che fa però di un gameplay nostalgico e ampiamente rodato il suo punto di forza. Alcune innovazioni rendono il titolo più accessibile e variopinto rispetto ai suoi predecessori: ritorna la funzione di salvataggio a slot di Sonic 3 (sebbene in una nuova e più moderna veste di autosave), mentre a dare varietà e rigiocabilità troveremo una modalità Crono che ci permetterà di sfidare online il resto del mondo nel tentativo di stabilire nuovi record di velocità, ed una modalità Versus che, ricalcando quanto originariamente comparso in Sonic 2, farà in modo che possiamo sfrecciare contro un amico in split screen, in una gara forsennata. La modalità Mania (questo il nome dello story mode principale) si snoda attraverso dodici zone che potremo affrontare selezionando il nostro beniamino tra Sonic, il suo piccolo compare Tails o Knuckles l’Echidna, ognuno dotato di differenti capacità; al termine di ogni zona troveremo, prevedibilmente, un boss a sbarrarci la strada. Proprio le boss battles sono, secondo chi vi scrive, uno dei punti di forza del gioco: si presentano con una maggiore varietà rispetto ai vecchi capitoli, costringendo talvolta il giocatore a spremersi le meningi per risolvere l’annosa domanda “cosa devo fare per batterlo?”
Un’altra novità è costituita dai bonus stage, che si presentano come una sfida di tipo decisamente diverso: correremo in una serie di diversi circuiti in ambiente 3D (la cui resa grafica è comunque sempre deliziosamente retrò) con lo scopo di raggiungere e toccare un robot in fuga, prima che lo scadere del tempo ci costringa a tornare al gioco principale. Se sapremo riuscirci, verremo ricompensati con uno dei sette Chaos Emeralds, che come ogni degno fan del riccio sa bene ci permetteranno – al completamento della collezione – di trasformarci in Super Saiya- volevo dire, Super Sonic (o comunque la controparte “super” di uno dei personaggi).
La raccolta dei sette Chaos Emeralds è tra l’altro ben più importante che nel passato, ma il motivo non ve lo dico. No, scherzo, se proprio volete saperlo ve lo spiego (spoiler):
L’esperienza di gioco complessiva di Sonic Mania si attesta intorno ad una manciata di ore per chi ha già dimestichezza con la serie, che possono probabilmente accumularsi per i giocatori estranei alle particolari dinamiche della saga Sega (ahah!): il livello di difficoltà crescente, specialmente negli ultimi stage, costringe ad una serie di fallimenti e ripetuti tentativi cui le nuove generazioni potrebbero non essere abituate (all’interno del genere platform, intendo… smettetela di agitare quelle copie di Dark Souls!). Gli stage si rivelano inoltre più lunghi rispetto alla loro controparte 16 bit dell’era passata, ma di questo si accorgeranno solo i giocatori veterani.
In definitiva, Sonic Mania si rivela un ottimo prodotto: divertente, veloce ed impegnativo quanto basta per i neofiti ed ovviamente assolutamente imperdibile per chiunque, a suo tempo, abbia stretto una cartuccia del Mega Drive tra le mani. Il suo prezzo contenuto (a meno che, ovviamente, non optiate per la fantastica Collector’s Edition) lo rende un autentico must per chiunque nutra anche solo apprezzamento per il genere platform… con la speranza (almeno per chi vi scrive) che possa accendere nei giocatori di nuova generazione l’interesse per questa saga composta da titoli che hanno fatto la storia dei videogiochi. Chi invece sa bene a cosa va incontro, vada pure a colpo sicuro: Sonic Mania è un grande ritorno a quelle passioni che già negli anni ’90 ci fecero abbattere il muro del suono.
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