Ci sono giochi fatti per divertire, altri per spaventare e altri ancora per mettere alla prova le nostre capacità. Another Lost Phone: Laura’s Story è un gioco che incarna tutti e tre questi aspetti. Sviluppato dallo studio indipendente francese Accidental Queens (fondato da tre donne accomunate dall’idea di sensibilizzare il pubblico su varie problematiche sociali come pubertà e omofobia), pubblicato da Playdius e realizzato in Unity Engine (motore grafico che sembra essere diventato d’elezione per i giochi Indie e mobile), il gioco si presenta come un semplice punta-e-clicca, solo che l’ambientazione non è quella di verdeggianti e assolate spiagge caraibiche infestate di non morti (e scimmie a tre teste), bensì un semplice telefonino ritrovato da noi. Eh sì, siamo proprio noi i protagonisti della vicenda… o almeno così pare.
Lo scopo del gioco è semplicemente quello di scoprire cosa sia accaduto a Laura (precedente proprietaria del cellulare e vera protagonista della storia) attraverso una serie di enigmi di varia natura che ci permetteranno l’accesso ad app e contenuti criptati. No, non sto improvvisamente parlando di Watch Dogs, parlo di backup su cloud, smart lock e tutte quelle meraviglie della tecnologia moderna che ci permettono di criptare i nostri file più segreti e che, in questo caso, nascondono una storia agghiacciante di amore, gelosia e violenza psicologica.
A livello di meccaniche gli enigmi non si presentano in maniera complessa, ma complessa è la ricerca delle loro soluzioni che ci obbligherà a scandagliare ogni singolo messaggio, e-mail e accesso ai social in cerca di indizi (il sottoscritto si è munito di taccuino, lente d’ingrandimento, pipa e cappello da cacciatore per entrare meglio nella parte). Talvolta vi ritroverete in punti morti e senza nemmeno un indizio per non aver letto un particolare messaggio in una conversazione lunghissima, il che vi obbligherà a scandagliare di nuovo tutto alla ricerca di un codice o di una foto che vi permetta di svelare l’arcano.
La colonna sonora presenta un’interessante e godibile selezione di musica elettronica ad opera dell G4F Records, casa discografica francese specializzata in colonne sonore per videogiochi. Le tracce si armonizzano appieno con lo spirito del gioco, soprattutto considerato che stiamo parlando del cellulare di una ragazza sui trent’anni, e sembrano seguire in alcuni casi gli stati d’animo del giocatore dando una maggior sensazione d’immersione e animando al tempo stesso le sessioni di gioco.
Il gioco presenta un singolo difetto: la complessità degli enigmi. Per quanto si tratti di una semplice avventura grafica prodotta per PC e mobile, talvolta il gioco presenta delle punte di difficoltà in grado di bloccare il giocatore anche per ore in cerca di una soluzione (complici anche i numerosi tentativi di depistaggio da parte del gioco stesso, che inserisce indizi utili in mezzo a conversazioni triviali o immagini apparentemente innocenti).
E ora veniamo alla vera nota dolente del gioco, non perché negativa ai fini dell’intrattenimento, ma per via della sua natura subdola e del modo in cui è stata inserita nel contesto del gioco: la violenza sulle donne. Argomento spesso sottovalutato e talvolta anche bistrattato, che qui ci viene mostrato nel suo aspetto più subdolo e logorante dalla vicenda della protagonista. Laura potrebbe essere la vostra compagna di scuola, la vostra vicina di casa o peggio ancora la vostra stessa sorella, e il gioco è magistrale nel mostrarci come la violenza sulle donne non sia fatta solo di urla e pugni ma anche di sottile manipolazione, allontanamento graduale e sabotaggio.
Forse Another Lost Phone: Laura’s Story non sarà il titolo tripla A che smanierete di comprare, né un gioco che vi terrà incollati alla sedia per giorni, ma in un periodo di eroine in costume che sconfiggono i cattivi a suon di pugni nei blockbuster hollywoodiani, è bene ricordare che ci sono delle Wonder Women che ogni giorno combattono battaglie ben peggiori e più difficili nel silenzio delle loro case.
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