La terza stagione di Rick e Morty è finalmente arrivata anche su Netflix dopo essersi conclusa su Adult Swim. Riprenderemo la storia esattamente da dove si era interrotta, ossia con Rick prigioniero della confederazione galattica per via di crimini a noi sconosciuti. Questa nuova stagione inizia benissimo con un primo episodio “esplosivo” in tutti i sensi: vedremo Rick alle prese con la sua evasione, cosa in cui riuscirà col suo solito stile sobrio e discreto.
Inizio esplosivo a parte, i primi episodi tenderanno ad essere più “pesanti” del solito, visto che cercheranno di insistere sul lato emotivo della vicenda, affrontando il tema (spoiler)
In un episodio sperimenteremo anche la mancanza di quella che è la base di Rick e Morty, ossia il metodo narrativo definito “Hero’s Journey“, in breve strutturato così:
- Il protagonista è in una situazione tranquilla
- desidera qualcosa
- finisce in una situazione non familiare
- si adatta
- ottiene ciò che vuole
- paga un grosso prezzo per averla ottenuta
- ritorna alla sua situazione tranquilla
- è cambiato
Questo è ben evidente ad esempio nella seconda stagione, quando Morty prova a salvare Peto dopo aver scoperto che Rick vende armi ad un assassino su commissione. Morty vuole dimostrare a Rick che ogni vita è importante (desidera qualcosa), per farlo cerca il killer (situazione non familiare), ma lo uccide per sbaglio e decide di liberare Peto che era il bersaglio (si adatta e ottiene ciò che vuole). La scelta di Morty causa la morte di un numero spropositato di persone (paga un grosso prezzo per averla ottenuta), ma alla fine Peto è salvo e sta per tornare a casa (ritorna alla sua situazione tranquilla). Quando però Morty capisce che lasciarlo andar via avrebbe significato la morte di tutte le forme di vita a base di carbonio, cambia e diventa qualcuno in grado di ucciderlo, concludendo così l’hero’s journey.
Tuttavia nella seconda metà della stagione abbiamo un incremento della qualità degli episodi, che per qualcuno potrebbero anche essere tra i migliori della serie. Verranno approfonditi aspetti finora sconosciuti, come ad esempio la vita nella cittadella dei Rick, della quale scopriremo la gestione della politica, i rapporti tra i Rick e i Morty e molto altro.
Il vero sviluppo dei personaggi sarà visibile per l’appunto in questa metà stagione, dove Rick riuscirà ad interagire finalmente con Jerry, e soprattutto vedremo un episodio interamente dedicato a Beth. In quelli passati non sono mancate occasioni per mostrarci il rapporto tra il nonno e i nipoti (Summer inclusa), ma quasi nessuno finora aveva esplorato a dovere il rapporto tra Rick e sua figlia. Non solo conosceremo meglio Beth (presente e passata), ma la serie ci lascerà anche un dubbio su come si sia comportata di fronte ad una scelta “esistenziale”.
La terza stagione di Rick and Morty ha un ritmo altalenante, dovuto anche alla scelta degli autori di lasciar solo intendere molte cose senza effettivamente mostrarle. Questo a volte porta a far credere di aver saltato un episodio o due, e può creare non poca confusione se non ci si rende conto delle soluzioni adottate. Per quanto bizzarro possa sembrare, però, il tutto in qualche modo funziona e riesce nel suo intento.
Questa potrebbe non essere la stagione migliore dello show, ma nonostante alcuni difetti mantiene ugualmente alto lo standard della serie e riesce ad intrattenere, divertire e a volte emozionare, così come Rick e Morty hanno sempre fatto. Se la si guarda senza aspettative troppo alte intrattiene alla grande e non delude.
https://www.youtube.com/watch?v=MkekGuqcbwY
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