Vi è mai capitato di notare un libro, un fumetto o un film tra gli scaffali del negozio e, senza leggere recensioni, senza sentire pareri altrui, senza avere alcuna informazione, decidere di comprarlo? A me sì, un sacco di volte. Forse ho avuto fortuna, ma nella maggior parte dei casi ne ho tratto delle grandi soddisfazioni.
L’albo di cui mi accingo a parlarvi è una di queste: ecco a voi “Deadpool il papero“.
Il protagonista di quest’opera è, ovviamente, Deadpool, l’adorabile Mercenario Chiacchierone ideato da Fabian Nicieza, che ne scriverà le avventure, e trasposto su carta da Rob Liefeld.
Anche il grande pubblico, in anni recenti, ha imparato ad apprezzarlo, specialmente dopo il film a lui dedicato che ha suscitato il plauso di pubblico e critica e del cui sequel si ha già un teaser ufficiale. La sua ossessione per la “cultura pop”, il suo essere conscio di trovarsi all’interno di una storia a fumetti e la consueta rottura della quarta parete sono divenuti, ormai, di dominio pubblico.
Ugualmente il suo fattore rigenerante, la sua forza ed il suo smisurato amore per armi e sangue sono noti tanto quanto l’irreverente humor tipico di Wade, capace di suscitare ilarità anche in contesti in cui, ai più, risulta difficle fare umorismo.
A ricoprire il ruolo di coprotagonista troviamo Howard il Papero, Il palmipede antropomorfo creato da Steve Gerber e Val Mayerik, ritrovatosi intrappolato sulla terra dopo esserci stato spedito con un potente incantesimo.
Cinico, disilluso e malinconico lavora come detective privato per sbarcare il lunario e si è ormai abituato a esprimere i propri sentimenti con un fine sarcasmo costantemente velato di tristezza, guadagnandosi di diritto l’appartenenza al celeberrimo filone del noir-hard boiled.
Cosa accadrebbe se questi due personaggi, così distanti l’uno dall’altro, ma così vicini nell’essere totalmente fuori dal mondo, si fondessero? Chi si è posto questa domanda è riuscito a venirne a capo creando Deadpool il Papero.
Per la precisione, sto parlando di Stuart Moore (ai testi) e Jacopo Camagni (ai disegni) che hanno tradotto la loro risposta in una miniserie di 5 numeri, qui raccolta in un volumetto unico.
Le vicende narrate ruotano attorno allo strano evento che ha portato alla fusione dei due personaggi ed alla ricerca della soluzione a questo assai scomodo (e comico) problema.
La commistione dei due lascia a Deadpool il controllo del corpo di Howard, che viene però esiliato in una zona neutra dell’universo da cui seguirà le vicende, apparendo come una specie di proiezione olografica che solo Wade riesce a scorgere. La convivenza forzata e la necessità di collaborare porterà i due in rotta di collisione esplodendo in un turbinio di gag mai banali sostenute da ottimi dialoghi ed eccellenti battute.
Ciò che ho apprezzato maggiornmente di questo albo è la sinergia tra sceneggiatore e disegnatore che traspare dalle pagine: Moore e Camagni, come Deadpool e Howard, lavorano all’unisono, l’uno si prodiga affinché l’altro si possa esprimere al meglio.
Moore, infatti, tratterà ottimamente i personaggi e noi lettori, usando le caratteristiche dei primi per plasmare lo sviluppo della narrazione evitando di doverli adattare alle situazioni, operando direttamente affinchè trama e personaggi coesistano in armonia. Allo stesso modo, dai disegni di Camagni trasparirà la frenesia delle azioni, una grande espressività dei corpi e dei volti (che risulteranno ben definiti senza mai scadere nell’esagerazione) e una grande cura per i dettagli, specialmente quelli delle ambientazioni.
Personalmente, ritengo che questo albo sia un ottimo esempio di come “utilizzare i canoni” di una determinata Arte non necessariamente significhi produrre opere di scarso valore o tutte uguali tra di loro. Gli autori, infatti, rientrano di diritto nella grande tradizione dei Comics senza però sottomettersi ad essa, utilizzando saggiamente gli strumenti messi loro a disposizione per costruire una narrazione ottima e mai noiosa ed un comparto grafico di altissimo livello che, uniti, si traducono in una simbiosi perfettamente riuscita ed un albo veramente valido.
Lettura assolutamente consigliata, capace di farvi trascorrere dei momenti di spensierata allegria e strappare ben più di un solo sorriso.
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