Nell’immaginario collettivo gli anni ’70 rappresentano un’epoca quasi mitica, dove la creatività artistica raggiungeva vette mai sfiorate e le popolazioni occidentali iniziavano ad assaporare le tante agognate libertà individuali frutto delle lotte del decennio precedente. Ad onor del vero, però, i magici seventies rimasero nella storia anche per diversi efferati omicidi che sconvolsero la benpensante società statunitense. È da questo background storico che pesca a piene mani la giovane software house iFun4All SA per raccontare le vicende di Bob, il baffuto eroe di Serial Cleaner.
Armati dei vostri fedelissimi pantaloni a zampa d’elefante, sarete chiamati a pulire le scene del crimine da sangue, prove, indizi e soprattutto cadaveri tentando di non farvi scoprire dalle rapide guardie. Il vostro Bob è per fortuna dotato di un “superpotere da Cleaner” che vi permetterà di dare uno sguardo all’intero livello, concedendovi di studiare gli schemi di movimento dei poliziotti, con la semplice pressione del grilletto sinistro. È sicuramente uno strumento fondamentale sebbene non blocchi il tempo di gioco; pertanto va utilizzato in situazioni di assoluta quiete, lontano dai coni ottici dei sorveglianti.
Le guardie sono numerose e sapientemente collocate in sezioni cruciali del quadro. Hanno routine per lo più ripetitive ma non mancheranno anche poliziotti speciali dal comportamento anomalo e imprevedibile. In ogni caso i vostri movimenti dovranno sempre essere oculatamente ponderati perché l’essere scoperti vi porterà nell’80% dei casi ad essere catturati e a riniziare il livello. Anche i rumori generati dal vostro incedere possono portarvi all’inesorabile sconfitta ed è quindi consigliatissimo tenere sott’occhio il pratico grafico a diamante del suono generato da Bob, che può aumentare in intensità se porterete sulle spalle un cadavere o utilizzerete la pratica aspirapolvere/aspirasangue.
A semplificare la vita del vostro alter ego c’è la possibilità di nascondervi in diverse sezioni dei livelli, potendo contare su scatoloni, piante, frigoriferi sempre pronti ad occultarvi. A dir la verità si possono venire a creare situazioni davvero poco realistiche in cui le guardie, pur inquadrandovi nel loro cono ottico, perderanno completamente le vostre tracce se vi nasconderete in uno di questi oggetti. Il tutto è molto funzionale allo schema di gioco ma potrà far storcere il naso a chi cercava un’esperienza ancor più difficile. I 20 contratti in cui è divisa la campagna sono ovviamente a difficoltà crescente e gli ultimi livelli presentano piante decisamente più complesse dove, tra l’altro, potrete anche muovere parti del mobilio o attivare oggetti che richiameranno l’attenzione delle guardie con il loro assordante rumore.
La difficoltà del gioco è, a mio parere, perfettamente calibrata. Serial Cleaner è un gioco difficile, a tratti davvero molto complicato, ma non risulta mai frustrante. È un videogame che non punisce il giocatore ma lo stimola a cercare soluzioni ogni volta più intelligenti. Davvero creativo il sistema adottato da iFun4All nel caso si debba riniziare il livello una volta catturati. Gli oggetti e le carcasse saranno ricollocate sul quadro in una nuova disposizione scongiurando quindi la possibilità di dover imparare a memoria tutte le loro posizioni e costringendo il giocatore a ripensare, di volta in volta, la propria tattica di azione.
La struttura del gioco presenta un’alternanza tra contratti e sezioni “casalinghe” nelle quali la trama viene raccontata attraverso i dialoghi con la mamma di Bob, una povera signora all’oscuro dell’illecita attività del figlio, e le telefonate con i vostri clienti. È possibile interagire anche con il televisore, la radio e i giornali, tutti elementi che aiutano a calarsi nell’atmosfera anni ’70 e che racconteranno ogni volta fatti accaduti in quel periodo storico, citando incontri di box, cantanti, spettacoli e, ovviamente, omicidi.
Sin dalle prime schermate si respira un clima Pulp degno di un racconto di Bukowski. Lo stile è qualcosa che davvero abbonda in Serial Cleaner. Muovendovi tra i livelli di gioco si può apprezzare una grafica pulita, semplice e ordinata che di certo non vi spaccherà la mascella ma che è perfettamente funzionale per le missioni. Logica confermata anche per i menù di gioco infarciti di loghi e grafiche decisamente azzeccati e ispirati.
Se il comparto grafico non fa gridare al miracolo, anche se si dimostra sempre più che discreto, le musiche del gioco non potranno che sorprendervi per bellezza e coinvolgimento. La colonna sonora spazia tra brani strumentali heavy jazz, rock e hard rock, adattandosi al tipo di contratto offertovi e, più in generale, al ritmo del plot. È stato davvero fatto un grandissimo lavoro sotto questo aspetto dato che i loop musicali proposti non sono mai noiosi e trasudano un’eleganza degna di nota.
L’offerta ludica non è propriamente immensa. Il gioco si basa per la quasi totalità sui già citati 20 contratti. La trama, nonostante sembri davvero risicata nelle prime battute, si dimostra poi decisamente interessante con l’andare avanti della campagna. Non stiamo ovviamente parlando di niente comparabile a cervellotici plot che caratterizzano tripla A come Halo o i lavori di Kojima, ma di una manieristica trama Pulp che, nonostante si appoggi sugli stereotipi del genere, non risulta banale. Disseminati nei livelli di gioco potrete trovare diversi collezionabili che potranno sbloccare nuovi costumi o, addirittura, nuovi contratti opzionali slegati dalla trama principale e ispirati ad importanti pellicole del periodo. La rigiocabilità è quindi garantita, soprattutto se siete giocatori ossessionati dal completismo, sebbene sia evidente la natura casual del gioco. Se vi aspettate decine e decine di ore di gioco, beh, cambiate strada.
Tirando le somme, Serial Cleaner conferma le buone impressioni già evidenziate dalla critica per le precedenti versioni Xbox One, PS4 e PC. A mio parere la natura stessa del gioco però viene esaltata sulla console ammiraglia di casa Nintendo. I contratti sono completabili in un quarto d’ora e sono delle pillole di gioco che ben si prestano a chi giocherà il titolo in versione portatile, magari durante uno spostamento in metropolitana o durante una pausa pranzo al parco. Il prezzo decisamente conveniente dovrebbe convincervi a dare fiducia ai ragazzi di iFun4All che hanno tirato fuori un gioco non proprio originale ma sicuramente godibile. I difetti del gioco sono tutti racchiusi nella sua stessa semplicità, pertanto se siete alla ricerca di esperienze più complesse, Serial Cleaner non vi convincerà. Per tutti gli altri mi sento di consigliarlo come un intelligente intermezzo tra partite a videogame più profondi. Se siete utenti che sfruttano la console soprattutto nella sua modalità portatile potete tranquillamente vedere la valutazione arrotondata in eccesso.
Special thanks to iFun4All and Curve Digital
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