Black Mirror – stagione 4

Black mirror stagione 4

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È stata una lunga attesa, ma infine la quarta stagione di Black Mirror è arrivata sui nostri schermi. Solo che questa volta le cose non sono andate esattamente come ci saremmo aspettati. Sì perché nel corso di questi anni la maggior parte di noi si è fatta un’idea precisa della serie e sa bene cosa vuole da essa: essere traumatizzata. D’altronde le precedenti stagioni ci hanno viziato abbastanza bene, lasciandoci spesso profondamente turbati anche molto dopo la fine della visione. Invece stavolta il pubblico più masochista non vedrà soddisfatte le sue ormai altissime aspettative.

Il motivo per cui, arrivata alla quarta stagione, Black Mirror non riesce più a colpirci come prima, è da ricercare essenzialmente in un riciclo di temi e situazioni bene o male già proposti dalla serie. Il vero problema è che ormai ci abbiamo fatto il callo: probabilmente se guardaste questa stagione prima di tutte le altre rimarreste comunque molto turbati, ma per i fan di vecchia data questi 6 nuovi episodi hanno il sapore di una minestra riscaldata. Ciò però non toglie che si tratti di un’ottima minestra!

Da qualche giorno leggo commenti di spettatori che affibbiano agli episodi di questa stagione i peggiori aggettivi, neanche fossero realizzati con Movie Maker. Certo, non mancano dei problemi, ma anche se meno rispetto alle volte scorse la qualità complessiva è decisamente alta, e alcune storie riescono ancora ad infondere tanta ansia, pur soltanto per la loro durata. E poi è ingiusto pretendere da Black Mirror soltanto questo, anche perché appunto se la serie insistesse unicamente sull’obiettivo di turbare lo spettatore il tutto diverrebbe molto più prevedibile.

Trattandosi però di una serie antologica, composta dunque da storie autoconclusive, non posso limitarmi solo ad una considerazione generale, ma devo necessariamente parlavi di ogni singolo episodio. Cercherò di essere il più breve possibile, e di evitare qualsiasi tipo di spoiler.

U.S.S. Callister

black mirror 4 u.s.s. callister

Un bizzarro viaggio all’interno di una serie sci-fi anni ’60, palesemente ispirata a Star Trek. Ma non lasciatevi ingannare, perché sotto quest’apparente look colorato e naive si nasconde una storia di frustrazioni quotidiane e sordide vendette personali. Al netto di qualche forzatura nella trama, l’episodio risulta comunque affascinante e forse il suo punto di forza più grande consiste nel proporre situazioni mai completamente giuste o sbagliate. Qui gli autori giocano un po’ con la mente degli spettatori, insinuando una serie di interrogativi che possono rendere difficile prendere una posizione definitiva.

Da segnalare la presenza di due cameo importanti: in un’inquadratura vediamo Kirsten Dunst, mentre sul finale (in lingua originale) è possibile riconoscere la voce di Aaron Paul.

Arkangel

black mirror 4 arkangel

Quest’episodio, diretto ottimamente da Jodie Foster, si basa tutto su un interrogativo ormai ben noto ai fan della serie: “cosa faremmo noi persone comuni con a disposizione una determinata tecnologia”? Nello specifico, qui ci viene mostrato a cosa potrebbe arrivare una madre troppo apprensiva se le fosse data la possibilità di avere il controllo totale di sua figlia. Per capirci meglio, localizzarla ovunque, vedere quel che vedono i suoi occhi, censurarle immagini e suoni “spaventosi”, e conoscere il suo stato di salute minuto per minuto. Capite bene quanto una cosa del genere sia profondamente sbagliata e non porti a nulla di buono, soprattutto dal momento che la bambina poi crescerà, e dovrà affrontare la difficile fase dell’adolescenza.

Anche se i colpi di scena sono piuttosto prevedibili, lo scenario proposto è comunque inquietante e l’episodio non annoia mai.

Crocodile

black mirror 4 crocodile

Con Crocodile la serie torna ad ipotizzare in maniera efficace uno dei suoi futuri che, fatta eccezione per alcune tecnologie rivoluzionare mostrate come d’uso comune, non sembrano poi così lontani dal nostro presente. Qui esiste un dispositivo in grado di mostrare a schermo i ricordi delle persone, che viene usato ad esempio dalla polizia per risolvere i casi o, molto più banalmente, dalle assicurazioni per ricostruire le dinamiche di un incidente. Rovistare nella mente delle persone però può portare alla luce ricordi pericolosi.

Sicuramente l’episodio più violento della stagione, in grado per questo di colpire, ma a parte tutto è anche scritto molto bene, e il colpo di scena finale è decisamente originale.

Hang the DJ

black mirror 4 hang the dj

Ormai ci avvaliamo sempre di più della tecnologia per approcciare una persona che ci piace, conoscere persone nuove e sperare di trovare l’anima gemella. Ebbene, Hang the DJ estremizza questo concetto, mostrandoci un sistema complesso in grado di farci trovare esattamente la persona giusta per noi, ma il prezzo da pagare è affidarvisi completamente rinunciando a molte delle proprie libertà decisionali. Fino alla scelta dell’anima gemella per eccellenza, il sistema raccoglie dati assegnando relazioni dalle durate prestabilite, che spaziano da poche ore fino ad anni, impedendo quindi di approfondire un rapporto interessante se il tempo è limitato o costringendo a convivere per un lunghissimo periodo con una persona insopportabile.

L’episodio è oggettivamente uno dei migliori della stagione, sia sul piano puramente tecnico che su quello narrativo. Hang the DJ mette in campo un’idea originale, che affascina, incuriosisce, offre qualche spunto di riflessione e, nel finale, lascia abbastanza storditi.

Metalhead

black mirror 4 metalhead

A fare da contrappeso al colorato U.S.S. Callister troviamo Metalhead, un episodio interamente in bianco e nero. La sua trama è la più criptica della stagione, e ci mostra quello che sembra un mondo post-apocalittico, o comunque caduto parecchio in disgrazia, in cui gli esseri umani devono stare sempre all’erta per evitare gli implacabili “cani“, dei letali robot a quattro zampe. Praticamente delle versioni canine di Terminator. Sul perché il mondo è così e perché esistono queste macchine di morte non ci viene dato neanche un minimo indizio.

Probabilmente l’intento degli autori qui era più che altro quello di trasmettere sensazioni, come l’angoscia di essere costantemente e disperatamente braccati. L’episodio però non funziona. Si è spinti a guardarlo fino alla fine per capire dove voglia andare a parare, arrivando alla conclusione che è molto fine a se stesso. Mancano input che riescano davvero a stimolare la curiosità, che lascino quantomeno immaginare le motivazioni dietro tutto ciò che vediamo, togliendo così efficacia anche ad un finale che forse aveva intenzione di lasciare il segno. Unico particolare davvero degno di nota è la presenza di un easter egg dedicato all’episodio della terza stagione “San Junipero“.

Black Museum

black mirror 4 black museum

Black Museum è quanto di più autocelebrativo la serie potesse partorire, una vera e propria cornucopia di easter egg provenienti da tutte le stagioni (anche la quarta stessa), che i fan apprezzeranno sicuramente. Questo perché parla di un museo sperduto nel nulla, all’interno del quale sono conservati vari ed inquietanti cimeli criminali. L’episodio però non si limita al fan service, e con la scusa di spiegare la storia dietro alcuni degli oggetti esposti ci propone praticamente dei mini-episodi al suo interno. Il bello è che queste brevi storie sono estremamente interessanti, e in poco tempo riescono ad imprimersi nella memoria più di alcuni interi episodi della stagione.

Black Museum tra l’altro si conclude in un modo che mi è parso quasi simbolico. Da un lato mi lascia pensare a una sorta di finale dell’intera serie, ma dall’altro dubito fortemente che Netflix non intenda portarla avanti, quindi potrebbe simboleggiare anche una forte voglia di rinnovamento, o magari sto viaggiando troppo io con la fantasia e in realtà non ha alcun significato. Ad ogni modo questo lo annovero tra gli episodi che mi hanno intrigato maggiormente.

A proposito di easter egg, probabilmente a molti già era evidente da un po’, ma il fatto che le storie di Black Mirror, pur essendo a sé stanti, siano ambientate tutte all’interno di uno stesso universo, non è mai stato così palese come in questa quarta stagione. Ci sono davvero un sacco di dettagli che legano i 6 nuovi episodi tanto a se stessi quanto alle precedenti stagioni, dando vita ad un unico e sfaccettato universo narrativo. Si tratta sicuramente di un valore aggiunto per la serie, che non guasta.

Gli interrogativi lasciati dalla stagione 4 di Black Mirror sono molteplici: Charlie Brooker e soci cominciano davvero ad essere a corto di nuove idee? Che strade prenderà in futuro la serie? E soprattutto, c’è ancora l’intenzione di portarla avanti? Sicuramente il potenziale per creare molti altri episodi c’è, ma far sì che mantengano un buon livello e non continuino a perdere colpi non è affatto un’impresa semplice.

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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