“Il corpo umano è composto al 70% da acqua, il resto è cinema”. Questo il motto dell’Aqua Film Festival: siamo stati alla conferenza stampa della sua terza edizione (che si svolgerà dal 7 al 9 Giugno a Roma) dove, in collaborazione con Draka Distribution, ci è stato mostrato in anteprima di un mese esatto un film d’animazione cinese a tema con il festival, che ha già riscosso enormi successi in patria.
Big Fish & Begonia si apre con delle domande esistenziali che l’uomo si pone da che ne ha memoria, riuscendo a dar loro delle risposte non banali (almeno per noi occidentali), grazie ad un’ambientazione e una trama che si rifanno molto alla tradizione cinese, seppur mescolata ad elementi più moderni.
Questa dicotomia è evidente anche dalle prime battute della soundtrack, che è stata composta sfruttando sia strumenti tradizionali cinesi che sintetizzatori elettronici: una scelta che si è rivelata davvero d’impatto in alcuni passaggi, dando vita assieme agli ottimi disegni e animazioni ad un vero e proprio “quadro in movimento”. A proposito delle animazioni, bisogna dire che queste purtroppo perdono il loro fascino nel momento in cui la computer grafica esce allo scoperto, poiché poco consona sia al “mood” che alla qualità complessiva del film.
La sceneggiatura, curata da uno dei due registi, Xuan Liang, si approccia in modo semplice allo spettatore, andando poi a svilupparsi in maniera molto più originale di quanto ci si possa aspettare dai primi minuti. Anche il tema dell’amore, largamente presente, riserva sfumature “post-moderne” che riescono sia a toccare lo spettatore più giovane, in quanto vissute in primo luogo, che a far riflettere quello più anziano sull’incedere dei tempi moderni.
Chun, la protagonista, è una ragazza di 16 anni non appartenente alla razza umana, ma ad una civiltà che abita nelle profondità del mare, in un mondo differente, dal quale però gli abitanti riescono a controllare tutti i fattori ambientali del pianeta Terra grazie ai loro poteri elementali.
A causa dello scoccare di quest’età, Chun viene spedita per 7 giorni nel mondo degli umani assieme a dei suoi coetanei, tutti trasformati in delfini rossi, al fine di comprendere meglio quel mondo da loro amministrato, avvertiti però dei pericoli che esso comporta e dell’obbligo di non poterci rimanere per alcun motivo. A causa della conoscenza di un ragazzo umano, Chun finisce col perdere la cognizione del tempo e nella fretta del ritorno al portale per il passaggio al suo mondo, rimane impigliata in una rete da pesca. L’umano riesce a liberarla, ma a costo della vita, dando così inizio al viaggio della protagonista, decisa a salvare la sua anima e farlo tornare nel suo mondo a tutti i costi.
Big Fish & Begonia è una piacevole sorpresa, una parabola universale, ma soprattutto moderna, di un amore adolescenziale visto finalmente da più punti di vista, per mezzo di situazioni e riflessioni veramente degne di nota. I paragoni con lo Studio Ghibli fatti da alcune testate internazionali non sono affatto insensati, e se questo dovesse essere un nuovo inizio per l’animazione cinese, avremo per le mani ancora più scelta e varietà di quanto già non ne abbiamo. Gli unici importanti difetti sono una CG veramente poco curata, ma per fortuna presente a piccole dosi, ed un doppiaggio italiano non sempre all’altezza, con voci che a volte suonano inadatte ai personaggi in scena.
Detto questo, Big Fish & Begonia merita assolutamente di essere visto da tutti gli appassionati dell’animazione, sia quella giapponese, che potrebbe risultare più affine, ma anche quella occidentale. Il 21 giugno 2018 uscirà ufficialmente nei cinema: segnate la data, così da non perdervi questa piccola perla che arricchirà il vostro bagaglio culturale di buoni cinefili.
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