Per una seria di fortuiti eventi, Nintendo Switch si è oramai configurata come l’habitat ideale per gli sviluppatori indie. Accanto ai mostri sacri sviluppati in casa e alle sempre più presenti terze parti, troviamo infatti un vastissimo ventaglio di giochi indipendenti che si sposano perfettamente con le configurazioni della console.
Ed è senz’altro quello che avranno pensato anche gli sviluppatori scandinavi Henchman & Goon quando hanno deciso di pubblicare su questa console Pode, ottima avventura 3D da godersi rigorosamente in co-op.
Pode è uno di quei giochi che volutamente si distacca dal videogame medio contemporaneo per sposare un approccio calmo, rilassato e, di sovente, dolce e toccante. La trama non è di quelle complesse, tant’è che non ci sono neanche linee di dialogo, ma le vicende vissute dai due protagonisti, seppur comprensibili anche da un bambino, sono decisamente emozionanti.
La storia si apre con la triste caduta di Glo, una piccola stellina di forma sferica, su un pianeta roccioso. Essa incontra immediatamente Bulder, una goffa e socievole roccia che capisce immediatamente il dramma vissuto del piccolo corpo celeste e si pone come obiettivo di aiutarla a tornare nel firmamento. Tra i due scatta immediatamente un sincero e tenero legame che non può che toccare anche il videogiocatore più hardcore e che si intensificherà con il proseguire dell’avventura.
Pode da il meglio di sé, come già accennato, se goduto in compagnia in modalità locale. Per la tipologia di temi toccati e per il ritmo di gioco decisamente lento mi sento addirittura di azzardare il consiglio di giocarlo con la propria o il proprio amato. In ogni momento sono presenti sullo schermo entrambi i personaggi e, dato che le loro possibilità di azioni e movimento sono completamente diverse, lo spirito cooperativo è fondamentale per risolvere i numerosi puzzle presenti nel gioco.
Glo è leggerissima e capace di fluttuare per brevi tratti. Può inoltre sprigionare una luce potentissima in grado di dar vita alla vegetazione presente nelle varie caverne in cui è suddiviso il gioco. Bulder, invece, decisamente più pesante e meno atletico della piccola stella, può ingoiare rocce, spostarle attivando il suo potere magnetico e interagire con leve e pulsanti. Con il proseguire della storia i poteri dei due protagonisti aumenteranno aprendo la strada a rompicapi più stratificati e complessi.
Sebbene non sia ben chiaro se l’ago della bilancia del gameplay penda più verso l’aspetto platform o quello puzzle, sappiate che in Pode non ci sono nemici e non si può morire, neanche cadendo in una voragine. L’unico modo per proseguire nell’avventura quindi consiste nel risolvere gli enigmi presentati. Per completare tutti i livelli sono richieste all’incirca 8 ore nelle quali non si avrà mai l’occasione di vedere idee riciclate più di una volta. Ovviamente, essendo un gioco basato sui rompicapi, una volta risolti gli stessi non si avrà molta voglia di affrontarli di nuovo e questo va a scapito della rigiocabilità.
La difficoltà è quasi sempre sapientemente e ottimamente calibrata. A parte che per un paio di casi (inspiegabilmente difficili) il giocatore medio non sarà mai frustrato nella ricerca della soluzione degli stessi. In alcuni casi sarà necessario, più che in altri, comprendere l’importanza della collaborazione e della mescolanza dei poteri dei due personaggi. È infatti possibile, tenendo dolcemente la mano del partner, attivare un particolare super potere di cui è forse fin troppo semplice dimenticarsi dell’esistenza ma che, in realtà, è la chiave per il superamento di diversi livelli.
Artisticamente Pode non ha davvero eguali. Nel panorama dei giochi indie, la creatura dei talentuosi sviluppatori Henchman & Goon rappresenta senz’altro, già da ora, un punto di riferimento. La possibilità di dar vita alle caverne che compongono i livelli grazie all’attivazione dei propri poteri spingerà la stragrande maggioranza dei giocatori a girovagare nei quadri anche al solo fine di far crescere tutte le piantine presenti, pur di donare allo schermo un’immagine piena di colori.
Le grotte, dapprima scarne e vuote, si tramutano in vivissimi ambienti fatti di rocce, cristalli e vegetazione rigogliosa. Riempire i quadri di tanta bellezza è un’autentica carezza per gli occhi. Ovviamente anche il sonoro non si discosta dalla qualità generale e sia la colonna sonora che i simpatici versi emessi dai due piccoli protagonisti, donano pace e serenità al già splendido contorno.
C’è quindi spazio per difetti in quanto descritto? Pode in realtà presenta un’unica ma enorme lacuna che ce lo fa sconsigliare ad una larghissima fetta di utenza: il single player. Qualunque articolo su questo ottimo videogame tende a presentare l’esperienza come solamente couch multiplayer ma la realtà dei fatti è un’altra. Pode ha anche una macchinosissima e inspiegabile modalità in giocatore singolo in cui l’unico modo per andare avanti è rappresentato dalla possibilità di fare uno switch istantaneo da un personaggio all’altro. Inutile spiegare come questo ammazzi completamente il gameplay. A mio modestissimo parere gli sviluppatori avrebbero dovuto rilasciare il videogame con il solo comparto multigiocatore evitando quindi di creare inutili aspettative anche sulla componentistica single.
Single player a parte sono da registrare anche un altro paio di perplessità. La prima è legata ai già citati livelli dove il tasso di sfida si innalza vertiginosamente. La seconda riguarda la natura stessa del titolo. Pode è un gioco che va gustato con calma, lontano dalle voglia di frenesia e azione che, giustamente, possono vivere nel videogiocatore tipo. Prima di valutarne l’acquisto siate consapevoli del ritmo di gioco totalmente differente da quelli più tipici.
Pode rappresenta un ottimo e insolito modo di intendere il videogame. Tratta con estrema dolcezza temi sempreverdi come amore e amicizia e, più in generale è, a mio parere, un tenerissimo inno alla vita e al superamento delle diversità e difficoltà. Se siete persone in grado di incuriosirvi di fronte ad un’avventura dai ritmi più flemmatici e riflessivi, Pode fa senz’altro per voi. Ma ricordate che è davvero necessario giocarlo con un’altra persona per goderselo appieno. Possibilmente qualcuno che amate e che vi tenga per mano come sanno serenamente fare Glo e Bulder.
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