Mi ci è voluto più tempo del previsto per recensire Long Distance, graphic novel scritta da Massimo Rosi e disegnata da Chiara Di Vivona per Shockdom. Un po’ alla volta vi spiegherò alcuni dei motivi che mi hanno reso la cosa difficile, ma andiamo con ordine.
La storia si apre con un’esplosione ed il conseguente arresto di colui che dovrebbe averla provocata: un innocente vecchietto decisamente poco “cattivo” ed ancor meno “offensivo” rispetto al bombarolo medio. Dopo queste veloci tavole di impatto, inizia il racconto vero e proprio: viene presentato l’anziano protagonista Simon, il quale decide di andare a vivere in un ospizio perché solo e non più in grado di andare avanti con i suoi esigui risparmi.
Qui Simon farà subito la conoscenza di Celia, un’estroversa anziana che poco alla volta lo farà affezionare nuovamente alla vita e all’amore. Tutto questo sembrerebbe essere la perfetta base per una storia romantica e diversa dal solito, se non fosse per l’aggiunta di non pochi elementi: Simon non vede né ottiene risposte dal figlio dalla morte della moglie, c’è un forte elemento politico, spionistico e persino violento, vengono anche trattati vari attentati e rivoluzioni dal punto di vista storico.
Personalmente trovo che questa storia metta davvero troppa carne al fuoco e ciò non permette un degno sviluppo di tutti gli spunti presenti: si rimane con l’amaro in bocca, leggermente confusi dall’introduzione di svariati personaggi e problematiche, ed interdetti dalla verosimile ma altamente improbabile piega che prende la storia. La narrazione è veloce ma caotica e questo porta ad uno sforzo non indifferente per mantenere la concentrazione e proseguire nella lettura.
L’introduzione di personaggi accessori e senza apparente utilità per la narrazione è un ulteriore elemento che non aiuta in tal senso, così come le ricorrenti e pesanti (oserei dire quasi didascaliche, quindi almeno limabili) digressioni: ci sono aspetti dei personaggi che non serve vedere esplicitamente, poiché si capiscono già attraverso situazioni e dialoghi successivi, mentre così il tutto diventa solo ridondante.
Lo stile di disegno di Chiara di Vivona è decisamente particolare e riconoscibile, accompagna bene i dialoghi e lo svolgimento della storia, ma appare discontinuo: a volte i visi sono molto espressivi e si possono notare le rughe, la mimica facciale, le intenzioni dei personaggi, mentre in altri casi è come se le tavole fossero state disegnate con minor cura (altro aspetto che tende ad appesantire la lettura). La cosa che mi è mancata di più però è il riuscire a percepire le giuste atmosfere a seconda delle situazioni: pesanti o leggere che siano, il disegno le rende molto simili, prive di quelle sfumature in grado di coinvolgere per bene il lettore nella storia, dargli sensazioni di oppressione o sollievo dove serve.
Apprezzo molto lo sforzo di aver toccato così tante tematiche ed aver scelto l’ambientazione tedesca, ma forse sarebbe stato meglio fare un passo indietro, togliere un elemento e concentrarsi maggiormente sugli altri. Coco Chanel diceva: “Prima di uscire di casa guardati allo specchio e togli qualcosa”; certo il contesto della frase era differente, ma credo che esprima comunque bene ciò che voglio intendere. Il finale cerca di riprendere le redini della storia, ma non ci riesce del tutto, lasciando una leggero senso di incompiutezza.
È evidente l’intenzione di trasmettere un forte messaggio di ribellione, ma almeno su di me non è riuscito ad attecchire, perso in mezzo all’azione un po’ troppo enfatizzata ed al susseguirsi di eventi. Però c’è un passaggio degno di nota che è riuscito a rimanermi particolarmente impresso: “Perché cercate sempre una rivoluzione? Perché viviamo in un mondo ingiusto. Perché l’essere umano ha smesso di vivere quando le barriere del potere gli sono cadute addosso. Perché se smettessimo di combattere avremmo smesso di vivere come persone decenti. Non esiste un solo motivo… è così. È la nostra natura.”
Long Distance è un fumetto difficile da leggere e difficile da recensire, decisamente soggetto alla diversa percezione di ogni lettore, ma ha il pregio di proporre tante tematiche apparentemente “vecchie” che non andrebbero mai dimenticate.
Un ringraziamento speciale a Shockdom per la copia del fumetto
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