Un film di Venom senza Spider-Man può funzionare? Sony Pictures ha voluto provarci portando al cinema questo standalone sull’arcinemico dell’arrampicamuri, preceduto da una campagna marketing che ha generato anche una certa aspettativa nel pubblico.
Dei trailer rilasciati negli scorsi mesi colpiva in particolare l’aspetto del simbionte, un ottimo esempio di come la CGI ormai riesca ad integrarsi senza problemi nella realtà. Ma una bella scenografia e degli effetti speciali di alto livello (anche se non perfetti) non bastano per fare un buon film.
Il protagonista della storia è Eddie Brock (interpretato da Tom Hardy), un intraprendente giornalista d’inchiesta che non ha paura di affrontare gli uomini di potere. Proprio per questa sua smania di verità e giustizia, si scontra con il magnate dell’industria farmaceutica e neo imprenditore di viaggi spaziali Carlton Drake (Riz Ahmed). Quest’ultimo ha riportato da una missione interplanetaria quattro capsule contenenti degli strani organismi alieni, che vuole studiare per soddisfare i suoi narcisistici deliri di onnipotenza. Drake stronca la carriera di Eddie, ma quando il giornalista sembra sul punto di mollare definitivamente, ecco che entra in contatto con Venom, creando la perfetta simbiosi che tutti conosciamo.
Il Venom di questo film francamente è qualcosa che non mi aspettavo: è irriverente, simpatico e con una coscienza. Il suo carattere è mediato dalla personalità di Eddie, un ragazzone buono e desideroso di fare sempre la cosa giusta, ma chi conosce a grandi linee il simbionte sa che di base ha un animo violento e a volte capace di corrompere anche i più buoni. Qui invece Venom arriva ad essere rappresentato come una specie di migliore amico, quello che ti salva dai pericoli, che ti aiuta a parlare con la ragazza che ami, che ascolta le tue paranoie e ti dà consigli. Insomma, lascia abbastanza perplessi, soprattutto dal momento che il cinecomic non è della perbenista Disney, ma di Sony, che magari avrebbe potuto osare di più.
Le scene d’azione a parer mio costituiscono un punto debole del film, soprattutto gli inseguimenti che sono lunghissimi, estenuanti e confusionari. La violenza è ridicolmente mascherata in favore del PG-13: ci viene solo lasciato intendere cosa accade senza mai mostrarlo direttamente e c’è troppa paura di mostrare del sangue. Anche lo scontro finale di Venom con l’antagonista Riot non regala la suspense e l’esaltazione che ci si aspetterebbe, mancano quelle classiche emozioni dei migliori cinecomic o action movie, in grado di tenere lo spettatore incollato alla sedia col fiato sospeso mentre tifa per la vittoria del protagonista.
Come ho già accennato, il film è tenuto in piedi perlopiù dagli effetti speciali e in generale l’impatto visivo. La trasformazione e i poteri di Venom sono rappresentati benissimo e la performance attoriale di Hardy contribuisce ad esaltare il tutto. Ho apprezzato anche l’uso parsimonioso dello slow-motion, fin troppo abusato negli ultimi tempi.
Trattandosi di una produzione Sony, sapevamo da tempo che per forza di cose questo film non avrebbe avuto collegamenti col Marvel Cinematic Universe della Disney, dunque non aspettatevi alcun tipo di riferimento a Spider-Man o tutto ciò che ruota attorno agli Avengers. Alla fine il tentativo di rendere Venom totalmente indipendente da Spidey non ha giovato al film, che per questo soffre di diversi problemi legati alla trama. L’intreccio non riesce a coinvolgere lo spettatore, a trasportarlo nella narrazione e alcuni eventi risultano incomprensibili. Una delle due scene post-credits poi lascia con più dubbi che risposte, primo tra tutti: è davvero necessario un sequel?
Venom è un film con ottime premesse e una più che buona resa visiva, ma queste cose non bastano a renderlo soddisfacente. Si poteva fare sicuramente di meglio.
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