Aki non è assolutamente una lettura “facile”, leggera o per tutti; Aki è misticismo, violenza, sogno, religione e tante altre cose. Quest’opera prima di Francesco Tatoli mostra un lato diverso dell’horror tradizionale con un leggero tocco vintage, ed Edizioni Inkiostro ha permesso la nascita di quest’unica perla nel firmamento delle graphic novel.
Ho deciso di non riportare una sinossi precisa e particolareggiata: la storia si incentra su semplicemente su Aki e sul culto che inneggia al nuovo Dio. La crudezza di efferati omicidi uniscono l’uomo con la testa di bambola all’uomo che va in analisi da una psicologa; il lato umano si alterna a quello predominante ed inespressivo caratterizzato dall’enorme maschera dagli occhi vuoti.
La trama appare lineare e non troppo complicata fino a che non vengono introdotti fattori come una seconda voce all’interno della testa del protagonista oppure la realizzazione di una profezia, ovvero quella sulla nascita del nuovo dio; quindi si rimane nel limbo tra la metafora e la realtà, dubbio che solamente il lettore potrà sciogliere a propria discrezione. Lo scorrere delle vignette è veloce e la loro disposizione fa immediatamente entrare nel flusso della storia, non c’è tempo per pause o rallentamenti.
Una menzione speciale va ai particolarissimi disegni di Tatoli: a volte il suo tratto sembra quasi fotografico, è realistico e caratterizzato dal fortissimo contrasto tra chiaro e scuro. Non è il tipico disegno realistico dai tratti morbidi, non esistono i grigi tanto che si vedono solamente il bianco e nero. L’autore, usando quindi solamente l’assenza dei colori e la loro totalità, riesce a creare una profondità fuori da ogni immaginazione e a colpire diretto nell’animo del lettore. Non c’è bisogno del rosso per vedere il sangue e sentirlo mentre sgorga dai corpi esanimi, non c’è bisogno di un’intera tavolozza per illustrare i luoghi onirici che visiterà Aki. Il volume è perfetto con questo tratto, che toglie ogni tipo di filtro tra il disegno stesso e la percezione di esso.
Non si può affrontare questo fumetto con leggerezza sotto nessun punto di vista, difatti il volume acquista più valore e concretezza dopo che vengono approfonditi particolari citazioni, termini ed avvenimenti. In Aki nulla è casuale ed ogni cosa è ben scelta, persino il nome “Aki” stesso ha un suo significato, così come il fatto che lui incarni il Valtiel o che ci siano divinità ricorrenti del folklore indonesiano. L’ambientazione spesso incentrata sulle bambole lascia molto da pensare e restituisce un costante senso di disagio e sgomento, una sensazione che non lascerà mai il lettore.
Quanto è vero in Aki? Quanto è metaforico? In che mondo vive realmente il protagonista? Si parla di magia o pazzia? Sono alcuni dei dubbi che ci si pongono pagina dopo pagina e a cui non esiste una risposta assolutamente certa. Questo potrebbe costituire un valore aggiunto, poiché porta a rileggere più volte la storia cambiando chiave interpretativa, quindi è come se ogni volta si leggesse qualcosa di nuovo.
Se non vi fate facilmente impressionare, se volete leggere qualcosa di diverso, se siete stanchi della “normalità” e disposti non solo a subire un fumetto ma ad esserne partecipi ed attivi, la lettura di Aki è ciò che fa per voi.
Grazie a Francesco Tatoli ed Edizioni Inkiostro
“Una menzione speciale va ai particolarissimi disegni di Tatoli: a volte il suo tratto sembra quasi fotografico”… … ad esempio, solo per restare alle prime vignette, cercate su google johnny sins, famosissimo attore porno. gli dai una “filtrata” a lui ed al resto con photoshop o simile ed ecco il fotorealistico collage. roba vecchia, non vintage! ed anche un po’ scorretta, o paracula… comunque il lavoro non è brutto. peccato per i testi con svariati refusi, visti i 20 euro…
Che l’autore si sia riferito costantemente ad immagini (fotografie), è una tecnica dichiarata, quindi nessun plagio o stortura, a suo modo è uno stile suo per il quale è stato apprezzato e scelto dalla casa editrice. Se le cose “vecchie” non tornassero in auge a rotazione ormai avremmo sempre gli stessi fumetti d’altro canto poiché inventare del nuovo inizia ad essere decisamente difficilotto. Comunque, ovviamente, la recensione è scritta incontrando i gusti di chi la sta scrivendo (in questi casi i miei) ed ho apprezzato il realismo rielaborato delle immagini come altre cose; sicuramente potevano darsi da fare di più per controllarlo prima di pubblicarlo ed il prezzo in questo caso non è stato trattato affatto, quindi ho premiato la “novità” nell’attuale mercato, la differenza, la voglia di emergere e fare qualcosa che fosse nelle corde nell’autore anche se ciò implica da parte di noi lettori un lavoro non indifferente sia per quanto riguarda l’attenzione che l’informazione (considerando le citazioni).