Solitamente si dice che sia più facile far piangere che far ridere, intendendo con ciò che smuovere i sentimenti del lettore nel profondo toccando le corde della solitudine, del dolore, dell’amarezza e di tutti gli altri sentimenti negativi sia apparentemente più facile rispetto a strappargli un sorriso. Non potrei essere più contraria: ottenere una vera lacrima è decisamente più complesso di quanto possa sembrare ed aprirsi a degli sconosciuti, mostrare parti di sé stessi e della propria vita è frutto di profonda autoanalisi ed anche umiltà. Non è facile e non lo sarà mai.
Nella graphic novel “Solo un altro giorno“, edita dalla ManFont, Walter Petrone si serve del suo alter-ego Wallie per illustrarci una parte della sua vita. L’autore si mostra in tutta la sua fragilità e confusione illustrando il difficilissimo periodo che si vive al termine di una relazione. Lui ci credeva, Wallie ci credeva, ma poi sono rimasti solamente vuoto, silenzio, solitudine e apatia.
La trama scorre bene, è piuttosto godibile, e pur essendo lineare riserva qualche piccola sorpresa. Wallie stava con Giulia ed era felice, ma dopo la rottura con lei non gli è rimasto molto a parte una amico super nerd con mille talenti (anche quello nel conquistare le ragazze), un lavoro molto poco appagante in un supermercato ed uno psicologo all’antica ma economico. È bravo con i fumetti, ma trasformare questa sua passione in un vero e proprio lavoro non è affatto semplice. Il nostro protagonista allora si lascia andare, prova a combattere ma finisce per rimanere sempre estremamente passivo nonostante le spinte dall’esterno. Poi, inaspettatamente, arriva il punto di svolta.
Potrebbe sembrare banale detta così, eppure tutta la storia di “Solo un altro giorno” è costellata da momenti dolceamari che ci permettono di abbozzare un sorriso mentre assistiamo all’ingenuità di Wallie o alle sue sfortune, alternandolo ad una smorfia triste nei momenti in cui il mondo intero sembra essersi messo contro di lui. Effettivamente il personaggio del protagonista ricorda un po’ Paperino: sfortunato, vittima degli eventi, ma anche capace di reagire quando serve davvero. Il pubblico non ride di lui, ride con lui.
Una scelta geniale che alleggerisce l’atmosfera della graphic novel è quella di illustrare alcuni personaggi come animali: il migliore amico di Wallie è visto come un lupo, lo psicologo è un t-rex ed il datore di lavoro un maiale. Il protagonista stesso si trasfigura in una versione più vecchia di sé, poiché nello stato di abbandono che vive si percepisce in maniera sempre più distaccata e lontana.
Sogni, trip e speranze prendono forma grazie alla matita di Petrone e questo ci aiuta ulteriormente ad entrare in connessione con ciò che stiamo leggendo. I disegni sono essenziali ma arrivano dritti al loro obiettivo: non ci sono inutili fronzoli e va bene così. “Solo un altro giorno” non sarà un’opera d’arte a livello grafico, ma ha lo stile giusto per questo tipo di racconto e soprattutto si tratta del disegno di Walter al servizio della storia di Walter: nessuno meglio di lui avrebbe potuto raffigurare il suo stesso mondo interiore.
La lettura è decisamente gradevole anche nei momenti in cui le didascalie diventano lunghissime, e questo per una semplice ragione: non si ha la sensazione di stare leggendo, ma sembra quasi che Wallie sia di fianco a noi a raccontarci le sue vicende personali, e da buoni confidenti noi non possiamo negargli il nostro ascolto, custodendo ogni parola come un piccolo tesoro.
“Solo un altro giorno” è pesante come un macigno, ma allo stesso tempo tempo capace di librarsi nell’aria come una piuma: quest’immagine secondo me rende l’idea della grazia con cui Walter Petrone è riuscito a trasmettere la sua storia. Pur raccontandola con leggerezza, le ha lasciato tutta la sua dignità e realtà, e soprattutto non è andato a toccare l’inflazionato quanto inutile tasto della “pena”: non cerca la compassione altrui, ma vuole solo esternare delle emozioni nel modo più sincero possibile.
L’autore mostra ciò che ha dentro e condivide liberamente con tutti la sua esperienza, un atto di gentilezza nei confronti di tutte quelle persone che soffrono per la perdita di qualcuno a cui tenevano tantissimo, un abbraccio a distanza a tutti coloro che ogni giorno si alzano sempre più a fatica per fare cose che odiano, schiacciati dai doveri. “Solo un altro giorno” incarna un messaggio di speranza. Consigliatissimo.
Un ringraziamento alla ManFont
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