Titans – stagione 1

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Voto:

Lanciata sulla nuova piattaforma americana DC Universe in ottobre ed arrivata da noi a gennaio grazie a Netflix, la serie tv Titans è riuscita a sorprendere sia la critica che il pubblico, e le polemiche partite ancor prima del debutto, per via del casting, non hanno fatto altro che aumentare la curiosità verso quello che è il primo show originale del servizio streaming DC.

Scordatevi le avventure giocose e divertenti dei Teen Titans di Cartoon Network, qui si fa sul serio e lo si capisce chiaramente fin dalla prima puntata.

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Brenton Thwaites nei panni di Robin

A dispetto del suo voler essere una serie “corale”, il vero e assoluto protagonista è Dick Grayson, alias Robin, che dopo aver abbandonato il fianco di Batman ha continuato la lotta al crimine come semplice poliziotto. A Detroit viene in contatto con una ragazzina scappata di casa, Rachel Roth (Raven), inseguita dai loschi appartenenti ad una setta mistica. Gli altri due membri del supergruppo si uniranno a loro solo più in avanti, dal momento che Cory Anders (Starfire) ha perso la memoria e Garfield “Gar” Logan (Beast Boy) viene introdotto nella puntata che serve a presentare la Doom Patrol, altro team che avrà presto una propria serie su DC Universe. I Titans faranno squadra per proteggere Rachel e scoprire il mistero che la circonda, il motivo per cui è così importante e ricercata.

I toni della serie sono cupi (come molte delle produzioni Warner/DC) ed anche più adulti, nonostante la presenza di due adolescenti tra i protagonisti. Le tematiche affrontate sono impegnative e in alcuni tratti anche abbastanza pesanti.

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La prima apparizione della Doom Patrol

Partiamo da “i dolori del giovane Robin”. Brenton Thwaites, l’attore che lo interpreta, magari non appare molto credibile come trentenne, ma dà prova di grande talento e carisma. Il Dick Grayson da lui ritratto è coerente con la storia fumettistica del personaggio: lavorava al circo e i genitori morirono in un incidente sul trapezio, dopodiché è stato adottato da Bruce Wayne che lo ha addestrato e fatto diventare la sua spalla. È un uomo tormentato dal senso di colpa, che si è allontanato da Batman perché non condivideva più alcune sue scelte, ed ora deve trovare se stesso, capire chi è veramente e scegliere una sua personale strada. I classici drammi adolescenziali insomma, che magari in quanto tali sarebbero stati adatti ad un personaggio più giovane rispetto a quello che ci viene mostrato, ma che alla fine funzionano lo stesso grazie al supporto dei toni molto seri e dark.

Starfire sembra avere gli stessi problemi di ricerca della propria identità, ma in questo caso per la perdita della memoria. La performance di Anna Diop è quella che più ho apprezzato nel corso delle puntate, non solo perché il suo personaggio evolve restando coerente a se stesso, ma anche perché gode di una caratterizzazione capace di zittire tutte le precedenti critiche al suo aspetto esteriore.

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Rachel Roth, meglio conosciuta come Raven

Come già accennato, Rachel Roth è il fulcro dell’intera vicenda, colei che tutti cercano e bramano, e questo perché è la figlia di Trigon, un demone distruttore. La setta che la perseguita intende sfruttarla per liberare il padre dalla dimensione in cui è stato imprigionato. È durante la sua fuga che la ragazza si imbatte in Dick Grayson, ma la loro amicizia all’inizio stenta a consolidarsi per colpa dell’aura da eroe maledetto che si trascina dietro il nostro Robin, e che lo spinge a tenere tutti a debita distanza.

Beast Boy, coetaneo di Rachel, oltre ad unirsi alla squadra per ultimo purtroppo rimane anche una figura piuttosto superficiale: appare quasi sempre di contorno alle scene più importanti e non gli viene dato un giusto spazio di crescita. Si spera di vederlo maggiormente in azione durante la seconda stagione.

L’andamento generale degli eventi è coerente e abbastanza scorrevole, si avverte come una pausa dalla narrazione solo in un paio di episodi che si soffermano su altri supereroi, cosa che potrebbe far giustamente storcere il naso a qualcuno. La sceneggiatura comunque mantiene sempre alto il livello d’attenzione, spingendo a volerne sapere di più episodio dopo episodio. Grazie ad alcune dichiarazioni fatte dagli autori, possiamo notare anche una certa “tematizzazione” delle stagioni, con la prima incentrata su Rachel e quindi più di stampo horror/soprannaturale, e le prossime probabilmente in linea con ognuno degli altri Titani.

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Questa prima stagione di Titans si conclude con un cliffhanger che lascia più domande che risposte, oltre a perplessità per chi non conosce l’universo fumettistico DC. Quest’ultimo è stato preso in grande considerazione durante la creazione della serie, visto che, a detta dei fan, sia la caratterizzazione dei personaggi che le vicende si rivelano molto in linea con le controparti cartacee.

Una delle pecche più vistose della serie al momento si annida nella presenza, a volte superflua, di troppi comprimari a cui poteva essere dato uno spazio minore, così da permettere alla storia di concentrarsi di più sui protagonisti, Gar in particolare. Come se non bastasse, gli effetti visivi che riguardano le trasformazioni di Beast Boy sono di qualità molto bassa, cosa che stona decisamente col resto. Le scene di lotta, in compenso, sono davvero ben realizzate, come anche i dialoghi e l’alchimia tra i quattro protagonisti.

Sebbene non sia memorabile, Titans è una serie che non passa inosservata. Gli 11 episodi di questa stagione riescono ad incuriosire ed entusiasmare quanto basta per lasciare gli spettatori soddisfatti al termine della visione.

Lizbeth Articoli
Come descrivermi? Sono una Wannabe, provo ad essere una: Youtuber, Scrittrice, Cuoca, Makeup Guru, Pasticcera, Cosplayer, e chi più ne ha più ne metta...

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