I “revenge movie” sono da sempre molto popolari tra le produzioni hollywoodiane e non, perché permettono al grande pubblico di immedesimarsi con le vicende del protagonista, al quale spesso è stato fatto un torto piuttosto significativo e che pertanto cerca vendetta, coinvolgendo lo spettatore in una situazione verosimile che gli restituisce emozioni forti.
Grazie alla trilogia di “Taken” Liam Neeson è diventato particolarmente iconico per il genere, ed anche in “Un Uomo Tranquillo” (Cold Pursuit in originale), torna a vestire i panni di un padre di famiglia, Nelson Coxman, al quale stavolta viene ucciso il figlio mediante overdose di eroina. Da qui ha inizio una caccia all’uomo nei confronti del più potente spacciatore della zona, Il Vichingo, interpretato da Tom Bateman.
Il film è ambientato a Kehoe, una cittadina turistica sulle Rocky Mountains americane, dove il nostro protagonista tiene pulite le strade con il suo spazzaneve, conduce una vita tranquilla con una famiglia normale e viene addirittura premiato come cittadino dell’anno per il suo lavoro. L’omicidio del figlio però stravolge tutto, ossessionando Nels con il desiderio di vendetta. Questa viene rappresentata sullo schermo in maniera efferatissima e “pulp”, condita inoltre da freddure di umorismo nero che rendono il film più una commedia dark che un vero thriller d’azione.
Il Vichingo, il cattivo della storia, è praticamente la rappresentazione della modernità: vegano, perfettino, schizzinoso, metrosessuale; il protagonista invece è più un uomo vecchio stile che rappresenta la virilità, al punto che il suo cognome viene storpiato in CockMan (a voi la traduzione). Se vogliamo sembra di assistere ad uno scontro generazionale, la vendetta dell’uomo di una volta su quello di oggi.
Sotto il profilo tecnico si tratta nell’insieme di un’ottima produzione, che però non riesce a spiccare particolarmente in nessun aspetto. Solo qualche piccolo guizzo registico tra citazioni e scene di morte riesce a risollevare il livello di un film che, a freddo, non risulta così entusiasmante quanto durante la visione. In fondo riesce a far passare molto piacevolmente quasi due ore, a volte facendo ridere con le battute, altre gasando con le scene d’azione, altre ancora persino mettendoci davanti a situazioni abbastanza cringe, ma tutto ciò si va a sommare in un intrattenimento volto al suo scopo più puro, privo di una morale di fondo o una qualche filosofia spicciola. Un Uomo Tranquillo porta in tavola una storia abbondantemente condita di tutti quegli elementi che non lo eleveranno mai a capolavoro, ma che sono necessari per la sua buona riuscita, anche quelli peggiori.
Un Uomo Tranquillo in definitiva è un film assolutamente sufficiente, che non può aspirare a qualcosa di più proprio a causa della sua idea di base e la sua costruzione, ma va bene che sia così, deve solo essere visto con la consapevolezza di ciò che si ha davanti, ovvero un film d’azione misto ad una commedia grottesca, capace di offrire del buon intrattenimento per quel che dura. Andate al cinema con questo spirito e non rimarrete di certo delusi.
Un ringraziamento speciale ad Eagle Pictures
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