Basquiat – About Life

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Bianco, nero. Solo qualche macchia di rosso acceso sporca lo specchio di un bagno pubblico. Jean-Michel tira fuori un pennarello rosso e traccia una corona in cima al proprio riflesso. È lui il re. Del palco, della scena artistica contemporanea, della sua vita. Nessuno può dirgli cosa fare né come deve farlo. Questo Narciso nero è assolutamente consapevole della propria bravura, ma quel che restituisce lo specchio è un volto deformato, distorto.

Cadiamo nello specchio, nel vortice di una contrastata tricromia di bianco, nero e rosso che ci trascina nella mente del giovane artista. I personaggi mostruosi che popolano i suoi dipinti lo accompagnano in un ultimo surreale viaggio attraverso quelle tappe che hanno segnato la sua vita e il suo percorso artistico.

Ci ritroviamo così a doverci districare tra una fitta rete di associazioni mentali, di affetti, amicizie, incontri, successi e fallimenti di uno dei primi maestri che hanno osato portare l’arte delle strade nelle gallerie.

basquiat about life fumetto immagine 1

Che sarebbe diventato una star, Jean-Michel Basquiat l’aveva sempre saputo: “Pensavo ai miei eroi, Charlie Parker, Jimi Hendrix… avevo un’idea romantica di come le persone diventassero famose”, ed è proprio quest’ideale romantico che ha seguito Jean, brillando per poco tempo ma intensamente. Il pubblico lo voleva, le gallerie d’arte gli facevano la corte: l’unico artista nero in grado di far parlare i giornali di gossip e di sfilare quantità enormi di dollari dalle tasche di galleristi e mecenati. Ne emerge il ritratto di una personalità alla continua ricerca dell’innovazione e della perfezione, ma anche perennemente insoddisfatta, in bilico tra la voglia di lasciare il segno e il bisogno di non tradire i propri ideali.

Gabriele Benefico e Fabrizio Liuzzi utilizzano un’eterogeneità espressiva molto simile a quella dello stesso Basquiat, a cui i confini della pittura sembravano stare proprio stretti: attraverso dipinti, ritagli di giornale, estratti di interviste e attraverso la musica che passava in radio in quegli anni – che vi suggerisco vivamente di ascoltare per immergervi completamente in questo vortice emozionale – il quadro diventa sempre più nitido.

basquiat about life fumetto immagine 2

Uno dei momenti critici della vita dell’artista newyorkese e a cui Benefico e Liuzzi dedicano più spazio è la trasformazione del personaggio pubblico da SAMO a Jean-Michel: il primo progetto artistico di Basquiat, “SAMO” — che sta per “Same Old Shit” — nasceva con lo scopo di combattere la falsità di una società materialista troppo attaccata agli interessi economici; ma il successo ha portato Basquiat a entrare in quel mondo da lui tanto aspramente criticato e a diventare parte di quell’establishment artistico cui inizialmente si opponeva ferocemente con i suoi graffiti. SAMO era un simbolo contro l’odiato sistema, ma il suo amico e collega Al Diaz lo accusa di averlo utilizzato per entrare nel sistema stesso. SAMO muore, ma “non sempre la morte porta con sé la tristezza”, anzi, a volte può dare la spinta necessaria a creare progetti nuovi e rivoluzionari.

È con la morte di SAMO che nasce quindi l’artista Basquiat, la cui essenza è proprio questa dolorosa dicotomia tra l’essere anonimo figlio della strada, nascosto dietro uno pseudonimo graffiato su un muro, e il voler far conoscere a tutto il mondo il proprio talento. Attraverso un ritaglio di giornale scopriamo che Al non era l’unico a pensare che Jean-Michel si fosse venduto e arreso all’establishment: “L’anno scorso — scrive una giornalista del New York Times — ho scritto di Jean-Michel Basquiat, che aveva la possibilità di diventare un ottimo pittore e di non soccombere alle forze che vorrebbero fare di lui una mascotte del mondo dell’arte. Quest’anno sembra che queste forze abbiano prevalso, Basquiat è ora presso la Gallery Tony Shafrazi con Andy Warhol”.

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Quella con Andy Warhol — oltre a quella con Al Diaz — è l’altra grande amicizia qui raccontata per immagini, fino all’inaspettata morte del re della pop art. Anche nel loro rapporto e nelle loro collaborazioni si staglia netto il bipolarismo che segna tutta la carriera di Basquiat, e che non poteva essere rappresentato che con una scelta grafica a contrasti forti: bianchi e neri netti, solcati da violenti graffi rossi.

La struttura a spirale della sceneggiatura traccia la vita di questo poliedrico personaggio attraverso una contorta rete di associazioni mentali, facendoci entrare nel vivo dello stato allucinatorio in cui Basquiat deve aver trascorso gli ultimi istanti di vita.

Forse Jean-Michel è stato il giudice più severo di sé stesso, ma Liuzzi e Benefico gli regalano finalmente un po’ di tregua, facendolo uscire “illeso” dall’impietoso vortice emotivo in cui sembrava dover rimanere invischiato per sempre.

Con questo piccolo capolavoro, Nicola Pesce Editore si conferma decisamente interessante nelle sue scelte editoriali, sempre attenta al contenuto oltre che alla forma, e capace di affrontare in maniera mai banale le tematiche più diverse.

Un’opera breve ma intensa, assolutamente necessaria nelle librerie di tutti gli amanti dell’arte.

Un ringraziamento speciale a Nicola Pesce Editore

    IndianaJuls Articoli
    Appassionata di arte, illustrazione e letteratura, si è lasciata trasportare nel meraviglioso mondo del fumetto... e ora non può più farne a meno! * arte * fumetto * illustrazione * letteratura * GdR

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