Già solo leggendo l’introduzione (sì, le introduzioni si leggono, non bisogna lasciarle a loro stesse!) vi innamorerete di Unholy Grail; l’unica condizione è quella di essere affascinati dai miti e dalle leggende, specialmente se possono avere una trasposizione dark.
Chi non conosce la leggenda di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda? Volenti o nolenti, fin da bambini questa storia ci è stata narrata in più modi e sotto diversi aspetti, come il famosissimo film Disney La Spada nella Roccia o la serie tv Merlin, senza contare altri innumerevoli libri, fumetti e film, ma in questo caso SaldaPress ci ha visto decisamente lungo perché Unholy Grail mette in atto una vera e propria rivoluzione.
Lo sceneggiatore e soggettista Cullen Bunn ci pone davanti ad un enorme interrogativo in grado di cambiare l’intera percezione della storia: e se Merlino non fosse stato il buon mago tanto volenteroso di aiutare Artù ed il regno che conosciamo? Partendo da una domanda così semplice, Bunn è stato in grado di riscrivere l’intera storia dando vita a questa graphic novel, nella quale le leggende di Camelot vengono osservate attraverso una lente dark-horror mai considerata prima d’ora.
Unholy Grail riesce in ogni sua pagina a far riscoprire un mito ormai conosciutissimo, facendolo apparire quasi nuovo, incuriosendo e meravigliando il lettore a tal punto tanto da farlo arrivare alla parola “Fine” in un soffio.
Ho apprezzato particolarmente i dialoghi: plausibili, agili, assolutamente non ridondanti. Non presentano formule eccessivamente auliche ma per fortuna non hanno neanche alcuna impronta forzosamente moderna (cosa che non sopporto considerando il contesto medievale). Unholy Grail lascia il lettore senza lacune o punti interrogativi irrisolti, è una narrazione svelta e non appesantita da particolari inutili. Prende bene in considerazione il fatto che la storia di Re Artù a massimi capi è nota praticamente a tutti, pertanto lo sceneggiatore si permette anche di saltare da una situazione all’altra vivacizzando la storia.
Ogni tavola del fumetto presenta come caratteristica delle forti dominanti cromatiche, così che l’ambientazione viene trasmessa nella sua totalità, sia emotiva che anche solo spaziale. Questa “finzione” cromatica che rende i colori forti ed accesi, decisi e a volte improbabili, trova piena giustificazione nella base del mito e della storia, quindi ribadisce ulteriormente il fattore fantastico ma anche quello cupo.
L‘atmosfera dark guida l’intero racconto e viene rinforzata dalle scene crudissime e senza censure riguardanti i combattimenti ed il loro esito. In mezzo a cadaveri e carne in putrefazione appaiono anche dei rari momenti di felicità e pace, ma sono solamente degli instanti di transizione che volgono verso una disfatta ancor più rovinosa.
Non tutto è come sembra, non tutto è avvenuto come ci è stato raccontato e questo altro lato della medaglia merita di essere scoperto, esplorato appieno per avere una visione ancor più completa dell’intramontabile mito di Re Artù e della spada Excalibur. Nulla e nessuno sarà più come prima. Con Unholy Grail nasce un nuovo mito in cui tutti gli ordini e valori vengono sovvertiti.
Un ringraziamento speciale a SaldaPress
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