Ne Il libro degli esseri immaginari, Jorge Luis Borges scriveva: «Ignoriamo il senso del drago, come ignoriamo il senso dell’universo, ma c’è qualcosa nella sua immagine che si accorda con l’immaginazione degli uomini, e così il drago appare in epoche e a latitudini diverse». Vi sarà sicuramente capitato di imbattervi in figure o personaggi che, anche se appartenenti a mitologie di epoche e latitudini diverse, si rivelavano sorprendentemente simili. Un esempio su tutti ce lo fornisce appunto Borges con la figura del drago, che ritroviamo in Cina come nell’Europa medievale, in India con i Naga ma anche nell’America azteca con Quetzalcoatl.
Altro esempio è il mito del diluvio universale, ricorrente in forme e modalità più o meno differenti in tutte le mitologie mondiali. Popoli distanti nel tempo e nello spazio dunque, sono stati capaci di creare, in maniera più o meno indipendente gli uni dagli altri, personaggi, eventi e strutture mitologiche estremamente simili tra di loro.
Non c’è quindi troppo da stupirsi se Nicola Zurlo e Vincenzo Filosa nel loro Cosma e Mito: L’antro dei lupiminari siano riusciti ad amalgamare in maniera estremamente omogenea mitologia e forme della cultura giapponese con elementi del folklore e della cultura calabrese.
Primo volume di quattro previsti nella saga, L’antro dei lupiminari ci introduce in un mondo contemporaneo e arcaico al tempo stesso, proprio come nel più moderno Giappone o come nella Calabria dei giorni nostri in cui la storia è ambientata.
Il piccolo Mito, un bimbo-polpo, si ritrova nel bel mezzo dello scontro tra due mondi da tempo in aperto conflitto: quello dei polpi e quello dei lupi. Ipnotizzato dal richiamo di uno spirito delle conserve (che molto ha a che spartire con gli onibaba e con il mondo degli spiriti giapponesi), Mito si perde nelle tenebrose ombre della Sila, e sua madre Cosma è costretta a seguirlo per metterlo in salvo dai pericolosi “lupiminari” (vocabolo calabrese per “lupi mannari”), stirpe che è stata relegata nelle profondità dei boschi calabri dopo un periodo di sanguinosi scontri con gli umani e con i “pruppi” (uomini-polpo nati dalla fantasia di Zurlo e Filosa).
Cosma però non è una ragazza qualunque: è infatti la figlia della capo-clan dei lupiminari della Sila, entrata in conflitto con l’intero clan quando ha dato alla luce Mito, nelle cui vene scorre il sangue dei lupiminari ma anche quello dei pruppi, e che ora rischia di essere ucciso dalla sua stessa nonna in quanto contaminatore del sangue della stirpe reietta. Lo scontro tra la cultura dell’integrazione e quella della purezza della linea di sangue è, in questo capitolo della saga, solo alle battute d’inizio.
La conclusione di questo primo capitolo mi lascia un po’ a bocca asciutta: madre e figlio continuano a non avere un posto nel mondo, ma allo stesso tempo gli eventi non sembrano aver provocato nei due una trasformazione né una crescita o uno sviluppo nella storia e la situazione rimane piuttosto statica.
L’estetica dell’opera segue quell’idea d’ibridazione e di innesto alla base del progetto, mixando magistralmente lo stile grafico del manga (soprattutto per quanto riguarda l’aspetto dei personaggi), quello delle antiche stampe giapponesi (nella colorazione e nella gestione degli spazi), e quello della pop art (nei colori e ovviamente nell’idea stessa di ibridazione).
Quel che esce fuori da questo curioso calderone è un mix decisamente inaspettato e a primo impatto spiazzante, che necessita più di una lettura per essere compreso nella sua complessità.
Nonostante molte tavole particolarmente ispirate, come quelle iniziali, quelle dell’avventura dello spirito delle conserve e indubbiamente la sequenza muta di doppie pagine centrali (un magnifico tributo all’arte delle stampe artistiche giapponesi), a volte l’estetica risulta eccessivamente naïf, come nel primo impatto con la copertina, che purtroppo non rende giustizia all’opera né ne lascia cogliere l’essenza.
Nella sua continua ricerca di innovazione e sperimentazione, Coconino Press riesce nuovamente a stupirci con la proposta di questa favola ultrapop originale ed eccentrica, di cui attendo il secondo capitolo con grande curiosità.
Un ringraziamento speciale a Coconino Press
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