Pensavate che la fase 3 del Marvel Cinematic Universe fosse terminata con Avengers: Endgame? Beh no, è rimasta ancora un’ultima storia da raccontare, quella del mondo dopo i suoi eventi e di un Peter Parker alle prese con il vuoto lasciato dal suo mentore Tony Stark.
Attenzione: segue un sunto necessario delle conseguenze di Endgame. Si tratta davvero di minor spoiler, ma se volete evitarli saltate al paragrafo successivo.
Il film inizia proprio con una breve spiegazione di com’è il mondo post-Endgame, fatta con leggerezza attraverso il telegiornale scolastico. Apprendiamo che l’insieme di schiocco e ricomparsa delle persone svanite dopo 5 anni viene chiamata “Blip” e che, nel caso specifico della scuola, gli studenti tornati dall’oblio hanno dovuto ricominciare da capo il proprio anno, mentre quelli rimasti sono semplicemente cresciuti.
La situazione spesso è senza dubbio strana, come nel caso di fratelli minori diventati quelli maggiori, ma tutti sembrano aver imparato a conviverci e termini come “Blip” e “blippato” appartengono al linguaggio di tutti i giorni. È impressionante la naturalezza con la quale è stato trattato questo dettaglio e anche al di fuori del contesto scolastico abbiamo modo di assistere, ad esempio, a raccolte di beneficenza per i blippati rimasti senza casa, o addirittura sentire storie di gente che si è finta blippata per tradire il partner.
Entrando nel vivo (quel poco che basta per non spoilerare cose importanti), dopo tutto quello che ha passato, ora Peter vorrebbe solo godersi la gita in Europa con i suoi compagni di classe e cogliere l’occasione per dichiararsi finalmente a MJ. Peccato che Nick Fury abbia altri programmi per lui: delle misteriose e temibili creature Elementali hanno iniziato a seminare distruzione nel mondo e serve assolutamente qualcuno di speciale che possa fermarli, soprattutto ora che gli altri Avengers risultano introvabili. Peter a dire il vero non sarà completamente solo in questa missione, ma combatterà fianco a fianco con un nuovo alleato di Fury, chiamato Quentin Beck, o se preferite Mysterio, che dice di provenire dalla Terra di un altro universo.
La primissima parte di Far From Home è quella più “teen”, improntata particolarmente sui problemi sentimentali e l’umorismo. So che alcuni hanno odiato profondamente queste caratteristiche già in Homecoming, specialmente un certo tipo di umorismo adolescenziale, ma francamente sono lamentele che non ho mai capito: i protagonisti sono tutti adolescenti, quindi si comportano come tali. D’altra parte bisogna dire che qui almeno un paio di gag, per quanto divertenti, magari potevano andare meno per le lunghe.
In larga parte però questo nuovo film su Spider-Man si dimostra più maturo di quello precedente, dovendo trattare anche argomenti come l’elaborazione del lutto. In particolare ho trovato interessante l’approfondimento psicologico di Peter, diviso tra i desideri di un adolescente qualsiasi e la responsabilità, spesso schiacciante, di dover raccogliere l’eredità di Iron Man. Azione ed atmosfere più serie e tese prendono presto il sopravvento sul lato teen del film, pur senza neutralizzarlo, rendendo il tutto più avvincente rispetto ad Homecoming.
Una buona fetta del merito va anche al Mysterio di Jake Gyllenhaal, che possiamo annoverare tra i migliori personaggi portati sul grande schermo dai Marvel Studios, sorvolando su alcuni dettagli della sua storia non del tutto convincenti. Tra l’altro gli effetti visivi che ruotano attorno a lui sono fantastici e il regista Jon Watts è riuscito a sfruttarli a dovere dando vita a scene mozzafiato. In generale i VFX mi sono sembrati migliori della volta scorsa, perché le parti in cui Spider-Man è animato le ho trovate molto più gradevoli. Un plauso inoltre va necessariamente ai costumi, formidabili.
Spider-Man: Far From Home è un cinecomic divertente ed entusiasmante, una ciliegina sulla torta così gustosa da mettere già nuovamente appetito. Sappiate che usciti dalla sala potreste avere bisogno di qualche minuto per metabolizzare quanto visto: il film è pieno di colpi di scena, che trovano sempre un modo per sorprendere anche quando risultano più prevedibili. Le due scene post-credits poi sono fuori di testa e fanno da robusti agganci per futuri sviluppi tutti da scoprire.
In molti si chiedevano se dopo Endgame e l’uscita di scena di personaggi storici come Iron Man e Cap avremmo provato ancora lo stesso interesse per il Marvel Cinematic Universe, ma fidatevi, il treno dell’hype viaggia ancora a tutta velocità.
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