Negalyod è uno di quei volumi che necessitano di tempo: tempo per apprezzarne le tavole, per carpire appieno la storia e seguirla, e soprattutto tempo dopo la lettura per poterla assorbire e farla propria. Forse non è l’ideale per coloro che sono sempre più abituati a letture veloci ed immediate, ma vi garantisco che lo sforzo nel leggere qualcosa di più complesso qui è pienamente ripagato.
Vincent Pierrot, autore e disegnatore di origini francesi, astro emergente nel panorama del fumetto, ci regala un’opera che ricalca lo stile sia narrativo che grafico del compianto Moebius, senza dissacrarlo ma facendolo suo, tanto da creare qualcosa di nuovo ed assolutamente riconoscibile come proprio.
L’ultima pubblicazione di Edizioni BD è un sogno che nasce da un sogno, un racconto pieno di innovazione ed onirismo in cui Vincent Pierrot riunisce tecnologia, religione e dinosauri. Questo connubio potrebbe suonarvi familiare o non originalissimo se già conoscete Kids with Guns, ma vi assicuro che, a parte alcuni elementi di base, Negalyod presenta tematiche, ritmo e stile narrativo completamente differenti.
Quello in cui si muove il protagonista Jarri è un mondo consumato dalla sete, con grandi città che si alternano ad immensi deserti e talmente avanti nel futuro che gli esseri umani non hanno più ricordi del loro passato. Tutta l’acqua è controllata dalla Rete (che nessuno ha mai visto) e gli uomini coesistono tranquillamente con i dinosauri, difatti Jarri è un mandriano di triceratopi. La scintilla che innesca la storia è la morte improvvisa di tutta la sua mandria, causata da un camion meteo (macchinario usato dalla Rete per provocare piogge artificiali), evento che lo spingerà a recarsi in città in cerca di vendetta.
Pierrot ci illustra gli eventi che gravitano intorno al protagonista rendendolo il motore principale delle azioni e le scelte degli altri personaggi. Essenzialmente Jarri non agisce solo per sé stesso, ma è in una posizione in cui il suo fare stimola gli altri (ed il contesto) ad agire a sua volta e ciò lo rende un protagonista nel vero senso della parola. Il suo passato e la sua personalità ci vengono mostrati poco, sono quasi centellinati, tanto che ogni informazione su di lui risulta preziosa per riuscire a comprenderlo meglio.
Negalyod non è un fumetto in cui possiamo provare empatia, non ci immedesimiamo con i personaggi, ma assumiamo il semplice ruolo di spettatori. Vediamo cosa accade momento per momento, scoprendo segreti allo stesso ritmo dei protagonisti stessi e condividendo con loro lo stupore della rivelazione, ma senza provare amore, odio o gli altri sentimenti che sentono loro nel profondo perché siamo con loro, non in loro. Questa mancanza di empatia permette una visione il più obiettiva possibile del contesto, senza contaminarla con sensazioni altrui: ogni lettore è totalmente libero di fare i suoi ragionamenti senza esser costretto a provare simpatia o antipatia per qualcuno di specifico.
Nonostante la dimensione del volume (200 pagine) e la presenza di non pochi dialoghi, la lettura è decisamente agevole e tutto ciò che viene letto e visto ci proietta immediatamente in quel mondo fantastico dalle tinte pastello (quasi a rendere l’idea che tutto avvenga tra il tramonto e l’alba), un mondo in cui gli uomini possono andare a cavallo dei dinosauri ed alcuni possono anche comprenderne il linguaggio.
Il vero fulcro della graphic novel non sono le macchine e tantomeno i dinosauri, ma la rivalsa, tutto ciò che comporta la ribellione ma anche la resistenza, la resilienza e lo spirito di adattamento; messaggi molto importanti che non andrebbero sottovalutati e che in queste pagine sono trasmessi con l’impeto e la dolcezza di un mare sicuro, che lambisce il nostro corpo senza farci mai affondare.
Vincent Pierrot con Negalyod spiana la strada ad un genere quasi dimenticato, offrendoci l’occasione di rieducarci alla lettura bella ed impegnata, regalandoci un sogno e lasciandoci con un messaggio sull’uomo e la natura che vi lascio il piacere di scoprire da soli.
Un ringraziamento speciale a Edizioni BD
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