Bloody Park è l’adattamento a fumetti del romanzo “Il Guardiano del Parco“, che Franco Trentalance ha scritto assieme a Marco Limberti; in questo caso la sceneggiatura è stata curata da Andrea Cavaletto e i disegni sono ad opera di Gero Grassi.
Edizioni Inkiostro è una casa editrice che punta sempre alla sfida, ad alzare l’asticella, incuriosire, ed anche questa volta ha ottenuto l’effetto voluto perché critiche ed obiezioni non sono di certo mancate: “una pornostar che fa un fumetto?!” Beh, chiariamo una cosa: Trentalance non fa più quel mestiere da anni ed ha ben 5 romanzi all’attivo; certo, è diventato famoso soprattutto grazie a quel settore, ma è una persona piena di talenti e interessi, quindi incasellarlo solamente in quel contesto è riduttivo. Oltretutto, è offensivo ritenere che un pornodivo non possa essere in grado di pensare e scrivere una buona storia.
Bloody Park racconta di Alba, giovane studentessa d’arte giunta in Italia per terminare gli studi, ma anche per allontanarsi dalla famiglia e i propri doveri. La ragazza vive in una palazzina insieme a tanti altri studenti di diverse nazionalità, perennemente dediti a festeggiare e sballarsi. Lei però, pur lasciandosi un po’ andare, rimane concentrata sulla sua tesi, difatti si informa, incontra autorità locali, scatta fotografie… ed è proprio durante una delle sue uscite che conosce Franco, il guardiano del parco del Fauno. Si tratta di un uomo solitario, molto particolare e lei non sa che come secondo lavoro realizza snuff movie.
Le premesse sembrano “semplici” eppure non è così, perché in sole 80 pagine lo sceneggiatore Andrea Cavaletto riesce a dare spessore ai personaggi, approfondirli e caratterizzarli in modo da renderli interessanti anche per chi non ha letto il romanzo da cui è tratto il fumetto. Quasi tutti i personaggi presentano una più o meno nascosta dualità: la studentessa carina nasconde un passato oscuro ed un lato estremamente disinibito, i protettori della città si mostrano amichevoli ed aperti nei confronti dei turisti e dei nuovi arrivati, anche se a modo loro, e Franco non è solamente un freddo killer senza sentimenti.
Questa complessa sfaccettatura psicologica rende Bloody Park molto intrigante, perché aggiunge una chiave interpretativa in più oltre a quella canonica, e questo ci permette di leggere ed apprezzare in modo diverso la graphic novel, almeno due volte: nella prima quasi inevitabilmente si proverà simpatia per Alba mentre alla seconda lettura, dopo essere venuti a conoscenza di determinate premesse, ci si immedesimerà maggiormente nell’antagonista (tra l’altro anche voce narrante).
Il racconto è veloce, il ritmo è serrato ma ciò non mette il lettore in uno stato di urgenza o agitazione, anzi, la calma ed il metodo con cui guardiano del parco caccia sembrano guidare tutto il fumetto. Si arriva alla fine senza l’impressione che manchi qualcosa, senza il fiatone, la sensazione è quasi quella di aver fatto un percorso molto tortuoso e di aver finalmente svoltato l’ultimo angolo.
Un aspetto del fumetto che ho gradito molto è il finale: sebbene sia aperto ed apra le porte ad eventuali seguiti, rimane totalmente soddisfacente. Alcune cose ovviamente non vengono spiegate (magari per svelarle in futuro o perché effettivamente superflue), ma non se ne sente comunque il bisogno, non si percepiscono buchi di trama.
I disegni di stampo realistico ed in bianco e nero sono stati affidati a Gero Grassi, che è stato in grado di rendere le situazioni e le ambientazioni in modo totalmente chiaro persino nelle scene di violenza. Spesso quando in un fumetto si scorrono le pagine velocemente i volti di più personaggi potrebbero apparire simili, così come i corpi che potrebbero confondersi nelle scene affollate, ma questo con Gero non avviene mai. Il disegnatore è dotato di un’innata eleganza, in grado di far sopportare anche ai più sensibili scene splatter esplicite, perché nonostante sangue, ossa e brandelli di pelle, la violenza di solito non è messa al centro dell’azione e questo rende il tutto meno disturbante.
Edizioni Inkiostro cura molto le sue pubblicazioni e Bloody Park è stato stampato in due versioni cartonate: una normale e l’altra in edizione limitata con la cover bianca, pronta per poter essere personalizzata da Gero Grassi (verificate la disponibilità sul sito di Inkiostro). Un valore aggiunto inoltre lo danno degli extra come la sceneggiatura di alcune tavole affiancate da relativi studi di disegno: un’apparente piccolezza che però può soddisfare (anche se in parte) una certa curiosità sulla realizzazione del fumetto.
Bloody Park è un bel racconto thriller/horror assolutamente godibile, oltre che un piccolo gioiellino da tenere in libreria data la qualità dell’edizione.
Un ringraziamento speciale a Edizioni Inkiostro
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