L’ultimo God of War è innegabilmente una delle migliori esclusive PlayStation 4 e a più di un anno dall’uscita continua a marchiare a fuoco i cuori dei giocatori, ormai impazienti di affrontare il seguito. Per fortuna a lenire l’ancora lunga attesa ci pensa Magic Press, importando in Italia le pubblicazioni ufficiali atte ad approfondire o espandere alcuni aspetti del gioco.
Dopo L’Arte di God of War, bellissimo artbook che ripercorre tutte le fasi di ideazione e realizzazione del titolo, è il turno del fumetto intitolato semplicemente “God of War“, che ne espande la storia. Il volume raccoglie tutti e quattro i numeri pubblicati da Dark Horse negli Stati Uniti e ci riporta nelle fredde terre del nord per raccontarci eventi accaduti prima della morte di Faye (nuova moglie di Kratos e madre di Atreus), ponendosi dunque come prequel del gioco.
L’opera scritta da Chris Roberson e disegnata da Tony Parker pone molto l’accento su un aspetto in particolare, ovvero la difficoltà del protagonista nel gestire i suoi demoni interiori. Nonostante tutti i tentativi per lasciarsi alle spalle la vecchia vita, allontanandosi anche il più possibile dalla terra natia, Kratos infatti continua ad essere perseguitato dall’ombra del suo passato, che in forma di una rabbia incontrollabile gli ricorda costantemente chi era.
Per cercare di domare i suoi istinti violenti, ogni giorno lo spartano si mette alla prova affrontando i pericoli del freddo e selvaggio nord, ma è proprio durante una di queste sfide che fa a pezzi un orso mostruoso che poi si rivelerà un berserker trasformatosi in forma animale, dando così inizio a una faida con gli ultimi di questi feroci guerrieri e mettendo in pericolo la sua famiglia.
L’approfondimento psicologico di Kratos è uno degli elementi migliori del fumetto, riusciamo a comprendere pienamente il suo tormento, il suo tentativo di autoconvincersi ripetendo come un mantra “io controllo la mia rabbia, non è la mia rabbia a controllare me”. La guerra però fa irrimediabilmente parte della sua natura e le sfide di cui va in cerca appaiono mosse effettivamente più dalla voglia di battersi che da quella di mettere alla prova il proprio autocontrollo, come sembra aver capito Faye.
La moglie norrena di Kratos continua a rimanere una figura abbastanza misteriosa: non se ne vede mai il volto, fa una breve comparsa solo nelle prime pagine e per tutto il resto della storia ci viene detto che si trova a caccia. In compenso ritroviamo il giovane Atreus e l’accenno al rapporto padre-figlio prima degli eventi del gioco è un altro punto forte di questo God of War cartaceo. Chiuso nel suo mondo e i suoi conflitti interiori, Kratos non tiene molto in considerazione il figlio finché non si tratta di proteggerlo dalla minaccia dei berserker, anche perché lo ritiene troppo emotivo, debole, del tutto inadatto ad affrontare le sfide del mondo, ma alla fine inizierà a ricredersi.
Purtroppo, tolti gli aspetti già citati, la trama in sé non colpisce particolarmente, né aggiunge nulla di davvero significativo a quanto raccontato dal gioco. Non abbiamo di fronte un tassello fondamentale per comprendere meglio il nuovo mondo in cui si muove Kratos, ma un’avventura come un’altra, neanche troppo avvincente, che appunto si configura perlopiù come un pretesto per approfondire alcuni lati dei personaggi, dandoci una visione un po’ più completa della loro evoluzione.
La meravigliosa copertina di E. M. Gist, tratta dal secondo albo, non rispecchia i contenuti del volume se non per la presenza dei berserker. Nella storia, infatti, Kratos non brandisce mai il Leviatano, ma una piccola e comune ascia da legna, mentre Atreus non ha l’arco con sé e non si lancia in battaglia al fianco del padre, inoltre lo stile di disegno adottato all’interno delle pagine è completamente diverso.
Ecco, quello che mi ha deluso maggiormente del fumetto sono proprio i disegni, che si presentano con uno stile da classici comics americani, ma di livello mediocre, con volti che contratti in determinate espressioni sembrano deformati o che presi da una certa prospettiva risultano proprio fatti male. I colori di Dan Jackson non sono granché d’aiuto e le tavole davvero “belle” alla fine si contano sulle dita di una mano.
Questo fumetto di God of War non si può considerare un must-have, ma sicuramente rappresenta un gradevole extra per tutti i fan più accaniti della saga creata da Cory Barlog, che non vogliono perdersi nessuna avventura di Kratos in ogni sua forma. Un discreto diversivo nell’attesa del prossimo capitolo.
Un ringraziamento speciale a Magic Press
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