La scena fumettistica italiana, nonostante la crisi dell’editoria che ha imperversato (e uso ottimisticamente un tempo passato) sul panorama nazionale, non è mai stata povera di stimoli. Anche quando le critiche piovevano pesanti gridando alla mancanza di idee e di prospettive, l’impulso di continuare a sperimentare e a creare qualcosa di nuovo è sempre stato forte. È proprio questo l’istinto che deve aver animato la Shockdom a sperimentare un format che oltreoceano può essere considerato iconico, ma di cui nella produzione italiana se ne hanno poche tracce.
Probabilmente l’immagine del “super uomo”, dell’eroe, dell’uomo dotato di superpoteri che si erge a guida, protettore e punto di riferimento della società è una fantasia e un’esigenza tipicamente americana e che culturalmente, come italiani e come europei, sentiamo meno “nostra”. Tuttavia, perché non provare? Supereroi nella tradizione italiana non mancano, ma la costruzione di un vero e proprio universo narrativo parallelo non ha mai preso veramente piede.
Lucio Staiano (fondatore di Shockdom) propone quindi al mercato italiano —e non solo— una nuova collana, TIMED, che egli stesso definisce una “collana-universo“, volutamente ispirata agli sterminati universi Marvel e DC. Alla conferenza di presentazione di TIMED al Napoli Comicon 2017 Staiano spiega che appunto «TIMED nasce dal mio forte desiderio di creare un universo di supereroi tutto italiano, in cui poter chiamare a collaborare tanti talenti, sia disegnatori sia sceneggiatori. […] Questo universo ha come protagonisti persone con abilità speciali. Superpoteri, ma rivisitati in una chiave nuova.
I poteri di cui sono dotati i personaggi hanno un limite temporale ben preciso –da questo il titolo TIMED– e quando lo speciale dono termina, si conclude anche la vita del portatore. […] i superpoteri sono anche una limitazione» (fonte). Ogni volume TIMED offre quindi una storia autoconclusiva, ma allo stesso tempo è legato agli altri in quanto ambientato nello stesso universo narrativo che, nello specifico, è un futuro non troppo lontano in cui il potere delle multinazionali si è sostituito a quello degli Stati.
La collana si articola in due filoni: uno principale che sviluppa una macro-trama, e uno secondario che si concentra sull’aspetto umano e psicologico dei supereroi, che si trovano a doversi integrare in una società di “normodotati”.
Tiresia di Lucio Staiano e Claudio Avella fa parte proprio di questa collana “laterale”, e l’analisi del trauma psicologico dovuto all’arrivo del superpotere risulta ancora più marcata poiché la protagonista del volume è appunto Tiresia, un’adolescente arrabbiata con grandi poteri psichici. Il superpotere della giovane Tiresia è quello di riuscire a vedere i “mondi interiori” delle persone, di entrare nelle loro menti e toccare con mano (e quindi anche modificare) il mondo che ognuno si è costruito dentro di sé. Cresciuta da uno zio sacerdote, Tiresia vede il suo dono come una possibilità di aiutare il prossimo, manipolando la sua mente e sobbarcandosi i dolori degli altri.
Nel giorno del Giudizio Finale –le ricorda sempre lo zio– il suo altruismo le verrà riconosciuto e agli occhi degli uomini avrà un ruolo paragonabile a quello dei santi e dei martiri cristiani. La giovane età di Tiresia, tuttavia, le suggerisce che per trattare con le persone che si rivolgono a lei nella speranza di “guarire”, l’istinto le è più che sufficiente, ma nel momento in cui Evita, una psicoterapeuta, le ricorda che la mente è un oggetto fragile con cui giocare, e che l’inesperienza e la mancanza di uno studio approfondito della psiche umana potrebbero creare danni notevoli, Tiresia reagisce proprio come ci si aspetterebbe da un’adolescente: ignorando i consigli dell’adulto e andando dritta per la sua strada. L’incapacità di gestire la rabbia della giovane protagonista porterà la storia a risvolti piuttosto inquietanti.
L’argomento della rabbia, della frustrazione e della fragilità della mente che Staiano e Avella si propongono di affrontare è potenzialmente molto interessante, ma la trama percorre vie assai prevedibili, trincerandosi dietro situazioni, immagini, personaggi e citazioni fin troppo abusati che sembra di aver letto mille e mille volte.
Se si considera Tiresia un micro tassellino in un mosaico molto più esteso e se si tiene in considerazione il respiro decisamente più vasto che la collana si propone, questo format risulta piuttosto godibile, ma sia personaggi che svolgimento rimangono purtroppo a un livello piuttosto stereotipato e facilmente dimenticabile.
Dal punto di vista prettamente artistico Tiresia ha uno stile semplice e “cartoonistico”, adatto al ruolo che l’opera si è ritagliata nella sua collana d’appartenenza, ma la colorazione risulta fin troppo satura: l’intera opera è pervasa da una sorta di luminosità forzata ed “emozionale” che, pur andando d’accordo con la dimensione del ricordo e dell’esplorazione della psiche, cancella ogni traccia di picco narrativo e di climax, rendendo questi elementi graficamente –e semanticamente– indistinguibili dalle semplici sequenze di progressione, facendo così perdere significato alle singole sequenze.
La struttura della collana consente al lettore di entrare facilmente nel mondo di TIMED e se siete affascinati da questo tipo di universi narrativi Tiresia è una tessera intrigante da aggiungere al mosaico o per cominciare a costruirlo, anche solo per assistere all’evoluzione di un format che in Italia è poco sperimentato.
Sicuramente l’evoluzione di questa collana dal grande potenziale è da tenere d’occhio!
Un ringraziamento speciale a Shockdom
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