Star Comics pubblica per la collana Wasabi “Il Giardino dell’Eden” della mangaka Kaoru Fujiwara, una raccolta di 4 storie brevi collegate tra loro da un tenero filo rosso. Una storia d’amore illecita, un professore e la sua allieva, due gemelli con poteri paranormali e una rivisitazione in chiave erotica di cappuccetto rosso.
Apparentemente storie molto distanti tra loro, ma che appunto sottendono lo stesso espediente: la crescita dei personaggi, il loro cambiamento in un continuo scambio esperienziale tra amore e abbandono, conquista e rinuncia; esperienze che effettivamente segnano la crescita e lo sviluppo individuale di ognuno di noi.
Come nel Giardino dell’Eden Adamo ed Eva hanno dovuto rinunciare al loro status di beatitudine per ottenere il libero arbitrio in un processo di crescita doloroso ma necessario, così i personaggi dei racconti soffrono per poi accettare quelle emozioni ed evolvere a partire da esse. Quasi mai le storie hanno un finale positivo, anzi, sono spesso pervase da sentimenti nostalgici e malinconici, accentuati dai volti longilinei e scavati dei personaggi che ne prendono parte. Continui salti dall’onirico al carnale contribuiscono allo stesso tempo all’estraneazione dal contesto ma all’immedesimazione con i personaggi, paradossalmente reali ma anche molto lontani.
Sono dei racconti che accennano al realismo solo nelle loro componenti più crude e che invece sfociano nella fantasia durante il resto del tempo. Amore e morte si mischiano creando una strana chimica di fascinazione e terrore. Spazio e tempo non sono definiti, non se ne sente la necessità, i luoghi sono eterei, gli sfondi, praticamente assenti, accennano solamente a dei luoghi che ci sono più o meno familiari: una scuola, un bosco o una casa cittadina.
Un ampio uso di fitti retini contribuisce a rendere gli ambienti scuri e impersonali, perciò l’attenzione ricade tutta sui personaggi, sulle loro espressioni e sui loro occhi. Grandi salti temporali in avanti e indietro creano un intreccio confuso e volutamente poco chiaro che lascia grande margine di interpretazione ad eventi apparentemente scollegati tra loro.
Le tavole sono strutturate in maniera lineare e molto classica rispetto ai canoni del manga d’autore e ricordano molto la struttura della pagina bonellide. Ironicamente non rispecchia per nulla lo spirito visionario e anticonformista dell’opera.
Purtroppo non tutto è oro ciò che luccica: il volume presenta numerose ingenuità, probabilmente dovute alla poca esperienza della mangaka. Il design dei personaggi è troppo poco curato, si assomigliano davvero tutti e in alcuni frangenti è difficile addirittura distinguere gli uni dagli altri o i maschi dalle femmine. Gli sfondi sono sì minimal, ma veramente troppo tralasciati, e in alcune sezioni narrative sembra che i personaggi siano sospesi nel vuoto o in ambienti atoni e acromatici.
Il prezzo di copertina è di 12 euro, un costo che purtroppo non rispecchia l’effettiva qualità del prodotto. L’inchiostro tende ad attaccarsi alle dita e le pagine non sono particolarmente spesse. Sicuramente non è un volume con una qualità al di sotto della media, ma per il prezzo a cui è venduto si poteva fare sicuramente qualcosa di più.
Qualche tavola in più non avrebbe certo guastato all’organicità della storia e qualche dettaglio aggiuntivo avrebbe contribuito sicuramente alla miglior riuscita dell’intreccio.
Tutto sommato però Il Giardino dell’Eden è un lavoro ben riuscito, uno dei manga più rappresentativi per la corrente contemporanea del fumetto d’autore giapponese. Una fortuna che un’autrice così di nicchia sia arrivata da noi in Italia, anche se un po’ in ritardo rispetto all’uscita dei suoi volumi in Giappone.
Un ringraziamento speciale a Star Comics
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