Joker, più cinecomic di quanto non sembri

joker joaquin phoenix todd phillips 2019

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Sin dai primi annunci nessuno sapeva cosa aspettarsi esattamente da questo film, dal momento che si parlava di un’origin story di Joker, senza Batman, con il regista di Road Trip e Una Notte da Leoni. Sulla carta poteva sembrare uno scherzo, se non fosse che come protagonista era stato confermato Joaquin Phoenix, un attore estremamente selettivo con i progetti a cui prendere parte e che difatti può vantare un curriculum di grandi film dove la sua interpretazione è stata eccellente.

Oltretutto parliamo di un progetto anomalo per l’attuale panorama dei film DC, uno strano esperimento low-budget (solo 55 milioni di dollari), completamente scollegato dal resto delle altre pellicole, ambientato in un’altra epoca, con un altro stile, vietato ai minori, che esclude la possibilità di sequel a prescindere dall’esito al box office.

Una grande scommessa da parte di Warner Bros. dopo il fallimento nella creazione di un universo condiviso, pienamente vinta grazie a ciò che dai tempi di Tim Burton contraddistingue i migliori film tratti dai fumetti DC: l’autorialità. Intendo quella vera, non il voler essere dark a tutti i costi come hanno frainteso per anni.

Specifichiamo subito che Joker non si basa su alcun fumetto esistente di preciso, si tratta di una storia completamente inedita. Il protagonista si chiama Arthur Fleck e vive con la madre anziana in un piccolo e malandato appartamento di Gotham, in condizioni economiche molto difficili.

Il suo sogno è diventare un comico e per tirare avanti fa il clown mettendosi al servizio delle attività commerciali, ma anche dei reparti pediatrici degli ospedali. Da quando è un bambino sua madre gli ripete che è al mondo per portare gioia agli altri e allora lui cerca sempre di ridere, anche quando il mondo lo prende letteralmente a calci, al punto che questa risata è diventata un disturbo psicologico, che lo porta a sbellicarsi anche quando non dovrebbe, procurandogli solo altro dolore.

La già fragile situazione mentale di Arthur, messa per l’ennesima volta alla prova, alla fine si rompe, e le risate presto lasciano il posto a fiumi di sangue.

Joaquin Phoenix, pur camminando sul filo dell’overacting nella prima parte, è stato straordinario come sempre e alle sue già rinomate capacità attoriali questa volta si è aggiunta anche un’impressionante trasformazione fisica: per il ruolo ha perso circa una ventina di chili, arrivando ad essere praticamente pelle ed ossa. Una condizione che, oltre a dargli un aspetto ideale per il personaggio interpretato, gli ha permesso di avvicinarsi ad uno stato mentale più instabile, come riferito alla rivista People.

Tutto ciò chiaramente non basterebbe se non ci fosse un’ottima sceneggiatura alla base e devo dire di essere rimasto davvero sorpreso da come, prendendosi tutte le libertà del caso, Todd Phillips e Scott Silver siano riusciti a cogliere l’essenza del Joker, rendendo la questione delle sue origini meno definita di quanto ci si aspettasse, tra colpi di scena vari e un finale spiazzante destinato a far discutere a lungo.

Parlando di interpretazioni e personaggi, comunque, bisogna necessariamente citare anche Robert De Niro, grandioso nei panni del conduttore televisivo Murray Franklin nonostante un tempo a schermo piuttosto ridotto. Mi fa piacere che tra questo film e The Irishman stia finalmente tornando a mostrarsi in ruoli più consoni ad un professionista del suo calibro.

Una cosa che si sente dire spesso di questo Joker è che non si tratta di un cinecomic, termine che disgusta in particolare i cinefili più snob, che non ammetterebbero mai di aver apprezzato una pellicola inclusa in questo genere. Eppure quello che mi sono trovato davanti è un film con più elementi fumettistici di quanto credessi; semplicemente non è il tipico cinecomic a cui siamo abituati, così come non lo sono i Batman di Nolan (tra l’altro, nel Joker di Phoenix possiamo intravedere anche qualcosa di quello di Ledger).

Ritroviamo Gotham, Arkham, la famiglia Wayne con tanto di piccolo Bruce, Alfred, citazioni importanti a The Killing Joke, oltre alla questione delle origini citata in precedenza ed altre cose che non voglio spoilerarvi. Non sono dettagli sostituibili così a piacimento come qualcuno afferma, perché tutti sappiamo chi è Joker e conosciamo il mondo in cui è inserito, e parte del fascino sprigionato dal film, volenti o nolenti, deriva anche da essi. Togliendo il contesto DC, ciò che rimane è un ottimo film, ma non troppo differente da Taxi Driver o altre storie simili.

Uno dei timori iniziali era proprio quello che si volesse appiccicare l’etichetta DC Comics al progetto per un film thriller-drammatico inedito, con il solo scopo di renderlo più vendibile, ma per fortuna non è andata così.

Questo ad ogni modo è certamente uno dei cinecomic più improntati al realismo che siano mai arrivati in sala finora. Infatti anche la celebre trilogia del Cavaliere Oscuro, pur risultando credibile, manteneva svariati elementi di fantasia, mentre qui è tutto terribilmente rapportabile al mondo reale.

La Gotham che ci viene presentata è spaccata in due tra ricchissimi e poverissimi, il degrado inizia a serpeggiare tra le strade della città con i crimini in aumento, la tensione sociale è altissima. Joker non è che il frutto di una società in frantumi, che lasciando le persone senza più nulla da perdere le rende praticamente delle bombe ad orologeria.

Ecco, una cosa che non mi ha fatto impazzire del film è che per buona parte della sua durata dà modo di empatizzare fin troppo con Arthur per le ingiustizie da lui subite, senza poi condannare in maniera chiara le sue reazioni violente (come invece avviene con Walter White in Breaking Bad, per fare un esempio), il che potrebbe permettere a qualcuno di travisarne i significati. D’altra parte però offre ottimi spunti per discutere di argomenti delicati e complessi (soprattutto per gli Stati Uniti), con il potenziale di disinnescare certi fenomeni.

La regia di Todd Phillips onestamente non mi ha colpito più di tanto, mentre la fotografia a cura di Lawrence Sher l’ho trovata magnifica, capace di portare agli occhi atmosfere meravigliosamente decadenti. La colonna sonora poi fa un lavoro egregio elevando all’ennesima potenza le scene di maggior tensione.

Joker è un film intenso, anche difficile da metabolizzare ad una prima visione, che rimane impresso nella memoria dalla prima all’ultima scena. Ci troviamo davanti ad un cinecomic d’autore come pochi, capace grazie all’enorme successo che sta ottenendo di cambiare le carte in tavola per i film DC, spianando la strada ad altri progetti della stessa levatura. Fate un bel sorriso, Joker è uno dei migliori film di quest’anno.

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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