Una misteriosa nebbia ha portato il piccolo regno di Arta sull’orlo della rovina a causa degli Esper, creature mostruose che ne fuoriescono e seminano distruzione. Quando tutto sembrava ormai perduto, però, gli Esper si sono ritirati in un vortice di nebbia ed oggi questo luogo attira avventurieri di tutto il mondo che, riuniti in corpi di spedizione, esplorano il vortice fronteggiando le temibili creature e tentando di scongiurare questa terribile minaccia per la razza umana.
Mistover parte con premesse semplicissime e a tratti anche già viste, eppure questo dungeon crawler strategico riesce ad intrattenere, fornendo anche una buona dose di sfida ai giocatori. Senza troppe spiegazioni, dopo la intro che presenta gli antefatti della storia ci ritroveremo in un bosco, privi di memoria, a dover fronteggiare con un party da 3 membri (a fronte dei 5 che si potranno controllare nella campagna principale) la prima battaglia proposta dal gioco. La difficoltà che si potrà riscontrare in questa parte e la totale mancanza di un tutorial fanno intuire che Mistover sia dedicato principalmente agli appassionati dei titoli strategici, o ai giocatori che abbiano almeno una discreta conoscenza del genere.
L’impianto ludico e narrativo di Mistover infatti non presenta particolari guizzi o sorprese, le premesse della trama ad esempio mi hanno subito riportato alla mente quelle dell’anime Made in Abyss, mentre il gameplay ricorda molto da vicino il popolare Darkest Dungeon.
Il cuore del gioco sta nell’esplorazione di diversi dungeon e nelle battaglie contro le creature che li popolano; il combat system è quello di un classico strategico a turni, con il campo di battaglia suddiviso in due griglie da 9 caselle (tre file da tre), una dedicata ai nemici e una alla nostra squadra. Di turno in turno si decideranno le azioni dei membri del party scegliendo se attaccare, difendere, usare oggetti dell’inventario o spostarsi su una diversa casella.
Anche il solo muoversi nei dungeon sarà una scelta da dover ponderare saggiamente, ogni passo infatti equivarrà a perdere sazietà e luminosità. Una volta esaurita la sazietà si inizieranno a perdere HP e MP a ogni passo, mentre con una bassa luminosità si sarà soggetti alle imboscate dei mostri. In battaglia ogni unità del party potrà utilizzare 4 diverse tecniche più una speciale e dagli effetti devastanti, da usare in combo con un altro personaggio di una specifica classe. Ogni mossa dovrà essere studiata e calcolata per uscire dalla battaglia nel migliore dei modi, dal momento che il sistema di permadeath combinato con un perenne autosalvataggio non lascia davvero scampo alle nostre unità.
Alla fine di ogni esplorazione dovremo fare i conti col Doomsday Clock: se le lancette di questo orologio segneranno la mezzanotte ci sarà un definitivo Game Over, e per evitare questa tragica eventualità si dovrà fare in modo di esplorare il dungeon per intero, sconfiggere tutti i mostri presenti e aprire tutti i forzieri.
Tra un dungeon e l’altro faremo visita ad Arta, la capitale dell’omonimo regno. Questa città farà da hub centrale nel quale ci saranno tutte le strutture principali per organizzare le spedizioni future: l’ufficio nel quale si potranno accettare nuove spedizioni e fare rapporto su quelle concluse, il negozio in cui comprare e vendere oggetti utili, l’alchimista che consentirà di fondere oggetti per crearne di nuovi e più potenti, il campo d’addestramento dove potenziare le tecniche e le abilità passive, il centro dei corpi di spedizione per reclutare nuove unità, infine il deposito dove finiranno gli oggetti raccolti durante le spedizioni e dal quale equipaggiare il party con armi, armature e accessori.
Per quanto riguarda il comparto tecnico il titolo di KRAFTON mostra davvero poche incertezze: a parte qualche caricamento leggermente troppo lungo, non si notano mai cali di framerate o altri problemi di sorta né nell’esplorazione né nelle battaglie. Degno di nota anche il comparto artistico: lo stile grafico è estremamente piacevole, ricorda molto l’acclamato The World Ends With You e a tratti anche i disegni di Mike Mignola, l’autore di Hellboy. I personaggi di ognuna delle 8 classi disponibili sono molto ben caratterizzati, in particolare la suora, e anche i nemici sono interessanti, alcuni in particolare sembreranno usciti da un incubo lovecraftiano. Piatto invece il comparto sonoro, non sgradevole ma sicuramente neanche memorabile.
Mistover è un titolo che non spicca per originalità, ma si rivela comunque piacevole, soprattutto grazie a un curatissimo comparto grafico. Purtroppo, la difficoltà generale molto elevata del titolo costringe ben presto a lunghe sessioni di grinding per poter livellare, trovare equipaggiamento migliore e soprattutto denaro per alcuni consumabili indispensabili ma molto costosi. Questo continuo e ripetitivo ciclo potrebbe quindi presto venire a noia ai giocatori.
L’assenza di una traduzione italiana, inoltre, potrebbe costituire uno scoglio insormontabile per chi non è pratico della lingua inglese. C’è pero da dire che la versione da me provata, quella per Nintendo Switch, potrebbe rivelarsi la più interessante, perché la portatilità della console permette di spezzettare tranquillamente le sessioni di grinding in partite “mordi e fuggi”, facendo del titolo un’esperienza occasionale impegnativa ma soddisfacente.
Special thanks to ICO
Commenta per primo
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.