Aggiungere qualcosa di nuovo a una storia già raccontata non è un’impresa facile. Se poi questa storia è conosciuta da tutti, il compito si fa ancora più complesso. La vita di personaggi famosi e carismatici viene infatti spesso romanzata, prendendo direzioni che fanno più piacere all’orecchio dello spettatore che a quello dello storico, e riscoprire il personaggio in questione o sovvertirne l’idea che ne ha la collettività può diventare un’operazione piuttosto faticosa e a volte addirittura impopolare.
In questo senso, la funzione dello storico è essenziale, ed è un po’ il ruolo in cui Giorgia Marras ha deciso di calarsi nel raccontarci questo suo Sissi. Imperatrice, ribelle, donna. “Per realizzarne la biografia illustrata ho deciso di intraprendere un lungo viaggio nei suoi stessi luoghi,” racconta l’autrice in un’intervista al Treviso Comic Book Festival.
La Marras decide quindi di partire dai luoghi in cui l’imperatrice ha vissuto, per riscoprirli in prima persona, avvicinarsi alle fonti e distaccarsi il più possibile dall’immagine romanzata della donna inguaribilmente romantica e a volte malinconica, ma comunque dolce, a cui il sentire comune, film, libri e perfino cartoni animati ci hanno abituato. Con questo graphic novel, l’autrice sceglie di raccontarci la storia di “Sissi“, ma dalla prospettiva di Elisabeth.
L’imperatrice d’Austria aveva, contrariamente alla sua versione cinematografica, un carattere piuttosto riservato e incline alla malinconia, ma soprattutto — e questo lato viene molto sottolineato da Marras — tutt’altro che superficiale in particolare per quanto riguarda l’interesse per la politica. Questa biografia va infatti in una direzione completamente diversa da quella che ci si potrebbe aspettare: l’aspetto più intimista della vita dell’imperatrice viene sì toccato, ma le sue vicissitudini amorose e quelli che potrebbero essere definiti i gossip sulla sua vita privata fanno solo da cornice a un quadro ben più ampio che delinea la personalità complessa e sfaccettata di Elisabeth.
Proveniente da una famiglia nobile ma semplice, dopo il fidanzamento con Franz Joseph I d’Austria Elisabeth si è ritrovata a dover fare i conti con la severità della corte di Vienna, che le imponeva rigide norme di comportamento e soprattutto un ruolo di “donna-immagine” che la principessa faticava a sopportare. Il ritratto che Marras dipinge di Elisabeth è quello di una giovane donna in lotta per la propria libertà d’espressione, sempre pronta a far valere la propria opinione e poco incline al compromesso sulle proprie scelte di vita.
Nella parte iniziale della biografia, questa forza di volontà viene incanalata soprattutto nella gestione dei figli, per lungo tempo affidati solo alle cure dell’austera nonna paterna — più per costrizione che per scelta — ma sui quali Elisabeth tenta di riprendere il controllo. Colpisce la visione estremamente moderna sull’educazione del figlio Rudolf, dapprima costretto a un’educazione marziale, poi reindirizzato dalla madre a un’educazione più completa e classica, che non escludesse le arti e le scienze, seguendo le inclinazioni del bambino stesso.
La decisione presa dall’imperatrice viene intesa a corte come un vero e proprio colpo di stato, tanto che secondo lo stesso tutore di Rudolf “è stata una piccola rivoluzione pretendere per lui degli insegnanti che non fossero soltanto preti, militari o aristocratici“. Ne emerge il ritratto di una corte retrograda e anti-progressista, cui Elisabeth risponde con toni decisi e azioni forti: “La corte è contro tutto ciò che rappresenta il progresso. Il conservatorismo di questo impero è stato mantenuto fino ad oggi, ma i tempi stanno cambiando. E voglio che Rudolf sia in grado di leggere questi cambiamenti“.
La capacità di lettura del presente è forse il lato più evidente della Sissi di Marras, qualità che trova spazio soprattutto nella seconda parte del volume. Il suo coinvolgimento in politica, spesso trascurato dalla corte e dai politici che la circondavano, si è invece rivelato utilissimo in molti momenti critici in quanto, a differenza dei politici uomini, era capace di comprendere l’importanza della mediazione, della diplomazia e del proprio ruolo di imperatrice. Il ruolo che ufficialmente le era riservato nelle trattative e nelle scelte politiche era prettamente passivo e non prevedeva un suo coinvolgimento decisionale, ma uno spirito combattivo come quello di Elisabeth non riesce a fingere disinteresse per la mancanza di ruolo che le è stata riservata e cerca di riprendere in mano la situazione.
In politica, come anche in aspetti più privati della sua vita, Sissi lamenta che le sue parole “non hanno alcun valore, proprio perché è l’imperatrice a pronunciarle. Nessuno mi presta ascolto, mi hanno privata di ogni responsabilità“. Il mondo maschile vuole relegarla al ruolo di spettatrice, ma la sua perspicacia le ha permesso di ritagliarsi un ruolo anche dove per lei non era previsto. Gli uomini (o le donne che agivano per conto del mondo degli uomini, come la suocera) le dicono come comportarsi, pretendono di decidere per l’educazione dei suoi figli, le intimano di allontanarsi dalla scena politica, che non le compete, oppure cercano di manipolarla ammaliandola per influenzare le scelte dell’impero, ma Elisabeth dimostra sempre fermezza, lucidità e decisione, integrandosi perfettamente e inaspettatamente nei giochi politici europei.
Lo stress cui era sottoposta nella sua vita quotidiana veniva esorcizzato tenendosi occupata al massimo, inseguendo ritmi improponibili, anche, probabilmente, per arginare gli stati depressivi cui spesso l’imperatrice era preda. In una splendida sequenza muta, Marras ci mostra la giornata tipo di Elisabeth, costantemente occupata in estenuanti esercizi fisici, lezioni di lingue, infinite ore passate al trucco e all’acconciatura, cavalcate e lezioni di scherma. La giornata dell’imperatrice era molto frenetica, ma Elisabeth non era tutta lì, non le bastava; i ruoli che le era stato richiesto di ricoprire – madre, donna, regina – non la soddisfacevano. Era troppo emancipata e troppo intelligente per farseli bastare. Non voleva essere regina ma regnante, e la parte più difficile da sopportare era per lei proprio l’essere costretta a rimanere dietro le quinte del destino dell’impero.
Il culto della bellezza e l’ossessione per la forma fisica, portati all’estremo, delineano un altro lato importante del suo carattere: testardo, perfezionista, insofferente, ma anche molto fragile e portato contemporaneamente sia all’autodistruzione che alla costante tensione creativa. Le ore passate davanti allo specchio, la ginnastica, i busti strettissimi per ottenere il famoso vitino di vespa, sono sintomo e manifestazione di un carattere ostinato ma anche al limite della psicosi. Il controllo sul proprio corpo diventa simbolo della lotta per il controllo sulla propria vita.
Giorgia Marras riesce quindi ad allontanare il lettore dagli splendori della corte di Vienna e a portarlo nella battaglia quotidiana di Elisabeth, della donna che lotta per occupare una posizione attiva nel mondo, che lotta per ottenere quelle responsabilità da cui era stata sollevata.
Dal punto di vista prettamente grafico, Sissi si distingue per un bianco e nero “acquarellato” che evita i contrasti cromatici troppo netti restituendo un’elegante omogeneità stilistica all’intero volume. Molta cura è messa anche nell’aspetto dei personaggi, rifiniti in ogni dettaglio secondo la moda dell’epoca: l’opera ricopre circa 50 anni di storia, e il passare del tempo è anche scandito dai baffi di Franz, dalla lunghezza dei capelli di Elisabeth, dalle sue acconciature e dalle giubbe del giovane Rudolf.
Sissi – di cui la Marras è magistralmente sia illustratrice sia sceneggiatrice – porta in un graphic novel fresco e attuale la vita di una donna moderna vissuta in un periodo di transizione, di una donna libera che non si è arresa davanti alla gabbia che le era stata costruita, e si conferma un perfetto titolo Diabolo Edizioni per la sua capacità di raccontare una storia nuova anche là dove si pensava non ci fosse più nulla da raccontare.
Un ringraziamento speciale a Diabolo Edizioni
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