Con Un Solo Corpo si prospetta una delle sfide più grandi che abbia mai affrontato nel corso di quest’anno e mezzo di recensioni su Nerdevil. Cosa avrà di così impegnativo questo volume? Apparentemente nulla, se non un avvertimento: non pretende di essere chiaro e tantomeno di essere capito. Marco Rincione e Marco Fontanili inaugurano così Skià, collana creata appositamente per YEP!, la nuova piattaforma digitale della Shockdom che permette di leggere fumetti online con un unico abbonamento annuale.
Ognuna delle storie che farà parte di Skià sarà autoconclusiva, avrà sempre Rincione come sceneggiatore, mentre i disegnatori cambieranno di volta in volta, perché uno dei motori che spinge tale collana è promuovere giovani artisti promettenti ma ancora non molto famosi che meritano spazio, fiducia ed anche pubblico.
Marco Rincione gioca molto sul fatto che non bisogna necessariamente capire ciò che stiamo guardando e partendo da questa base lascia che il fumetto letteralmente fluisca, che la narrazione scorra davanti ai nostri occhi di spettatori totalmente all’oscuro delle vicende. Un Solo Corpo ci fa affacciare verso un mondo inconcepibile, lontano sotto ogni aspetto da qualsiasi cosa noi possiamo conoscere se non per vaghissimi riferimenti: personaggi, ideologie, contesti, cibi, cultura, persino lavoro, è tutto diverso.
La storia apparentemente è molto semplice, in quanto parla di un padre ed un figlio che, dopo aver trovato una nuova sistemazione, devono adattarsi alle novità sul lavoro e a scuola, ma è solo un espediente per darci uno spaccato di questo particolarissimo mondo partorito dalla mente dello sceneggiatore. Nelle poche pagine che caratterizzano l’opera prima della collana Skià veniamo inondati dall’essenza di questo nuovo mondo e senza necessità di spiegazioni didascaliche, ridondanti e pesanti ci viene trasmesso un turbinio di emozioni che impiegherà non poco tempo per dissolversi.
Un Solo Corpo a parer mio è una graphic novel decisamente riuscita, perché smuove gli animi, pone interessanti interrogativi e soprattutto ci fa sentire “scomodi”, facendoci riflettere ad ampio spettro senza dover per forza discutere di temi dichiaratamente contemporanei. La sinergia fra i due autori, considerando che Fontanili ha contribuito anche alla trama, ha dato vita finalmente ad un’opera che può essere classificabile solamente come “nuova” poiché è arduo se non impossibile fare un confronto tra questo ed altri fumetti.
Quindi cosa rimane se non si può analizzare un’opera come ogni altra? Rimangono le emozioni ed i pensieri suscitati da determinate parole o immagini ed in questo sia Rincione che Fontanili sono dei veri e propri maestri tanto che la loro (almeno per me) risulta essere una delle accoppiate più riuscite nel panorama fumettistico italiano per quanto riguarda questo tipo di narrazione.
Un Solo Corpo è un fumetto particolarissimo, che non vuole rispondere a delle domande, bensì sollevarne altre. Considerando ciò, per quanto mi abbia personalmente colpita ed affascinata, mi sento di dire che non è per tutti, non perché sia complesso a livello di comprensione, anzi, i testi sono pochi e semplici, così come il tratto di Fontanili è lineare (ma unico); ciò che lo rende “difficile” è tutto il non detto e non mostrato, tutto ciò che è sullo sfondo e nell’ombra.
Se però vi sentite pronti ad accettare la sfida di leggere qualcosa di scomodo, innovativo e che vi lascerà con più quesiti che risposte, prendetelo e fatevi conquistare dal suo mondo. Un fumetto del genere mancava e ne avevamo bisogno.
Un ringraziamento speciale alla Shockdom
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