Dopo una straordinaria campagna di crowdfunding, The Game Kitchen ha portato su PC e console il suo Blasphemous, titolo che si presenta come un metroidvania in pixel art caratterizzato da una forte impronta narrativa e un’ambientazione carica di significati.
Noi giocatori saremo chiamati ad impersonare il Penitente, l’ultimo superstite di una congrega chiamata Fratellanza del Dolore Silenzioso. Armati solo della nostra spada e della nostra fede, dovremo viaggiare per questo mondo oscuro con l’obiettivo di scoprire la causa della nascita degli strani e paradossali esseri che lo stanno affliggendo: le raffigurazioni grottesche e macabre dell’iconografia cristiana medioevale sembrano aver preso vita e imperversano per le strade.
Come da tradizione souls-like, la storia non ci viene narrata direttamente da NPC o cinematiche, ma attraverso le descrizioni degli oggetti che troveremo sul nostro cammino, sarà quindi indispensabile uno studio attivo per apprendere ogni dettaglio della lore e della storia di Blasphemous.
Alla nostra missione principale vengono affiancate incisive missioni secondarie, spesso anche più interessanti, che ci permettono di approfondire la conoscenza di un mondo estremamente affascinante e suggestivo.
Il taciturno protagonista vaga dispensando la legge di Dio alle figure inquietanti che si ergono sul suo cammino. ll combat system non è particolarmente complesso, avremo a disposizione soltanto i fendenti della nostra spada, un salto e una schivata per diffondere carità. Nel corso del gioco potremo sfruttare anche una pletora di abilità passive per migliorare le nostre statistiche offensive e difensive, oltre ad alcune preghiere (dei veri e propri incantesimi). Queste capacità verranno sbloccate tramite level-up presso l’hub centrale, dove potremo spendere le essenze lasciate dai nemici sconfitti per potenziare le nostre abilità o il nostro equipaggiamento.
Le essenze potranno essere spese anche per comprare oggetti dai mercanti sparsi qua e là nella mappa, che ci offriranno chiavi per accedere a delle scorciatoie oppure oggetti collezionabili di vario tipo. Farmare i nemici si rivelerà più utile del previsto, soprattutto in zone molto avanzate dell’esplorazione, per assicurarsi di raggiungere il massimo del completismo.
Durante il suo pellegrinaggio, il Penitente potrà riposarsi presso dei santuari che ricaricheranno completamente la sua vita, il suo mana e gli utilizzi delle fiaschette che gli permetteranno di potersi curare parzialmente durante l’esplorazione. I checkpoint sono posizionati saggiamente all’interno della mappa, in punti di snodo dove ci troveremo a passare più volte durante i nostri viaggi da un luogo all’altro.
Il livello di difficoltà è tarato molto verso l’alto e strizza chiaramente l’occhio agli hardcore gamer, ma riesce ad essere impegnativo senza diventare ingiusto. La morte infatti non ci darà malus particolari: ad ogni morte la barra del mana si accorcerà parzialmente, ma tornerà alla sua dimensione originale una volta recuperato il nostro spirito nel punto in cui siamo morti.
Paradossalmente, i percorsi per raggiungere i boss saranno più complessi dei boss stessi, con numerosi nemici che ci attaccheranno contemporaneamente sia in melee che dalla distanza, uniti ad ostacoli ambientali e una ristretta quantità di cure disponibili. I boss, caratterizzati da design spettacolari, hanno tutti pattern piuttosto limitati e non richiederanno molto impegno per essere sconfitti: spesso la tattica migliore sarà posizionarsi sotto di loro ed attaccarli fino allo sfinimento, senza seguire una vera e propria strategia.
Il mondo in 2D di Blasphemous appare strettamente interconnesso. Gli shortcuts sono ben studiati e spesso inaspettati, tant’è che ci faranno sbucare in posti che inizialmente sembravano lontanissimi, lasciandoci ogni volta sbalorditi dalla capacità del team di sviluppo di creare una mappa, per quanto non troppo ampia, estremamente intrecciata e ben congegnata.
L’art direction è impressionante e pesca a piene mani dall’iconografia cristiana. Gli oggetti, gli altari, i personaggi, i nemici… tutto trasuda cristianità, ma sotto un aspetto marcio, inquietante e distorto. La religione viene presa di mira, ma non in maniera superficiale: si percepisce un profondo studio dell’immaginario cattolico e la blasfemia è possibile proprio grazie ad una conoscenza approfondita della materia.
La natura indie del titolo purtroppo si palesa nel riutilizzo di assets e nel semplice reskin di certi nemici. Anche la colonna sonora, per quanto ispirata, non brilla certo per varietà e dopo qualche ora di gioco ci accorgeremo di star ascoltando sempre gli stessi brani. Non tutte le aree di gioco sono ugualmente ispirate e in alcune di esse si nota una certa approssimazione da parte degli sviluppatori. Al contempo, però, le cutscene sono veramente evocative, con lo stesso stile conturbante e onirico tipico di tutto il design del gioco.
La campagna si aggira sulle 15 ore di gioco e sfiora le 20 completando tutte le quest secondarie; una buona longevità considerando il genere a cui appartiene, ma non prolungabile oltre: il fattore rigiocabilità è scarso, non essendoci particolare varietà nell’approccio al gameplay o la possibilità di scegliere diversi livelli di difficoltà.
Pur presentando difetti non da sottovalutare, Blasphemous è sicuramente uno dei migliori titoli metroidvania dell’ultimo periodo, un progetto grezzo che però si rivolge ad una fetta di mercato molto specifica. Gli appassionati dei souls-like e di giochi dalla narrativa ermetica troveranno pane per i loro denti.
Special thanks to Team17
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