Maurizio Ferrero pubblica con Moscabianca Edizioni il suo nuovo romanzo Ballata di Fango e Ossa, ambientato in un medioevo fantastico dai tratti italiani. Quattro protagonisti intrecciano i loro cammini a causa, direttamente o indirettamente, dal Diavolo, o almeno così viene chiamata una bestia enorme che uccide chiunque con i suoi formidabili artigli e sulla cui testa pende una taglia.
Il primo impatto con il libro è in grado di spiazzare tanto quanto incuriosire, perché nel prologo viene presentata la prima apparizione del Diavolo non dal punto di vista della bestia ma delle sue vittime, quindi il lettore inizialmente è portato ad illudersi di aver appena conosciuto i protagonisti della storia per poi dovergli subito dire addio.
Come già annunciato, i veri protagonisti di Ballata di Fango e Ossa sono quattro: Guidobaldo, un avventuriero alcolizzato poco abile nel combattimento e molto propenso ad infatuarsi e cacciarsi nei guai; Kalogera, una mercenaria dall’aria minacciosa e senza scrupoli, con alle spalle un passato che la spinge nella ricerca di oro e potere; il capo dei briganti Crapaferro e la sua sposa strega, una coppia alla guida di banditi senza alcuna etica morale che vedono nel Diavolo l’unica vera guida.
Questi personaggi sono tutti ben caratterizzati e ad ognuno di loro viene dato il giusto spazio all’interno della narrazione, in modo da poterli immaginare, ma soprattutto comprendere al meglio il perché delle loro azioni. Vengono descritti scrupolosamente fin nei minimi dettagli: di loro conosciamo i pensieri, gli usi, i costumi, persino il modo di parlare. Ogni singolo elemento che li caratterizza viene messo in risalto, così da renderli unici, veri, identificabili. Tutto ciò non ha lo scopo di far immedesimare il lettore in questo o quel personaggio, ma renderglieli tutti estremamente comprensibili (con o senza empatia), creare una profonda connessione con l’ambiente descritto.
Esoterismo, violenza, onore cavalleresco, guerre e religione si uniscono all’ombra di un gioco umano: ogni personaggio, dal più al meno importante, ha un suo obiettivo e spesso pensa soltanto al proprio tornaconto.
Lo spaccato di medioevo fantasy presentato dal libro è molto credibile, perché mentre la trama principale prende forma vengono aggiunte tante piccole sottotrame utilissime per dare maggior spessore ai personaggi e plausibilità al contesto. Il bello è che queste sottotrame arricchiscono il libro senza appesantirlo o renderlo caotico, anzi, riescono a far passare determinati messaggi in modo estremamente naturale.
Maurizio Ferrero ha il pieno controllo sui protagonisti del libro e dal modo in cui decide di differenziare la loro parlata emerge una grande maestria nella scelta del registro linguistico. Kalogera ad esempio usa il dialetto, mentre Crapaferro è brusco e diretto, in linea con il suo status di capo di briganti montanari. Un altro enorme punto a favore dello scrittore in questo romanzo è la sua capacità di dare spazio non solo ai personaggi principali, ma anche quelli secondari, dando alla narrazione un ritmo sempre più sostenuto e coinvolgente, che tiene incollato il lettore alle pagine.
Ballata di Fango e Ossa è un racconto d’altri tempi, ambientato nel medioevo ma dal retrogusto contemporaneo, perché è in grado di sollevare questioni non legate esclusivamente ad un contesto antico. Una lettura particolarmente consigliata a chi cerca un fantasy diverso dal solito, crudo e a tratti persino ironico.
Un ringraziamento speciale a Moscabianca Edizioni
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