Quello dei puzzle game è un genere che, tranne per il caso limite Portal 2, è sempre stato abbastanza di nicchia e non ha mai presentato molte uscite l’anno. Proprio all’inizio di questa generazione abbiamo avuto forse il miglior esponente moderno del genere, The Talos Principle, ed anche se son passati più di 5 anni domina ancora incontrastato tra le esperienze di risoluzione enigmi, forte anche di un comparto artistico, ma soprattutto narrativo, davvero inarrivabile.
The Sojourn è un puzzle game indie, sviluppato dagli inglesi Shifting Tides sia per Console che per PC (attualmente in esclusiva su Epic), che strizza molto l’occhio al gioco di Croteam, non tanto per le tematiche trattate o il design quanto proprio per l’impostazione narrativa e il modo di proporre gli enigmi.
Avviata la nuova partita ci ritroveremo in un mondo veramente molto ispirato, che pesca a piene mani dalla mitologia di tutti i paesi, passando da quella egizia a quella norrena, senza mai fare citazioni esplicite, ma mescolandola sapientemente con elementi post-moderni come il minimalismo o un design volutamente retrò.
Tutto ciò è rappresentato a schermo da un grafica low poly veramente ben realizzata e che rende il paesaggio ancora più gradevole all’occhio. L’unico appunto che mi sento di fare al riguardo è che ormai fin troppi giochi indie fanno questa scelta grafica e rischiano di saturare il mercato; non tutti hanno la mano ed i fondi per realizzarla bene come in questo caso e spesso risultano solo pigri e poco originali.
Le ambientazioni mistiche di The Sojourn fanno da sfondo ad enigmi di logica via via sempre più difficili e divisi in capitoli, ognuno dei quali differisce sia per stile dello scenario che per le meccaniche utilizzabili per arrivare alle soluzioni. Solo una meccanica resterà fissa durante la maggior parte degli enigmi ed è quella dell’oscurità, una dimensione parallela alla quale è possibile accedere attraverso dei portali. La versione “oscura” del mondo di gioco si mostra diversa in alcuni dettagli, utili per arrivare alla soluzione, ma prima di raggiungere l’obiettivo bisognerà passare più volte da una dimensione all’altra in quanto nell’oscurità il tempo d’azione è limitato.
Il problema principale degli enigmi è però quello di essere estremamente lineari e non offrire alcun metodo di risoluzione “fuori dagli schemi”. Il giocatore è portato focalizzarsi sulla ricerca di una combinazione perfetta, più che pensare alla logica che permette a una determinata meccanica di completare il livello. Per fortuna ci sono enigmi secondari che risultano molto meno incentrati sulla “deduzione” e che quindi si rivelano le sfide più interessanti del gioco.
Sul piano narrativo, il titolo si esprime solo per mezzo di scene fisse formate da manichini in pose plastiche e, in base all’ambientazione, lascia a noi l’interpretazione delle scene rappresentate. Non viene mai spiegato nulla concretamente e solo la nostra “crescita” intellettiva, attraverso la risoluzione degli enigmi, porterà a completare il puzzle più grande, quello della trama. Il gioco si fa metafora di un viaggio mistico all’insegna dello sviluppo del cervello umano, dalla più terrena e concreta cellula fino all’aspirazione di una conoscenza astrale.
Purtroppo una scelta di questo tipo per la narrazione può risultare fin troppo criptica per il giocatore medio, che tenderà facilmente ad ignorare questo aspetto ritenendolo inesistente all’interno del gioco. Probabilmente anche solo qualche documento da leggere o registrazione da ascoltare avrebbe conferito un maggior impatto al viaggio di formazione di The Sojourn.
Per quanto abbia personalmente apprezzato The Sojourn, non me la sento di consigliarlo a scatola chiusa, soprattutto nella sua versione PC che al momento è disponibile solo su Epic Games.
Se da una parte abbiamo un lato artistico di ottimo livello, con design, grafica e musiche notevoli che giovano moltissimo all’immedesimazione, dall’altra la narrativa lasciata molto all’interpretazione ed un gameplay davvero interessante solamente negli enigmi opzionali, valgono il prezzo pieno solo per un hardcore fan dei puzzle game. Oltretutto il gioco è interamente completabile in massimo 10 o 12 ore.
Purtroppo è un titolo molto di nicchia e la sua realizzazione, per quanto lodevole in alcuni frangenti, non riesce ad elevarlo al punto tale da renderlo adatto a chiunque.
Special thanks to Iceberg Interactive
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