Il secondo ed ultimo volume di Pestilence, intitolato Una storia di Satana, si è fatto attendere un po’, ma finalmente SaldaPress l’ha portato sugli scaffali di librerie e fumetterie. Se non conoscete già il fumetto o avete bisogno di rinfrescarvi la memoria, vi invito a dare un’occhiata anche alla recensione del primo Pestilence.
Mi sono approcciata a questo nuovo volume solamente dopo aver riletto quello precedente, poiché i personaggi che agiscono all’interno della storia non sono pochi e bisogna un po’ riprenderne le redini per capire ogni riferimento. Ovviamente si tratta di una rilettura fatta con piacere, considerando quanto abbia gradito il lavoro di Frank Tieri, Eric Bromberg, Brandon Auman ed Oleg Okunev, una “passeggiata nella peste” necessaria per porsi nel modo più appropriato verso una lettura del genere (quindi se potete vi consiglio di fare altrettanto).
La storia tra il primo ed il secondo volume continua fluida, ricalcando i binari del primo Pestilence con gli espedienti della lettera (un modo per leggere i pensieri del protagonista quasi fossero diretti al lettore e non ad un altro personaggio) e della narrazione ciclica, poiché le prime tre pagine rappresentano avvenimenti che verranno raccontati e chiariti solamente alla fine del fumetto. Proprio per questo l’intera storia risulta essere una spiegazione ad un singolo gesto o evento che solamente pochi intimi e il lettore conosceranno, mentre il resto del mondo continuerà a convivere con una falsa verità.
Allora perché la valutazione di Pestilence 2 è più bassa (seppur positiva) rispetto a quella visibile nella recensione del suo predecessore? Perché prima di tutto è difficilissimo concludere un racconto in modo pienamente soddisfacente dopo aver gettato delle aspettative altissime, mantenendo o migliorando lo stesso ritmo e lo stesso pathos, e poi perché gli autori cercano il perfetto equilibrio fra azione, storia, religione, esoterismo ed intrighi, ma è complicato farlo senza che uno di questi elementi prevalga sugli altri.
Gli autori mostrano coerenza sia a livello narrativo che estetico, anche se per tutta la lettura mi ha pervasa la sensazione che Pestilence 2 – Una storia di Satana non fosse all’altezza del primo, come se questo ciclo narrativo anziché migliorare si fosse adagiato sugli allori degli inizi, senza più cercare di stupire il lettore con una trama complessa, colpi di scena e tavole bellissime ed articolate. Non si può “vivere di rendita” se si vuole suddividere una storia in due volumi.
Non fraintendetemi: Pestilence 2 non è affatto un brutto fumetto, però sicuramente poteva essere migliore, soprattutto dopo tutte le aspettative innalzate dagli autori. Preso come singolo volume è in grado di intrattenere mostrando dinamicità, azione ed intrighi, rappresentati attraverso il tratto unico e distintivo di Oleg Okunev e colori accesi e ben studiati in grado di conferire ulteriore bellezza alle pagine, curate da più coloristi. La vera pecca di quest’opera edita da SaldaPress è quella di avere un altro numero con cui fare i conti e con cui viene naturale fare dei paragoni, soprattutto perché in questo caso specifico si è investito più tempo nelle azioni e meno nell’approfondimento dei personaggi, impedendo così al lettore di entrare in sintonia con loro.
Se avete già iniziato la lettura di questa storia che narra di peste e religione in modo quasi complottista (ed in chiave esoterica), questo volume è sicuramente consigliato per scoprirne l’epilogo. Anche i nuovi lettori, però, potranno apprezzarlo: sebbene Pestilence 2 a mio dire non sia all’altezza del primo, la trama propone un ardito ritorno a secoli bui, permeato dall’equilibrio tra dramma e storia, realtà e magia, disperazione e dissacrante ironia. Frank Tieri si è dimostrato un vero equilibrista nel creare un’opera assolutamente non banale, che nel dramma della morte è in grado di strappare anche un sorriso.
Un ringraziamento speciale a SaldaPress
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