Attica di Giacomo Bevilacqua, un fumetto Audace

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Attica, in un futuro non troppo lontano, è il nuovo Eldorado, la città-stato con le migliori condizioni di vita al mondo, il sogno più grande per ogni emigrante. Un sogno che, molto spesso, è destinato a rimanere tale: la città è retta da un governo impegnato a mantenerla isolata rispetto al resto del mondo e che, per questo motivo, l’ha dotata di un’enorme muraglia che la circonda completamente.

Voci di bugie, corruzione e spargimenti di sangue alimentano le controversie legate alla città-stato, al suo governo e alle sue mura sin dall’inizio del progetto, ma qualcosa sta per cambiare e non ci sarà barriera che tenga.

attica fumetto città

Attica è anche il titolo della nuova miniserie a fumetti di Sergio Bonelli Editore, 6 numeri scritti e disegnati da Giacomo Bevilacqua, noto per la celebre serie A panda piace e autore di fumetti come Lavennder e Il suono del mondo a memoria.

Parlare adesso della miniserie in sé, ancora in corso, sarebbe decisamente infruttuoso. Ci sarà occasione per approfondirla quando sarà conclusa, in un articolo dedicato. Tuttavia, una cosa la si può dire già da ora: per il catalogo e l’offerta di Sergio Bonelli Editore, Attica è un fumetto importante.

attica fumetto 1

Qualcosa di insolito si nota già nella dimensione del volumetto: più piccolo e con più pagine rispetto al canonico albo Bonelli, richiama le caratteristiche del tankobon, il formato usuale dei manga. Quindi Sergio Bonelli Editore ha scelto di lanciarsi nel mercato degli euromanga? Decisamente no.

No perché Attica non è un “manga europeo”: i richiami al formato nipponico ci sono, ma anche la sola presenza della lettura alla occidentale, da sinistra verso destra, fa intuire come questa serie si muova in una dimensione terza rispetto agli usuali spazi del fumetto Bonelli e di quello giapponese.

Se non si fosse ancora convinti della sua estraneità rispetto al filone degli euromanga, le pagine di apertura del primo numero bastano a fugare ogni dubbio. La presenza di veri e propri titoli di testa, l’uso dello spazio all’interno della tavola, il taglio delle inquadrature conducono lontano dalla terra del Sol Levante. Si notano facilmente le profonde influenze della “scuola italiana di fumetto”, tuttavia durante la lettura si avverte altrettanto distintamente che qualcosa non torna.

Non è un manga, ma nemmeno lo si può collocare completamente all’interno dei già citati canoni italiani del fumetto.

attica fumetto 3

Questo suo essere altro lo si intuisce sin dal comparto grafico: il disegno, che già nell’ottimo Il Suono del Mondo a Memoria ci aveva deliziato con il proprio tratto sottile e con personaggi slanciati, in Attica si apre a influenze nipponiche più consistenti. Linee curve e morbide delineano figure agili, a cui si unisce un tocco spezzato, fatto di ciuffi arruffati e ciocche acuminate. I volti dei personaggi si fanno lievemente più ovoidali, appuntendosi sul mento, specialmente negli uomini, senza rinunciare all’attenzione per il dettaglio nei volti e alla curata differenziazione di ognuno di essi.

Gli innesti orientali non finiscono qui: all’interno dei volumi trovano spazio anche l’utilizzo giocoso di espressioni minimali e caricaturali, come occhi a puntino o a cuore ed espressioni volutamente esagerate, e le linee cinetiche, caposaldo del fumetto nipponico per ragazzi.

Grazie ad un uso oculato della scala dei grigi, le tavole si accendono di tinte ora più tenui ora più scure, portando una grande varietà cromatica entro i confini del bianco e nero, aiutate nei chiaroscuri dall’uso disinvolto sia dell’inchiostrazione a china, sia dei retini. Un connubio equilibrato, che aggiunge parole alla lingua parlata da Attica in Bonelli.

attica fumetto automobile

Come già accennato, la particolare natura di Attica si riverbera anche nella disposizione degli spazi: il rispetto della impaginazione secondo la gabbia bonelliana non impedisce alle vignette di moltiplicarsi all’interno della tavola, di diventare oblique e dinamiche o di ripartire il foglio in sezioni più mosse e vivide o anche di scomparire, trasformando i margini stessi del foglio nei limiti della vignetta. Anche i personaggi rivendicano più spazio, ora superando il bordo della singola vignetta, ora attraversandone più di una o, come accade per i capilettera nei manoscritti antichi, occupando una porzione della pagina ampia e libera, senza che ciò vada ad infrangere l’ordinato susseguirsi delle vignette e della narrazione in esse contenuta.

Certamente non rivoluzionario è l’uso di tavole con sfondo nero per evidenziare importanti passaggi di trama o ricordi, tuttavia in Attica intere tavole completamente nere assumono anche una funzione demarcativa, segnando l’inizio e la fine di ognuno dei capitoli in cui è ripartito il volume. Modus operandi che strizza nuovamente l’occhio al Giappone e alla divisione tipica dei tankobon (così scanditi poiché raccolgono capitoli usciti singolarmente).

Non è un mistero che Sergio Bonelli Editore, in anni recenti, abbia iniziato a muoversi lungo un preciso percorso, volto ad aprire il proprio catalogo anche ai lettori più giovani. È sufficiente ricordare la miniserie di Martin Mystere che, a detta dello stesso Castelli, è stata pensata e scritta con un occhio di riguardo verso i nuovi appassionati. Proseguendo su questa linea si possono citare le pregevoli iniziative della collana “Bonelli Kids”, come CreepyPast, Dragonero Adventures e 4Hoods.

attica fumetto ragazzini

Da un lato, quindi, la pubblicazione di un fumetto come Attica potrebbe non sorprendere più di tanto. Si potrebbe parlare di semplice tentativo di attrarre un pubblico giovane e giovanissimo, facendo leva sull’interesse di questo per i manga e proponendo loro qualcosa di simile. Del resto, non è la prima volta che Sergio Bonelli Editore si apre ad influenze nipponiche: ciò si è visto in Nathan Never – Il guerriero della polvere, volume creato adattando un personaggio storico ad uno specifico (e già esistente) stile di disegno e di narrazione, da pensare però più come un grande tributo al leggendario Ken Il Guerriero.

Anche in volumi come Chanbara – La via del Samurai il Giappone ha giocato un ruolo decisamente importante se si parla di ispirazioni ed influenze esercitate, anche se in questo caso si è lontani dalla produzione seriale e si rientra in quell’ampio discorso che è il fumetto d’autore.

attica fumetto 2 striscia

Cosa, dunque, rende così peculiare questa aggiunta al catalogo Bonelli?

In primis, tutte le specificità di cui si è discusso poco sopra. A ciò si aggiunge il fatto non trascurabile che Attica sia a tutti gli effetti una pubblicazione seriale e che appartenga alla collana “Audace“, quella con cui la casa editrice ha voluto sfidare la “crisi della carta stampata” proponendo grandi storie dal taglio narrativo più moderno, la stessa che accoglie importanti fumetti come Il Confine, le nuove avventure de Lo Sconosciuto (celebre personaggio creato da Magnus) e Cani Sciolti.

Accanto a questi ed altri progetti trova posto anche Attica, una scelta che non solo suggerisce fiducia da parte dell’editore nel talento di Bevilacqua, ma anche in un modo di fare fumetto che, in Bonelli, appare largamente innovativo, o meglio, audace.

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Lettore, videogiocatore, finto cinefilo e grande chiacchierone.

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