Dopo gli ottimi ascolti registrati in Giappone, l’anime Beastars ora è disponibile anche in Italia, su Netflix.
Tratto dall’omonimo manga di Paru Itagaki, il mondo di Beastars è abitato da animali antropomorfi in un ventunesimo secolo molto simile al nostro. L’anime comincia quando uno degli studenti erbivori dell’Istituto Cherryton viene sbranato all’interno del campus, una tragedia che scuote tutti perché lì erbivori e carnivori di norma studiano e convivono pacificamente.
I più scossi sono i compagni del club di teatro, che però riescono a trovare le forze per portare avanti il loro spettacolo in onore del compagno brutalmente assassinato. Tra questi c’è Legoshi, un giovane lupo grigio che la stessa notte dell’omicidio ha aggredito una compagna erbivora, riuscendo però a placare il proprio istinto predatorio prima di poterle fare del male. Sopraffatto dai sensi di colpa per il suo gesto, scappa e nasconde l’accaduto.
Legoshi rincontra la compagna quando si reca al club del giardinaggio e la riconosce subito dall’odore: si tratta di Haru, una coniglietta nana bianca, ma questa non si accorge di avere davanti il suo assalitore. Il lupo ne è subito attratto e qui comincia il suo calvario nel capire se sia invaghito di lei perché la ama o solo perché la vede istintivamente come una preda.
Il manga dal quale è tratto l’anime è stato pubblicato per la prima volta a pochi mesi dall’uscita del film Disney Zootropolis. Come in quest’ultimo, in Beastars i protagonisti sono un carnivoro ed un erbivoro, e in particolare la protagonista femminile è una coniglietta in entrambe le storie. Sembra non esserci dubbio che l’opera Disney abbia ispirato l’autrice del fumetto.
Beastars riprende le regole di convivenza già viste nel film Disney: non è permesso consumare carne di qualsiasi tipo, un carnivoro non può mostrare le zanne ad un erbivoro, gli spazi nella città sono divisi equamente, tutte le specie hanno pari diritti e doveri. Questo permette di far sviluppare al meglio la trama fin dal primo capitolo senza il bisogno di dover spiegare da capo le regole del mondo dove si muovono i protagonisti.
Come la stragrande maggioranza dei prodotti provenienti dal Giappone lo sfondo principale dell’opera è una scuola, per la precisione un collegio dall’ambientazione molto occidentale. La giornata dei protagonisti è scandita da lezioni, sessioni di studio e club scolastici. Tutto questo serve a tenere impegnati i loro istinti, li obbliga ad avere a che fare con tutte le razze animali e lavorare insieme per una società in grado di cooperare nonostante le differenze.
Il protagonista Legoshi ci accompagna in un lungo flusso di coscienza nel quale cerca di scoprire quale sia il senso della sua presenza nel mondo, del perché un carnivoro dovrebbe vivere a stretto contato con gli erbivori. Nella società in cui vive, tutti lottano per ottenere quello che vogliono, siano essi erbivori o carnivori. In molte occasioni gli stessi erbivori si dimostrano arrivisti e aggressivi quanto un carnivoro e tutto ciò lo manda in confusione.
Questo conflitto interiore lo porta ad interrogarsi sui suoi istinti e di come riuscire a placarli, mette in discussione tutto il mondo attorno a lui e il fragile equilibrio di una società condivisa da prede e predatori.
Legoshi è molto timido e riservato, è pienamente cosciente della sua forza, della sua aggressività, del fatto che può uccidere con un morso, ma allo stesso tempo usa questa forza per trattenersi. In questo modo resta sempre un passo indietro a tutto: nelle amicizie, nel club di teatro, nei sentimenti. Ha quasi paura di chi lo circonda perché potrebbe tirare fuori il violento istinto del lupo, tanto che quando viene spronato per raggiungere un qualsiasi obiettivo si chiude ancora di più.
Haru, al contrario, è molto più estroversa perché fin dalla nascita si è sentita dire dalla madre che in caso di pericolo sarebbe stata la prima a morire, potrebbe essere uccisa da un momento all’altro, di conseguenza vive appieno ogni momento e ogni istante perché sa che potrebbe dover scappare all’improvviso o morire.
Nella sua vita si è sentita sempre compatita, gli altri animali sono molto gentili, la vogliono aiutare perché è un coniglio nano e le regole sociali impongo di aiutare gli erbivori più piccoli. Non si è mai davvero sentita alla pari con qualcuno se non nel sesso: unico momento nel quale si sente desiderata anche se si tratta di sola attrazione fisica. Nel sesso riesce a sentirsi quasi superiore ai suoi partner perché vede in loro il desiderio e il trasporto dell’amplesso.
Haru è vittima di bullismo per il fatto di aver avuto numerosi partner. Affronta i dispetti e la gelosia delle compagne come se fosse la normalità. Non reagisce se non con spavalderia e non vuole alcun aiuto, non vuole continuare ad essere compatita, vorrebbe essere aiutata non perché è un coniglio nano, ma perché qualcuno tiene davvero a lei.
L’incontro tra i due sconvolge le loro vite perché molto diverse. La scuola e le sue dinamiche diventano palcoscenico per i pensieri dei due protagonisti: il lupo che vuole e desidera la coniglietta con tutto se stesso, chiedendosi se lei per lui sia più una preda o un’amante, e la coniglietta viene attratta dal lupo forse per la sua natura di preda oppure perché intende amarlo ed essere sua pari.
All’inizio quest’anime potrebbe far storcere il naso a molti per come si svolgono gli eventi. La sensazione che si ha alla visione della prima puntata è quella di essersi persi qualcosa. La trama, come già detto in precedenza, non si sbilancia in alcuna spiegazione del mondo o delle dinamiche già in atto in esso, quindi allo spettatore sembrerà quasi di essere un nuovo studente della scuola: dovrà carpire dai discorsi dei compagni come stanno le cose all’interno dei vari gruppi di amicizie.
Ovviamente il prodotto non è esente dalle solite scelte narrative degli anime di formazione e ambientazione scolastica; un esempio sono le puntate dedicate al rapimento di uno dei personaggi principali, nelle quali il protagonista avrà un mentore che lo guiderà a scoprire la propria forza per portare in salvo la compagna. Una scelta evitabile che rovina l’andamento degli eventi e viene usata come mero pretesto per mostrare l’aggressività di Legoshi.
La complessa trama scandita di pensieri dei protagonisti è supportata da un comparto tecnico davvero ottimo: CGI e animazione tradizionale si amalgamano perfettamente, tanto da trarre quasi in inganno anche l’occhio più esperto.
Le animazioni danno grande spessore alla storia che si sviluppa senza cali qualitativi per tutte le 12 puntate. I flussi di coscienza dei protagonisti sono resi splendidamente, così come le raffigurazioni grafiche dei loro istinti e pensieri. Si tratta di un lavoro davvero ottimo e già premiato con il rinnovo per una seconda stagione, la quale dovrebbe arrivare presumibilmente nel 2021.
Degna di nota anche la sigla di apertura realizzata in stop-motion.
La forza di Beastars sta nel portare sullo schermo una storia in cui i protagonisti si comportano in maniera coerente con la loro reale età anagrafica. A dispetto di molti altri anime provenienti dal Giappone non ci sono ragazzi prescelti o supereroi che indossano la divisa scolastica. Sono adolescenti di 17 e 18 anni a disagio con il loro corpo e i loro istinti, siano questi sessuali o animali, devono trovare posto nel mondo e questo porta loro paure e sensazione di inadeguatezza. Lo spettatore si immedesimerà quasi subito nei vari personaggi, così sfaccettati e ben caratterizzati.
Le vicende di Beastars sono un’allegoria della nostra società, nella quale adolescenti turbati si affacciano a un mondo degli adulti che non comprendono, con regole non scritte che devono decifrare e interiorizzare, pulsioni ormonali che spaventano e rendono il passaggio dall’adolescenza alla maturità un’impresa.
La contrapposizione tra carnivori ed erbivori riflette quella tra gli status della società contemporanea: in Beastars la vetta della piramide sociale è occupata dai carnivori, mentre nel nostro mondo da coloro che si sono potuti permettere gli studi migliori o la campagna elettorale più costosa, per l’appunto quelli più predisposti a divorare tutto.
Beastars sembra voler imprigionare in questo modo i suoi protagonisti: nascendo carnivoro si avrà una vita splendida davanti, mentre chi nasce erbivoro si impegnerà ma resterà comunque mediocre, così come nel nostro mondo capitalistico il ricco ha più possibilità e il povero starà sempre un passo indietro, tanto basta per sperare di non essere un giorno divorato.
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