Togo, la storia mai raccontata della corsa del siero

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Il tanto atteso Disney+ è arrivato in Italia e tra i primi contenuti esclusivi annovera Togo – Una grande amicizia, film con Willem Dafoe diretto da Ericson Core.

Leonhard Seppala (Dafoe) è un addestratore di cani e un musher, ovvero un conducente di una muta di cani da slitta con i quali effettua consegne tra le montagne dell’Alaska negli anni ’20. Quando scoppia un’epidemia di difterite, le autorità locali organizzano una staffetta di 20 musher per portare il siero da Nenana a Nome nel tentativo di salvare quanti più bambini possibile. Le condizioni meteo appaiono fin da subito proibitive ma si decide ugualmente di organizzare la spedizione.

Seppala è il più esperto tra tutti i musher e parte con la sua miglior muta di cani guidata dal siberian husky Togo, senza dubbio il miglior cane che abbia mai addestrato. Togo è ormai vecchio e di questo è preoccupata anche la moglie, contraria alla partecipazione del marito con un cane così anziano. L’esperto musher però parte ugualmente, sicuro che la forza di volontà e l’esperienza del suo miglior cane porteranno a termine la missione.

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Il film è ispirato alla vera storia dell’epidemia di Nome e della staffetta di quasi 1000 chilometri tra il ghiaccio e i pericoli dell’Alaska conosciuta come la corsa del siero. La stragrande maggioranza delle persone conosce questa storia grazie al film di animazione Balto e alla statua in onore del celebre cane da slitta eretta al Central Park di New York.

Nella realtà Balto fu il cane della muta guidata dal musher Gunnar Kaasen, il quale concluse la lunga staffetta consegnando l’antitossina all’ospedale; i due divennero eroi nazionali e i loro nomi rimbalzarono su tutti i giornali, ma il resto della spedizione fu ignorato.

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Durante la staffetta Seppala compì la parte più lunga della missione percorrendo quasi 500 chilometri e, nonostante il merito della consegna sia stato attribuito a Balto, i figli di Togo divennero i più ambiti tra i musher. Nel 1930 il siberian husky venne riconosciuto come razza e da allora tutti gli husky registrati possono vantare origini riconducibili ai cani addestrati da Seppala.

Willem Dafoe è incredibilmente somigliante al vero Leonhard Seppala: il suo viso scavato, lo sguardo di ghiaccio e le poche parole profuse danno l’impressione che sia nato e cresciuto nel freddo che plasma gli uomini e li costringe ad adattarsi al pericolo incombente. L’interpretazione dell’attore sorprende per la naturalezza con la quale sta in mezzo ai cani e il suo essere tutt’uno con l’ambientazione: dà l’impressione di averci sempre vissuto.

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Leonhard Seppala – Willem Dafoe

La storia del film è incentrata sul rapporto tra il musher e il suo cane. Seguiamo il cucciolo nella sua crescita, tra disastri e tenerezze lo vediamo legare sempre di più con i suoi padroni fino a diventare il miglior cane slitta che abbiano mai avuto. Inizialmente per Seppala i cani sono un mezzo da lavoro necessario solo per poter compiere le consegne e quindi avere una fonte di reddito. Questo cane invece lo porta a ricredersi, perché qualsiasi cosa lui faccia, Togo disobbedisce fino a farsi amare per la sua testardaggine; compie una straordinaria impresa tirando la slitta per quasi 500 chilometri nonostante la vecchiaia, lo fa per il suo padrone e per l’affetto e la dedizione che ha nei suoi confronti.

Questa è un’epica avventura di amore e amicizia tra uomo e cane; il forte legame che lega i due si rivela indissolubile nonostante i pericoli che piegherebbero chiunque altro. Seppala si sente arrivato all’apice dalle sue conoscenze, eppure deve apprendere ancora qualcosa: deve imparare ad amare il proprio cane così come lui ama il proprio padrone. Questo amore si tramuta in una fiducia così profonda da portarlo a rischiare la vita, ad affidarsi a quello che fino a poco tempo prima vedeva solo come uno strumento di lavoro.

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Togo è un gran film di avventura che ci porta tra i panorami mozzafiato delle montagne innevate, grazie anche a una fotografia di primo livello ed una computer grafica mai ingombrante, utilizzata davvero pochissimo appunto per non snaturare i bellissimi paesaggi. Nonostante si tratti della narrazione di una storia drammatica, si ha l’impressione che gli sceneggiatori abbiano voluto inserire a tutti i costi dei teneri siparietti in quella che, forse in origine, voleva essere solo una versione quanto più storicamente attendibile della corsa del siero.

Il risultato è un film davvero avvincente, ma dal risultato edulcorato. Evidentemente la Disney ha optato per una storia che risultasse godibile da quante più persone possibile, eppure questa appare un po’ come l’occasione persa di regalare al pubblico una grande avventura non relegata solo alla categoria dei film per famiglie.

Nerd ancora da prima di conoscerne il significato e sfogliavo i fumetti ancora prima di saper leggere. Cinema, fumetti, manga e libri sono il mio bisogno quotidiano.

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