Personalmente posso dire di non essere il più grande fan di Giacomo Bevilacqua dopo quanto fatto su Metamorphosis, ma nello scrivere l’introduzione di questa raccolta di storie non ha sbagliato una sillaba. Ve ne riporto un pezzetino, giusto per farvi capire il sapore di quello di cui stiamo per parlare: “Quelle raccolte in questo libro sono finestre su cui puoi affacciarti da entrambi i lati, e che inevitabilmente si affacceranno dentro di te“.
Vita da Pomodoro – Concentrato di vite a fumetti è proprio questo: un’antologia di racconti a fumetti, purtroppo per noi troppo breve, in cui 7 autrici parlano di loro stesse nei loro stili unici, aprendosi a perfetti sconosciuti e mostrando le loro anime, riuscendo abilmente strappare una risata, far venire il groppo in gola o riempiendo le tavole di colore e nostalgia. È una lettura che scorre nel tempo di un viaggio in treno e vale in tutti i sensi il prezzo del biglietto.
Non è facile parlare di questo volume, essendo composto da tante piccole storie sparse che, sia singolarmente che nell’insieme, sono un’esplosione delle più disparate emozioni. Di certo una delle sue caratteristiche più belle è l’estrema eterogeneità di questi spaccati di vita, non solo perché sono molto differenti gli stili di disegno, da quelli più iperbolici di Sara Ferracuti e Miko a quelli forse più inquadrati di Laura Romagnoli e Silvia Carrus (ognuno comunque assolutamente unico), ma anche perché, semplicemente, sono persone diverse tra loro.
Al mondo c’è chi ride di più, chi è più riflessivo e chi si lascia andare all’immaginazione per spiegare ciò che lo circonda, che sente e che è. Anche solo le loro differenti visioni e rappresentazioni di ciò che è la femminilità fanno capire come non esista un unico riquadro nel quale imprigionare un concetto, rischiando che sia identificato come quella cosa lì e basta. Personalmente questa lettura mi ha dato modo di conoscere cose che in quanto uomo non mi sono mai capitate o non ho mai lontanamente pensato. Già solo questo mi offre la possibilità di riflettere e di diventare migliore, cosa che non è proprio da buttare alle ortiche.
Ovviamente in questa antologia troviamo molti altri contenuti. Cheit.jpg mostra l’importanza del cambiamento, Sara Ferracuti quella di farsi una risata e Miko di prendere la vita con leggerezza e un pizzico di ingenuità; Kotopopi fa toccare con mano la nostalgia, Silvia Carrus fa vedere come con i sogni, con il giusto spirito, possano diventare realtà e Bibi travolge con il suo immaginario tanto onirico quanto reale. E poi c’è Laura Romagnoli, che ricorda l’importanza di fregarsene delle cose di cui si fa un gran parlare ma che alla fine non contano niente.
Dire che mi sento di consigliarvelo è quindi un eufemismo, ma voglio comunque farlo dicendo grazie alle autrici per questo concentrato di sensazioni da mandare giù a mestolate.
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