La collana Wasabi di Star Comics sta portando sicuramente una ventata di aria fresca nel panorama dei manga pubblicati in Italia, grazie a storie più mature ad opera di autori di nicchia, con uno stile che esula dal canone nipponico.
Dopo aver recensito Il Giardino Dell’Eden, questa volta parliamo de La Processione Funebre di K di Maki Kusumoto, autrice dallo stile eccentrico ed enigmatico. La Kusumoto ci pone davanti ad un racconto sospeso nel tempo e nello spazio; il palazzo in cui è ambientata la storia, infatti, sembra trovarsi in un universo tutto suo. Gli inquilini che lo abitano, con le loro usanze e i loro modi bizzarri, sono un campanello di allarme per un grande tuffo nella sospensione dell’incredulità.
Come il protagonista della vicenda, un ragazzo appena trasferitosi nel condominio, noi lettori ci ritroviamo a indagare sulla vita del precedente affittuario del nostro appartamento, il misterioso K. Tutti gli abitanti del palazzo sostengono che K sia morto e nessuno prova a mettere in dubbio questa verità, d’altro canto il corpo non è stato ritrovato e la tomba di K è vuota, nessuno sembra nemmeno averlo visto e sicuramente nessuno l’ha ucciso.
Come mai allora tutti sono sicuri che K sia morto allora? Questo è solo uno dei tanti enigmi che il manga ci mette di fronte. Chi era K? Quali erano i suoi rapporti con gli altri personaggi? Tutto è legato a lui, ma allo stesso tempo non ci viene mai mostrato.
“K” è un nome che porta subito alla mente Kafka e la sua narrativa, l’aura e lo stile dello scrittore praghese aleggia in tutta la vicenda, il condominio ricorda la struttura caotica e labirintica del Tribunale; i personaggi criptici e indefiniti sono molto kafkiani, sempre impegnati a fare nulla, riescono ad essere tanto fastidiosi quanto interessanti.
Ognuno ha il suo ruolo nella vicenda e tutti provano, nei confronti di K, rispetto e ammirazione, infatti nessuno aveva un motivo per ucciderlo. La Kusumoto spinge sull’acceleratore dell’irreale con sfondi quasi assenti, di un bianco candido e immutabile. Ogni appartamento rispecchia sia nel mobilio che nell’arredamento il carattere e l’inclinamento del suo inquilino. Intorno a quello di K aleggia un’aura di inquietudine e sacrale rispetto.
I sogni del protagonista si mischieranno alla realtà senza soluzione di continuità, in una discesa a spirale sia nel passato che nella psiche di K.
I volti allungati e i corpi longilinei, tipici dello stile di Kusumoto e in seguito resi famosi da Ai Yazawa con Nana, si adattano perfettamente al tipo di storia narrata. La fisicità e il vestiario barocco e volutamente esagerato contribuiscono non solo alla caratterizzazione dei personaggi, ma anche a dare quella sensazione di estraniamento di cui sopra.
Caratterizzante anche la composizione delle tavole, in cui l’autrice si diverte a decostruire il canone: vignette spezzate e sparse nella pagina, dettagli messi in risalto da zoom, volti dei personaggi quasi sempre in primo piano… Tutto contribuisce a far immergere il lettore nella vicenda e far crescere l’ansia e l’inquietudine. Le tavole a colori arricchiscono il lavoro: tinte unite e colori psichedelici sono utilissimi a far risaltare le emozioni dei protagonisti o mettere in evidenza alcuni particolari importanti.
Come appendice sono anche presenti due capitoli “extra” che per la prima volta ci mostrano K, dandoci preziose informazioni per capire meglio alcuni punti della vicenda.
Il volume della Star Comics si presenta molto bene, con una copertina dorata che ricorda lo stile barocco del manga. Il formato è leggermente più largo del solito per permettere una migliore fruizione delle tavole al suo interno e la rilegatura è particolarmente solida e flessibile (cosa non scontata nel mercato manga nostrano). Il prezzo di vendita è giusto per un volume così ben curato.
La Processione Funebre di K è un manga che consiglio in modo particolare a coloro che sono già abituati al genere e possono quindi apprezzarne meglio la natura particolare e decisamente fuori dagli schemi.
Un ringraziamento speciale a Edizioni Star Comics
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