Era davvero l’ora! O come direbbe Activision con un eccellente gioco di parole: It’s About Time! Signore e signori, il marsupiale più famoso della storia dei videogiochi è finalmente tornato, con un quarto capitolo divertente, curato nei minimi dettagli e, soprattutto, impegnativo. Gli sviluppatori di Toys For Bob, dopo essersi fatti le ossa col campione di incassi Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy, raccolgono l’eredità lasciata da Naughty Dog negli anni ’90 e tirano fuori dal cilindro un nuovo Crash coi fiocchi, mettendo d’accordo tutti, dai fan più nostalgici ai neofiti.
Activision colloca Crash Bandicoot 4: It’s About Time proprio dopo la fine del terzo capitolo, spazzando via tutti i titoli successivi, quelli di inizio millennio, e legando indissolubilmente il lavoro di Toys for Bob ai primi 3 titoli della saga. Non avete giocato i vari The Wrath of Cortex o Crash of the Titans? Nessun problema, è come se non fossero mai esistiti. Tale decisione si riflette non solo sulla catena degli eventi raccontati, ma anche sulle scelte di gameplay, che tendono non a rivoluzionare, bensì ad espandere e modernizzare quanto visto nei lavori targati Naughty Dog. I livelli sono ancora infiniti corridoi pieni di sfide e pericoli, ma le modifiche e le introduzioni portate da Toys For Bob fanno decisamente centro e contribuiscono alla restituzione di una giocabilità fresca e profonda.
Cortex è ancora una volta il cattivone di turno e, coadiuvato da N. Trophy, tenta di prendere il controllo dello spazio e del tempo alterando gli equilibri dimensionali. Per fortuna Crash e Coco possono contare sull’aiuto di 4 maschere quantiche che, consapevoli di quanto architettato dai due nemici, accompagnano i marsupiali per tutta l’avventura donando loro straordinari poteri.
A dire il vero non tutti i quadri riescono a rendere giustizia alle nuove abilità elargite al giocatore, ma quest’ultime rappresentano senz’altro la variazione al gameplay più significativa. Ad esempio la possibilità di rallentare il tempo, data da Kupuna-Wa, testerà a fondo i riflessi del giocatore, permettendogli addirittura di saltare su casse di Nitro prima che esplodano. Akano, invece, consente a Crash di esibirsi in giravolte senza interruzioni concedendogli l’abilità di spiccare salti altrimenti impensabili, esaltando i gamer più precisi e attenti.
Altre originali variazioni al gameplay offerte da Crash Bandicoot 4: It’s About Time includono la possibilità di correre sui muri o quella di surfare/scivolare a folle velocità su dei tubi esaltando la granitica fluidità del motore grafico. A parte queste varianti, l’ultima fatica di Toys For Bob ricalca in toto quanto già fatto da Naughty Dog, ma questo non rappresenta necessariamente un bene o un male. Certo, permangono alcuni problemi congeniti del brand, come la difficoltosa percezione della profondità in svariate parti, difficili da digerire dopo aver messo le mani su autentici capolavori del genere come Mario Odyssey, ma d’altro canto quella presentata da Crash Bandicoot 4 è una lettura personale e diversa del genere platform.
Fattore ancora più importante, Toys for Bob ha dimostrato di saper maneggiare a dovere il lascito di Naughty Dog, introiettandolo alla perfezione e riuscendo a far convivere un gameplay ancorato agli anni ’90 con un necessario e auspicato svecchiamento dello stesso. Un risultato non da poco, visti il blasone del brand e il difficile punto di partenza.
L’ottimo lavoro svolto su Crash Bandicoot 4: It’s About Time è rintracciabile anche nel comparto tecnico/artistico. I livelli offrono delle visuali mozzafiato, con profondità di campo difficilmente rintracciabili nel genere e una grande varietà nel design dei mondi. L’avventura porterà Crash e Coco a scorrazzare per regioni ghiacciate, città in festa, metropoli futuristiche e tanto altro. I personaggi e i nemici in primo piano sono splendidamente modellati, ma stupiscono soprattutto i fondali, ricchi di dettagli, animazioni ed effetti di luce.
Le cutscene, realizzate con il motore grafico del gioco, non fanno eccezione, tanto da sembrare scene di un film animato e, se a quanto detto uniamo la spassosa e varia colonna sonora, risulta chiaro quanto artisticamente valido sia questo videogame. Va segnalato, inoltre, che la versione Xbox One X gira a 60fps senza mai subire alcun calo.
Ciò che più mi ha convinto di Crash Bandicoot 4 in ogni caso è l’enorme mole di contenuti proposti. Per completare la prima run, magari col solo scopo di finire i livelli senza cercare di prendere tutte le casse e scovare i segreti presenti nei quadri, possono bastare anche solo 7/8 ore, ma fatto ciò quello che si apre di fronte al giocatore è un vero paradiso del completismo. I livelli N. Verted, ad esempio, mettono a disposizione una variante piacevolissima dei quadri principali, e gli sviluppatori si sono divertiti a creare nuove incredibili varianti estetiche, alcune delle quali davvero splendide. Aggiungiamo a questi gli infernali quadri sbloccabili tramite le Flashback Tapes e le numerose skin ottenibili completando i livelli base al 100%, per confezionare un pacchetto di tutto rispetto, capace di offrire molte ore di divertimento.
Sarebbero in realtà da menzionare anche i livelli in cui si controllano Tawna, Cortex e Dingo Dile, che sebbene sulla carta propongano un’intrigante alternativa a quelli base, non ne condividono la stessa brillantezza. Il risultato altalenante di questi ultimi lascia decisamente l’amaro in bocca, soprattutto viste le interessanti meccaniche di gioco messe in campo. Dingo Dile, ad esempio, può contare su un fucile ad aria compressa capace di risucchiare casse di TNT per poi spararle sui nemici o sugli ostacoli, un po’ come succede in Luigi’s Mansion. Se Toys for Bob avesse prestato più attenzione sulla rifinitura di questi quadri ci saremmo trovati di fronte ad un prodotto ancora più vario. Non ci resta che sperare in un possibile seguito in cui gli sviluppatori faranno tesoro di quanto imparato finora, mettendo il loro talento a servizio di un’offerta ancora più valida.
Tolte le poche sbavature sopracitate, Crash Bandicoot 4: It’s About Time presta il fianco a ben pochi difetti, la maggior parte dei quali relativi alla scarsa precisione nei controlli in alcuni passaggi, dovuti alla telecamera fissa. Come già accennato, starà all’acquirente capire se un titolo così ancorato ad un gameplay lineare e, per certi versi, vetusto, sia interessante o meno. Il gioco non offre free roaming o livelli aperti, non lascia spazio alla creatività per il completamento dei livelli e non permette la rotazione della telecamera. L’abilità del giocatore viene testata in sezioni di puro platforming, a volte dannatamente difficili. Se tutto ciò non rappresenta un problema per voi, non potete perdervi questo nuovissimo capitolo del franchise.
Con Crash Bandicoot 4: It’s About Time, il team di Toys for Bob dimostra di saper maneggiare l’enorme materiale lasciato da Naugthy Dog proponendo un buonissimo videogame, curato nei minimi dettagli e dotato di un platforming eccellente. Nonostante il titolo non rappresenti il meglio che il genere ha da offrire, nessun appassionato dovrebbe lasciarsi scappare l’ultima avventura di Crash e Coco.
Un ringraziamento speciale ad Activision
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