Sempre più spesso le discussioni sono inquinate da sterile complottismo: la Terra piatta, i vaccini dannosi, gli alieni e i rettiliani. Ma cosa succederebbe se ci fosse davvero un complotto? Se fossero davvero individuabili simboli, indizi e particolari capaci di dimostrare che qualcuno sa cosa sta per succedere? Se fossimo abbastanza attenti ed eccentrici potremmo ritrovarci a seguire le orme dei protagonisti di Utopia.
Questa nuova serie originale Amazon Prime Video, disponibile dal 30 ottobre in Italia, porta la firma di Gillian Flynn (sceneggiatrice di Gone Girl e Sharp Objects, nonché scrittrice degli omonimi romanzi) ed è il remake americano dell’omonima serie britannica del 2013. La nuova versione vanta nel cast John Cusack e addirittura Rainn Wilson, l’indimenticabile Dwight Schrute di The Office US.
Le vicende hanno inizio quando una coppia trova in una vecchia casa le pagine di un fumetto, intitolato per l’appunto Utopia. Presto scoprono che attorno a tale fumetto, sequel quasi leggendario del primo volume chiamato Distopia, c’è una specie di culto e gli adepti sono disposti a tutto pur di averlo; tra di loro ci sono anche Becky (Ashleigh LaThrop), Ian (Dan Byrd), Wilson (Desmin Borges) e Samantha (Jessica Rothe), quattro amici conosciutisi proprio in forum online dedicati al fumetto. Il motivo per cui molti tra i fan, inclusi i nostri protagonisti, sono spasmodicamente interessati ad Utopia è ciò che si nasconde tra le tavole: indizi che prevedono inequivocabilmente varie epidemie. I quattro appassionati si ritroveranno al centro del complotto quando il fumetto diventerà più reale di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
Uno dei pregi principali di Utopia risiede in come è stato confezionato: seguendo un po’ lo stile weird-british dell’opera madre, la serie regala bellissimi shots costruiti ad hoc, personaggi perfettamente centrati in ambienti dai colori sgargianti, situazioni stranianti sempre sul confine del verosimile, precisi oggetti che catturano tutta l’attenzione.
A incorniciare complotti e omicidi abbiamo una soundtrack perfetta: dai The Stranglers alle Pussy Riot, dal jazz sperimentale al rhythm & blues, tutto contribuisce a costruire quell’atmosfera un po’ weird, da thriller che non vuole essere serioso, mood che ben si abbina ad una realtà in cui una possibile pandemia globale e Rainn Wilson sono strettamente collegati. A riconferma della cura nella forma, le pagine di Utopia (che come ha assicurato Flynn al Comic-Con 2020, è realmente un fumetto leggibile, coerente e con una storia) sono meravigliose e totalmente godibili prese da sole, e qui il merito va all’artista brasiliano João Ruas.
Gli attori fanno più che onorevolmente il loro lavoro, in special modo brillano Cusack (che interpreta il CEO di un’azienda farmaceutica), Wilson (qui un virologo ormai senza progetti di ricerca), Desmin Borges, il più complottista e interessante dei quattro sventurati, e la piccola Farrah Mackenzie.
È arrivando a parlare della scrittura che emergono i primi problemi: se da un lato ho apprezzato come Flynn abbia trattato i personaggi, non ricercando per forza l’apprezzamento da parte del pubblico ma rendendoli tutti amabili o detestabili all’occorrenza, dall’altro la sceneggiatura soffre in più punti. Alcuni personaggi (Becky, su tutti) sono fin troppo definiti da una semplice caratteristica o un’azione, senza alcun approfondimento, in secondo luogo i plot twist non sempre sono costruiti in modo da stupire lo spettatore, piuttosto a volte arrivano come tardive conferme di informazioni che sembravano già assodate.
A mio parere, però, il vero problema è la sensazione generale che si potesse osare di più, gli spunti sono tanti e la sfortunata somiglianza con gli eventi che stiamo vivendo poteva far sbizzarrire la scrittura di una serie sul confine tra l’assurdo e il verosimile, invece questo coraggio spesso manca.
Ciononostante, la serie ha vari meriti e il primo sta nell’adattamento dell’opera originale, poiché Flynn non ha fatto un remake vuoto, ma ha attualizzato la storia -inserendo le epidemie come nucleo della cospirazione- al punto che poche serie risultano calzanti per il 2020 come questa.
Ci sono poi gli argomenti toccati dalla serie a darle valore: per quanto sembri dare sostegno ai veri cospirazionisti, Utopia ci mette davanti alla opinabile filantropia dei super ricchi (ironico che sia un prodotto Amazon), la scienza trasformata in strumento politico per accumulare consensi, la risposta del popolo a minacce invisibili come, appunto, un’epidemia. Tutti questi sono aspetti che, pur presentati con i limiti di una serie tv di fantasia, ora più che mai necessitano di una riflessione, specie se accompagnati da omicidi, uomini coniglio e Jessica Hyde.
Un ringraziamento speciale ad Amazon
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