Negli ultimi mesi l’attenzione dei videogiocatori è stata monopolizzata da dibatti sulle console next-gen e anticipazioni degli AAA in arrivo, che hanno messo in ombra molte uscite minori. Tra queste c’è il nuovo lavoro della britannica Hello Games che, il 27 Agosto 2020, ha pubblicato sugli store digitali The Last Campfire, titolo che non ha nulla a che vedere con il suo predecessore No Man’s Sky.
Questo grazioso puzzle-game macchiato di avventura è stato creato da un ristretto team interno dello studio di sviluppo, per accompagnarci in un magico viaggio all’insegna dell’esplorazione interiore, alla scoperta di un messaggio tanto semplice quanto forte.
Ci ritroviamo quindi nei panni di Ember, una creaturina umanoide detta forlorn, che si perde nel fitto di una misteriosa ed oscura foresta a causa di una banale quanto decisiva distrazione. Nonostante in un primo momento il nostro obiettivo sembri semplicemente quello di ritrovare la via, andando avanti scopriamo che sotto c’è molto di più: lungo il suo sentiero, il protagonista incontrerà infatti personaggi dai tratti fiabeschi, mescolati ad altri esserini come lui, rimasti imprigionati nelle loro emozioni al punto da diventare pietra. Ecco allora che il reale scopo dell’avventura viene alla luce: non abbandonare chi rimane indietro, porgere una mano a chi ne ha bisogno.
Il mood della storia viene rispecchiato alla perfezione anche dall’ambiente in cui vaghiamo. Tutto intorno a noi sembra uscito da un libro di fiabe: dalle palette acquerellate alle morbide forme dell’ambiente, dalle luci pacate al design dei personaggi. Le eteree atmosfere boschive si alternano ad oscuri antri e caverne, creando un’esperienza quasi onirica.
Un altro elemento che richiama fortemente il mondo della narrativa, è il modo in cui tutta la vicenda arriva al fruitore: le musiche ed i suoni, mai invadenti, fanno da sottofondo alla voce femminile che ricopre il ruolo di narratrice. Esattamente come in un audiolibro, la voce non solo ci racconta quanto sta accadendo, ma legge anche i pensieri di Ember e i dialoghi, conferendo al tutto una lineare omogeneità.
La mappa di gioco, esteticamente molto curata nella sua semplicità, è divisa in macro-aree aventi all’interno altre zone più piccole e separate. Qui Ember si troverà a dover risolvere dei puzzle per poter trarre in salvo le piccole fiammelle azzurre che rappresentano le anime dei forlorn pietrificati.
Per quanto riguarda il level design, sia i rompicapo che gli elementi di cui si compongono sono integrati alla perfezione nell’ambiente. Per completare la profondità delle mappe e aggiungere un pizzico di sfida in più, in ogni zona si nascondono delle aree segrete dove si possono raccogliere i frammenti delle pagine del Diario del Viaggiatore.
Questi collezionabili, 40 in totale, contengono filastrocche e riflessioni che, messe insieme ed in ordine, contribuiscono a rendere chiaro e diretto il messaggio che il progetto vuole mandare. Nonostante questa aggiunta, il livello di sfida non sale mai troppo, scelta probabilmente dettata dalla volontà di Hello Games di rivolgersi ad un pubblico il più ampio possibile.
Nel complesso il titolo offre una piacevole giocabilità e, sebbene la sua longevità si aggiri intorno alle sole 4/6 ore di gioco, l’esperienza rimane ben calibrata, densa e di forte impatto emotivo.
Per quanto riguarda la versione per Nintendo Switch le uniche piccole pecche, che non vanno comunque a minare il gameflow, sono le saltuarie compenetrazioni che intrappolano Ember in disparati elementi ambientali ed i problemi di caricamento nel passaggio in determinate aree. Andando proprio a cercare il pelo nell’uovo, chi mastica abbastanza bene la lingua inglese potrà notare delle forti discrepanze tra i dialoghi parlati ed i sottotitoli (anche se solo in battute secondarie e non fondamentali ai fini narrativi).
The Last Campfire è un mix perfetto di narrativa e avventura, che porta il giocatore a riflettere su piccoli ma importanti aspetti della sua tematica principale attraverso la risoluzione di rompicapi ben strutturati, malgrado degli elementi comuni e ripetuti. Passo dopo passo, insieme ad Ember, riscopriamo quanto sia importante aiutare il prossimo senza abbandonarlo nel momento del bisogno, ma anche il valore e la necessità di lasciar andare ciò che ci fa soffrire, per quanto difficile possa essere.
Commenta per primo
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.