Nel 2018 Monster Hunter: World ha segnato, dopo una lunga assenza, il ritorno della saga di Capcom su console fisse, permettendo un capitolo graficamente eccelso, pieno di innovazioni e quality of life, e finalmente più accessibile per i neofiti, rimanendo comunque molto appagante per i veterani. Una critica che si potrebbe muovere a World, sarebbe quella riguardante la “scarsa” – si fa per dire – quantità di mostri presenti rispetto ai capitoli su console portatile; a causa dell’immensa differenza poligonale e di animazioni non poteva che essere così, ma gli aggiornamenti gratuiti e soprattutto l’espansione Iceborne sono riusciti, in parte, a sopperire a questa “mancanza”.
Il 26 marzo di questo 2021 arriverà finalmente Monster Hunter Rise, segnando il ritorno del franchise su console Nintendo, ma non per questo facendo dei passi indietro, anzi, cercando di spingere l’asticella sempre più in alto. Come di norma per i giochi della grande N, dall’8 gennaio fino al 1° febbraio è disponibile una demo gratuita volta a mostrare tutte le principali novità nel gameplay che questo nuovo capitolo ha da offrire, divisa in 4 missioni – 2 di tutorial e 2 di caccia – che si potranno affrontare per un massimo di 30 tentativi, sia in single-player che online.
Le due missioni di caccia vedono protagonisti il Gran Izuchi, un nuovo wyvern introdotto da Rise, ed il Mizutsune, un mostro classico già presente in giochi come Generations (ma non in World). Per i cacciatori più esperti, come obiettivo secondario di entrambe le missioni, è presente anche un Rathian, altro wyvern simbolo di Monster Hunter, che i veterani potranno provare a cacciare con tutte le nuove meccaniche.
La cosa più bella di Rise, al di la delle novità, è il fatto di aver mantenuto tutti i quality of life introdotti da World, a partire dagli strumenti indistruttibili come picconi o cote, il crafting automatico delle risorse, una migliore gestione dei menù e dell’inventario o lo scaling della difficoltà in base al numero di giocatori (che su world era solamente single-player/multiplayer, mentre qui tiene conto anche del numero di giocatori presenti). È stata inoltre mantenuta la mappa aperta introdotta dal precedente capitolo, con annessa possibilità di teletrasportarsi tra gli accampamenti sbloccati quando non ci si trova in combattimento.
Per mia grande gioia non ci si è comunque fermati qui, ed è stata resa istantanea la raccolta delle risorse come ossa, minerali e bacche, eliminando una meccanica che, con l’introduzione degli strumenti indistruttibili, rimaneva solo tediosa. Nella demo non è presente, ma è stato promesso anche un sistema di ricollegamento alla sessione online e alla caccia in caso di disconnessione o crash, una cosa che sembra scontata, ma che per la legnosità della saga è un passo avanti non da poco.
La novità che spicca su tutte però è l’introduzione dell’insetto filo, la meccanica/strumento portante di questo gioco, che va a sostituire l’ottima fionda/rampino di World o i deludenti stili di caccia di Generations. L’insetto filo permette di “rampinarsi” in ogni direzione facendo uno scatto, che possa essere in alto, in basso o lateralmente, rendendo i combattimenti molto più dinamici e “aerei”, anche con armi che da sempre sono state ancorate a terra, come lo spadone o le bowgun. Questo nuovo strumento permette inoltre di scalare parti della mappa prima irraggiungibili, volendo emulare una sensazione alla “Breath of the Wild” nel quale poter arrivare in ogni luogo visibile. Non ci si può arrampicare precisamente come Link nell’ultimo The Legend of Zelda, ma l’idea è pressoché la stessa, e grazie anche ad insetti “ascensore” sarà possibile raggiungere picchi incredibili.
Per fare questo, ovviamente anche a causa della scarsa potenza della Switch, la grafica non è minimamente paragonabile a quella di World, che girava su hardware ben più potenti, ma la resa è del tutto soddisfacente, soprattutto in modalità portatile, ed è comunque un enorme passo avanti rispetto ai precedenti capitoli usciti per console Nintendo. I mostri, i cacciatori ed i compagni hanno modelli molto più definiti di Generations Ultimate, ma sono soprattutto le animazioni ad essere molto più fluide e ricche di mosse, essendo praticamente quelle del capitolo per console fisse, e questo non può che essere un bene.
La meccanica del “cibo”, che prima della missione andava ad aumentare salute, stamina e conferiva dei bonus, è stata rimossa in favore della ricerca di insetti luminosi – verdi per la salute, gialli per la stamina, arancioni per la difesa – che vanno ad aumentare di poco il massimale della statistica associata, ma che rimangono anche dopo un faint, a differenza dei bonus del cibo. Non si sa, non essendoci un hub principale, se sarà possibile mangiare prima delle missioni, senza contare che alla lunga la meccanica di ricerca degli insetti potrebbe risultare tediosa o persino nascondere altre sorprese, ma ci toccherà aspettare il gioco completo per scoprirlo. Dico questo perché, grazie alla demo, nel codice di gioco sono già stati scovati 6 diversi stili di utilizzo dell’insetto filo, ognuno influenzante il moveset delle classiche 14 armi disponibili, mentre in questa versione di prova è disponibile un solo stile.
Grazie al filo è stata modificata anche la meccanica di cavalcata dei mostri, che nonostante sia resa molto più complessa da ottenere, ora permette anche di controllare il mostro, facendogli fare attacchi e schivate per combatterne altri, e infine abbatterli come una volta. Anche qui bisognerà verificare, a gioco completo, quanto questo nuovo tipo di meccanica sia utile rispetto alla precedente versione e quanto convenga utilizzarla ai fini della caccia. L’ultima novità aggiunta in quest’ultimo capitolo è la presenza dei compagni canyne oltre ai classici felyne che, come intuibile dal nome, sono delle cavalcature che permettono al personaggio di spostarsi a velocità incredibile per la mappa. Per ora non sono personalizzabili i gadget di nessuno dei due tipi di compagni, ma la speranza è sempre quella di un vasto assortimento di strumenti che rendano possibili entrambe le scelte.
Monster Hunter Rise, anche solo da questa breve demo, si preannuncia un’ennesima evoluzione per il franchise di Capcom, che dopo World non ha più voglia di tornare alla legnosità e la scarsa accessibilità dei primi capitoli, e anche se questo potrebbe far storcere il naso ai puristi, non va assolutamente a incidere sulla difficoltà del titolo o sull’appagamento che restituisce completando le missioni.
Certo, visivamente il confronto con l’ultimo capitolo è impietoso, ma contestualizzandolo tra i giochi “portatili” è comunque un grande salto in avanti, sia grafico che tecnico, e potrebbe risultare il Monster Hunter con il rapporto grafica/quantità di contenuti migliore mai visto finora. Il 26 marzo si avvicina e non vedo l’ora di tornare a caccia!
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