New York, 1995: un giovane grafico di nome Hugh scopre qualcosa che non va nei loghi di alcuni importanti clienti per cui sta lavorando; convinto che si tratti di un semplice errore nei file utilizzati, e determinato a risolvere il problema, chiede aiuto a un misterioso archivista, il quale gli consiglierà di far visita ad un uomo, il signor Roberts.
Incuriosito da questo strano giro di nomi, Hugh si troverà infine ad ascoltare una storia che ha dell’assurdo e che affonda le radici nella guerra occulta combattuta durante il secondo conflitto mondiale, quella tra Aleister Crowley e Adolf Hitler. Il racconto sarà, piuttosto, un mosaico composto da aneddoti surreali, sacrifici e rituali magici, che si ricollegano alla realtà e la nostra storia più recente in via molto più diretta di quanto si potrebbe pensare.
La trama di Aleister e Adolf, fumetto di Douglas Rushkoff e Michael Avon Oeming, non è semplice, né da leggere né da spiegare senza svelare troppo del suo finale e, di conseguenza, del suo significato; tuttavia una cosa è certa: la sua struttura è più solida di quel che sembra e tutto trova un significato se ben analizzato.
Sebbene, infatti, sulle prime la parte ambientata nel 1995 sembri aver poco in comune con quella del racconto ambientato negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ogni elemento trova infine il suo posto nella testa del lettore e, senza troppi pretesti didascalici, riesce anche perfettamente nell’intento di farlo riflettere su quanto scritto nelle pagine finali. Il filo conduttore, il significato dei simboli e di come questi, negli anni, abbiano cambiato modo di interagire con la massa, si rende evidente solo alla fine, ma basta una riflessione a posteriori per capire quanto ogni tavola sia inevitabilmente intrecciata con la successiva e, soprattutto, quanto sia brillante il collegamento instaurato tra passato e presente.
Interessante, infatti, è anche il modo in cui tutti gli aneddoti reali su Aleister Crowley siano ben sfruttati per costruire un racconto allegorico che scopre le sue carte solo alla fine, lasciando il lusso al lettore, di nuovo, di godere del racconto senza essere forzatamente imbeccato su quanto sta leggendo. Nonostante non sia stato nell’interesse di Rushkoff e Oeming scrivere un volume solo sulla vita del celebre esoterista, vi si ritrovano numerosi dettagli e rimandi alla sua prima attività e ai legami che ha intrattenuto nel corso di tutto il suo lavoro. Si tratta di dettagli che non solo arricchiscono la trama, ma che danno anche l’idea del grande e minuzioso lavoro svolto dagli autori per essere il più precisi possibile e non lasciare nulla al caso.
Forse potrebbe risultare difficile seguire la storia, se non si conoscono bene Crowley o le ossessioni esoteriche di Hitler; si tratta, infatti, di un volume probabilmente dedicato a chi conosce bene l’argomento. Tuttavia si può apprezzare la storia di Aleister e Adolf nella sua interezza proprio per la quantità di informazioni che gli autori sono riusciti ad inserire nelle pieghe dei dialoghi; per tutto il resto bastano anche pochissime nozioni, acquisite con una rapida ricerca sui rispettivi personaggi. Inoltre il volume, pubblicato da Magic Press, contiene una preziosa intervista a Douglass Rushkoff che può chiarire ogni dubbio sull’argomento e sul valore allegorico che l’intera storia assume agli occhi del lettore contemporaneo.
Anche dal punto di vista estetico, il volume si rende piuttosto prezioso; la stessa logica, solo superficialmente divisiva tra i due periodi, si manifesta anche nello stile grafico dei rispettivi momenti narrati: se il 1995 assume lo stile dei fumetti più classici, compresa di classica texture a retina per le ombreggiature, il corpo centrale – ambientato tra il 1938 e il 1945 – ha tutt’altro stile, paradossalmente molto più attuale, netto e fortemente contrastato, adatto a sottolineare l’atmosfera che si respirava in quel contesto storico. Il discorso si riflette, a sua volta, anche nel modo in cui sono disegnati i protagonisti della vicenda passata, facendo sì che quelle poche e marcate linee con cui sono stati tratteggiati li rendano ancor più ambigui e, nel caso di Crowley, anche minacciosi.
Non è un caso, infatti, che nelle ultime tavole dedicate al racconto-nel-racconto questa tecnica si esasperi sempre di più, rendendo palpabile l’angoscia provata dal protagonista. L’estetica dell’intero lavoro, quindi, lavorando su più stili riesce sempre a rimarcare la condizione psicologica dei personaggi e al contempo creare una netta divisione tra il mondo nel 1995, in cui tutto già sembrava essere preda di simboli – realtà compresa, che si avvale di uno stile appositamente fumettistico nel senso più classico del termine – e quello fortemente ambiguo che caratterizzava la guerra occulta tra nazioni.
Aleister e Adolf è un volume valido sotto molti punti di vista, ma con un’unica grande pecca: finisce troppo in fretta; sebbene, infatti, le riflessioni che scatena a posteriori siano molte, lascia un po’ l’amaro in bocca il taglio netto con cui gli autori chiudono la storia, dopo aver riportato la narrazione al 1995. Non si tratta di un vero e proprio difetto, considerando che ogni altra tavola avrebbe solo inutilmente allungato il brodo, ma la sensazione di inappagamento per la velocità con cui tutto avviene è difficile da ignorare. In ogni caso si tratta di una storia senz’altro solida, capace di convincere sia il più accanito fan dell’argomento che un neofita del genere.
Un ringraziamento speciale a Magic Press
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