Tra tutti i racconti biblici sicuramente quello del Diluvio Universale è uno dei più noti. Ma come sarebbe andata la storia se oltre all’arca di Noè ci fosse stata una seconda arca, costruita per portare in salvo le creature demoniache? La risposta a questa domanda ci viene data da Dark Ark, la nuova serie a fumetti edita in Italia da Edizioni BD.
La storia, come dichiara nella premessa lo sceneggiatore Cullen Bunn (famoso nel settore per aver scritto serie Marvel di spicco come X-Men Blue e Deadpool), parte da un’idea semplice nata quasi per gioco, che poi ha voluto sviluppare andando a creare un prodotto più serio e maturo.
Come viene raccontato dalla Bibbia, Dio scatenò il Diluvio universale per punire la malvagità dell’uomo e incaricò Noè di salvare una coppia di animali per ciascuna specie per creare un mondo nuovo con la sua famiglia. Tuttavia in questa versione alternativa Satana ha deciso di affidare ad un altro essere umano, lo stregone Shrae, un compito simile, ovvero salvare tutte le sue creature demoniache dal diluvio con una seconda arca, promettendogli la salvezza della sua famiglia.
Shrae è il protagonista indiscusso e ci viene presentato come un comune umano sulla cinquantina con lunghi capelli neri e barba folta, ma la verità è che dietro questa figura di semplice e amorevole padre di famiglia c’è un passato fatto di crimini e sangue di cui non sappiamo ancora nulla, ma che di fatto lo rendono una creatura spaventosa e temibile tanto quanto i mostri presenti sulla sua arca.
La narrazione parte in medias res: veniamo immediatamente catapultati nel bel mezzo del diluvio e osserviamo l’ambiente circostante con gli occhi di un’arpia che avvista l’arca di Noè. L’arpia torna a far rapporto a Shrae e da quel momento il focus sarà solo sulla seconda arca e i suoi mostruosi ospiti.
Tra gli abitanti dell’arca possiamo distinguere due gruppi: da una parte abbiamo gli umani, tra cui spiccano Shrae, sua figlia Khalee e Janris, una dei tanti prigionieri usati per nutrire le affamate creature in stiva, dall’altra troviamo esseri terrificanti tra cui possiamo facilmente riconoscere mostri iconici come vampiri, licantropi, manticore, naga e draghi, e tanti altri più o meno noti nell’immaginario collettivo. A sorprendere però è la presenza di una coppia di unicorni, vittime di un terribile disguido, ed è interessante osservare come si comportano in un contesto così alieno per loro.
Creature così diverse tra loro si ritrovano a una convivenza forzata e prevedibilmente la pace all’interno dell’arca ha vita breve. La diffidenza e i dissapori passati portano inevitabilmente a degli scontri interni che sfociano nell’assassinio della matriarca naga. Sarà proprio questo avvenimento a scatenare una guerra tra i mostri per ottenere il controllo dell’arca, e una conseguente sommossa guidata dai vampiri per spodestare lo stregone dalla sua posizione di potere.
Si ha una forte contrapposizione tra la furia e la violenza dei mostri e l’apparente tranquillità di Shrae, che in questo primo volume ha il compito di riportare l’ordine sulla sua arca e rispettare così il patto fatto col demonio in persona, di cui ci viene mostrato un potente flashback in cui vediamo un Shrae chiaramente spaventato, un terrore che non traspare di fronte a nessun’altra creatura. Nel complesso la storia in questo volume introduttivo risulta lineare e ben scritta, così come i dialoghi, che non risultano banali e permettono di iniziare a conoscere la personalità dei vari personaggi.
A colpire in Dark Ark è sicuramente lo stile grafico di Juan Doe, disegnatore che ha dato già in passato dimostrazione del suo talento nel realizzare creature mostruose e ambientazioni horror in opere come American Monster, ma anche nella serie Marvel Legion of Monsters, e nella sua versione dello Spaventapasseri di Batman (un villain strettamente legato alla paura) nel primo volume di Joker’s Asylum.
I mostri sono realizzati con una cura dei dettagli che li rende ancora più terrificanti ed espressivi, come nel caso della manticora Kruul, uno dei personaggi più interessanti che spero verrà approfondito nei prossimi volumi. La manticora, insieme ai vampiri, è una di quelle creature che spicca nelle scene violente per la sua brutalità, ma a differenza degli altri mostri risulta una creatura ambigua, in quanto non si capisce quale sia esattamente la sua posizione e perché voglia difendere a tutti costi Janris.
Magistrale è la riproduzione della dinamicità degli scontri violenti tra i mostri, inoltre le scene splatter, seppur numerose, sono adeguate alla narrazione e non risultano eccessive. Purtroppo però la stessa attenzione ai dettagli, escludendo Shrae, non è data anche agli umani. Nello specifico, le donne risultano poco differenziate tra loro e tendono ad assomigliarsi creando spesso confusione ad un primo sguardo, inoltre in alcune scene i volti umani sono semplicemente abbozzati con semplici linee, come se non avessero alcuna importanza e facessero parte solo dello sfondo.
La colorazione risulta invece sempre adatta alla scena, riesce a trasmettere la sensazione di terrore e orrore con i suoi colori vivi, tra i quali prevalgono il rosso accesso, usato molto per l’interno dell’arca (e non solo per la copiosa quantità di sangue che scorre), e varie sfumature di verde per l’incarnato di alcuni mostri come i vampiri o i naga, oltre che per il cielo in tempesta, come se anche questo fosse marchiato come qualcosa di malvagio e pericoloso. Nel complesso c’è un ottimo equilibrio tra questi due colori complementari, che fanno risaltare la mostruosità di questi esseri immondi. Anche il lettering ha un ruolo importante nel rendere queste creature ancora più spaventose, in quanto riesce a riprodurre graficamente voci terrificanti e demoniache.
Ho particolarmente apprezzato alla fine del volume la Cover Gallery, dove è possibile ammirare bellissime illustrazioni della Dark Ark e dei vari personaggi, realizzate da vari artisti di grande talento che hanno dato una loro interpretazione cogliendo l’essenza dell’opera.
Questo primo volume di Dark Ark si è dimostrato molto intrigante sia esteticamente che narrativamente, con personaggi ancora da scoprire bene che rappresentano il pentimento e il desiderio di redenzione, come nel caso di Shrae, e i vizi e difetti umani come l’avidità e l’egoismo, incarnati dai mostri. Il fumetto sembra promettere molto bene per il futuro, soprattutto ora che l’equilibrio è stato rotto ci si chiede cosa potrà accadere: per Shrae e la sua famiglia ci sarà effettivamente la salvezza tanto agognata?
Un ringraziamento speciale a Edizioni BD
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